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Positano Premia la danza. La nuova direzione dimentica Alberto Testa nella storia del Premio e gli toglie la Presidenza Onoraria.

Ha preso il via oggi, alle ore 18.00, con un incontro con Vladimir Vasiliev, la 44esima edizione di Positano Premia la danza - Léonide Massine. Domani 10 settembre 2016 sulla Spiaggia Grande di Positano si terrà l’atteso Gala dei premiati. Una festa della danza alla quale non è stato invitato Alberto Testa che lo ideato nel 1969, che lo ha diretto per 40 anni e a cui quest’anno è stata tolta anche la Presidenza Onoraria. Dimenticato anche Daniele Cipriani, direttore del Premio Positano dal 2011 al 2015. Nell’articolo una riflessione amara.

Noi italiani abbiamo un brutto vizio. Quello di non riconoscere il merito di chi ci ha preceduto. I politici in questo fanno scuola. Se c’è un bel festival o una bella iniziativa nata sotto l’egida di un certo assessore o sindaco, la giunta che subentra fa spesso piazza pulita per principio.

Questa incapacità a riconoscere i meriti, si ritrova sempre più recentemente anche in coloro che sono chiamati alla direzione di teatri, festival e corpi di ballo. Non una parola nei comunicati stampa per ringraziare chi li ha preceduti. E’ questo un vizio che ci contraddistingue rispetto al resto dell’Europa e al resto del mondo, dove almeno due righe per dire grazie a chi ha ricoperto in precedenza analoghi incarichi è normale bon ton.

Nella danza italiana un nuovo triste esempio di mancanza di bon ton, si evince dal comunicato stampa della 44esima edizione di Positano Premia la danza – Léonide Massine, un comunicato che mi è arrivato tre giorni fa e che annuncia i Premiati di questa edizione 2016 che si esibiranno, come di consueto, nel magico scenario della Spiaggia Grande di Positano domani, sabato 10 settembre.

In questo comunicato stampa Alberto Testa, tra i fondatori e ideatori del Premio Positano nel 1969, direttore di questo prestigioso Premio fino al 2009, non viene mai citato. E a lui, che fino allo scorso anno ha ricoperto il ruolo di Presidente Onorario, non è neppure stato fatto un invito formale per assistere all’edizione del Premio in scena domani; me lo ha confermato lo stesso Alberto Testa, oggi al telefono. Potrò forse risultare un’inguaribile romantica, ma credo che un uomo come Alberto Testa, che ha dedicato tutta la sua vita alla danza, una persona che oggi ha più di 90 anni, un giornalista e storico della danza che ha scritto la storia del Premio Positano per più di 40 anni, debba meritare rispetto.

Una mancanza grave nei confronti della stessa storia del Premio Positano è contenuta in diversi passaggi del comunicato stampa disponibile a chiunque abbia voglia di leggerlo nelle pagine web del sito ufficiale del Premio. Un esempio per tutti il capoverso in cui si annuncia che tra i premiati di quest’anno ci sarà “Richard Bonynge, uno dei più importanti direttori d’orchestra contemporanei” e si precisa che “a lui andrà il Premio Musica per la Danza, istituito quest’anno per la prima volta”.

Per correttezza d’informazione è bene ricordare che sotto la direzione di Alberto Testa nel 1972 a Positano è stato assegnato un premio per la composizione musicale per la danza a Goffredo Petrassi, che nel 1973 lo stesso premio è stato assegnato a Luciano Berio, e ancora che nel 1975 premiato è stato Sylvano Bussotti e nel 1976 il premio è stato attribuito a Nino Rota. Quattro grandi, grandissimi compositori universalmente noti, premiati sotto le stelle della Spiaggia Grande.

Sempre nel comunicato stampa, così come sul sito web del Premio, non compare neppure il nome di Daniele Cipriani, direttore artistico del Premio per 5 anni, ossia dall’edizione 2011 a quella 2015. Anche qui  vorrei ricordare – sempre a proposito di bon ton – che Daniele Cipriani lo scorso 17 agosto ha inviato per conoscenza alle redazioni dei giornali una Lettera aperta indirizzata al Sindaco di Positano Michele De Lucia e alla Città di Positano in cui salutava e ringraziava tutta la città di Positano e tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione del Premio sotto la sua direzione. Nelle sue parole nessuna vena polemica. Per tutta risposta non solo non lo si ringrazia per aver rilanciato il Premio al livello internazionale, non solo non gli si riconosce la direzione artistica dell’edizione 2015, ma non gli si riconosce neppure la paternità dell’idea di fare rete con altri prestigiosi premi, un’idea che ha trovato corpo già nel 2014 in un gemellaggio con il più prestigioso premio di danza al mondo, il Prix Benois di Mosca. Un gemellaggio che si è consolidato nel 2015 e che la città di Positano e la nuova direzione hanno raccolto come preziosa eredità, tanto che quest’anno arriva a Positano la spagnola Alicia Amatriain, étoiles del Balletto di Stoccarda, premiata al Prix Benois de la Danse al Teatro Bolshoi di Mosca lo scorso maggio e nota al pubblico italiano per aver più volte preso parte ai Roberto Bolle & Friends. Sempre per correttezza nell’informazione ricordo che Alicia Amatriain, ha ricevuto già il Premio Positano nel 2009, nel corso dell’ultima edizione diretta da Alberto Testa, un pezzo di storia del Premio anche questo dimenticato.

Certo un Sindaco, una Regione, così come il Sovrintendente di un Teatro, deve poter cambiare le direzioni artistiche. Non sono certo fautrice delle poltrone a vita. Anzi sono profondamente convinta che cambi di gestione possono dare nuovo slancio a teatri, festival o eventi speciali e magici come il Premio Positano. Ma cambiare non deve significare cancellare la storia di un evento dimenticando coloro che hanno contribuito con il loro lavoro a rendere grande quell’evento.

Cosa è poi cambiato quest’anno? Non la struttura che prevede un Gala preceduto da un incontro con uno dei massimi protagonisti della danza mondiale e coronato da una mostra di prestigio. Non i membri della giuria, critici di danza che operano in diversi Paesi i cui nomi figurano tutti almeno una volta già nelle passate cinque edizioni dirette da Daniele Cipriani.

Certo è cambiata la direzione artistica e forse i criteri nella scelta dei premiati: accanto a personalità di indubbia fama non figurano più ballerini in ascesa, scovati con fiuto sopraffino, e poco noti al pubblico italiano, ma artisti a cui sono già stati conferiti premi in quest’ultimo anno. E questo forse trasforma il Premio Positano da vetrina da non perdere per gustare succose novità, a un Gala che assembla qualcosa che già si è consumato in altri lidi. Spero di sbagliarmi, spero che qualcuno sappia indicarmi quelle profonde novità che sinceramente  oggi non riesco a individuare.

Tra le personalità 2016 presenti oggi in Costiera Amalfitana, spicca Vladimir Vasiliev, che ha registrato lo scorso 3 e 4 settembre un sold out al Teatro Massimo di Palermo con due Classes of Master nell’ambito di Palermo in Danza. Positano dedica al mito della danza russa una mostra e un incontro che si svolgerà oggi alle ore 18.00. A Vasiliev sarà anche assegnato il Premio alla Carriera, un secondo riconoscimento da parte del Premio Positano: nel 1993, sotto la direzione di Alberto Testa, alla coppia Vladimir Vasiliev e Ekaterina Maximova, fu assegnato il Premio Positano come messaggeri della danza classica nel mondo.

Un secondo Premio Positano sarà anche attribuito a Eric Vu-An, già premiato nel 1991 sempre sotto la direzione di Alberto Testa. Se all’epoca il Premio fu assegnato a un Eric Vu-An straordinario interprete, domani riceverà sempre a Positano il “Premio per la ripresa di un repertorio coreografico raro, quello del primo ‘900 francese”!

“Premio speciale per il percorso artistico eccezionale nel 2016” sarà assegnato alla neo direttrice del Corpo di ballo dell’Opéra di Parigi Aurélie Dupont, già vincitrice, lo scorso 31 luglio, dell’edizione 2016 del Premio istituito dalla rivista BALLET2000, ossia un premio assegnato dalla stessa giuria presente quest’anno a Positano. A Positano Aurélie Dupont danzerà in coppia con Alessio Carbone la stessa coreografia di Benjamin Millepied interpretata a Cannes, suggellando così un gemellaggio tra due Premi, un suggello forte, rimarcato anche dalla presenza di Maëwa Cotton e Alessio Passaquindici dell’Opera di Nizza, premiati anche loro nel 2016 sia a Cannes che a Positano dalla medesima giuria.

Tra le artiste internazionali fresche di nomina, figura anche la canadese Marie Chouinard, neo direttrice della sezione danza della Biennale di Venezia, che a Positano riceverà il premio “coreografa dell’anno”.

Una mancanza di attenzione al pubblico campano si evince invece dall’aver selezionato quattro artisti già premiati nel 2014 e nel 2015 al Premio Capri Danza International: il Maestro Víctor Ullate (che sarà premiato domani a Positano per “l’alta formazione”) e i ballerini  Óscar Alejandro Valdés, Mattia Russo e Antonio De Rosa che saranno premiati domani “danzatori dell’anno sulla scena internazionale”. Nessuna offesa per gli artisti sopra citati, che stimo profondamente e che certamente meritano il Premio. Ma una domanda sorge spontanea. Possibile che al pubblico campano, che segue con avidità i Gala di danza, non si potesse proporre qualche altro “danzatore dell’anno”? Ce ne sono numerosi, anche tra i nostri connazionali all’estero, anche campani, giovani e meno giovani, che si stanno guadagnando fama e gloria oltralpe e che sono pressoché sconosciuti a casa nostra. Possibile che una nutrita compagine di critici di assoluto  prestigio non abbia saputo far scelte diverse rispetto a quelle operate un anno fa da un lungimirante Luigi Ferrone, Direttore del Premio Capri?

Certo a Positano saranno premiati domani anche Michael Trusnovec della Paul Taylor Dance Company di New York, Filipa de Castro e Carlos Pinillos della Compagnia Nazionale di Lisbona, e arriverà anche il bravo Francesco Costa, formatosi alla Scuola dell’Opera di Roma e oggi solista all’Opera di Vienna e già premiato qualche settimana fa a Lecce dove si è esibito ospite di un  Gran Gala con il Balletto del Sud di Fredy Franzutti. Ricordiamo che Francesco Costa ha vinto la scorsa estate il premio quale migliore artista al Concorso Internazionale di Varna, la cui giuria è presieduta da Vladimir Vasiliev.

Mi perdonino i colleghi che oggi dirigono questo Premio per queste riflessioni. Sinceramente non mi piace alimentare sterili polemiche e non amo entrare in conflitto con giornalisti che conosco da lunga data e che stimo professionalmente. Ma mettiamoci una mano sulla coscienza. Facciamo spesso, senza pietà, taglia e cuci sul lavoro degli artisti. Siamo spesso impietosi e a volte anche un pelo cattivi. Dipingiamo spesso gli artisti della danza come una compagine bizzosa, incapace di fare squadra, irrispettosa dei Maestri, delle regole del vivere civile, della nostra storia e della nostra cultura. Eppure a volte, noi giornalisti, replichiamo queste stesse dinamiche tra di noi, dimostrando di non essere in grado di dare grandi esempi di bon ton.

Sinceramente, parlando oggi al telefono con Alberto Testa mi si è stretto il cuore. Possibile che un personaggio di tale caratura sia stato dimenticato? Possibile che nessuna persona che fa capo al Premio si sia preso la briga di  informarlo con una telefonata, o inviandogli una semplice mail, del fatto che quest’anno non sarebbe stato più Presidente Onorario? Possibile che sul sito del Premio Positano non ci sia una sua foto e non ci sia neppure il suo nome? Perché cancellarlo, perché far finta che non abbia mai avuto rapporti con il Premio e con la città di Positano?

Domande, queste, che non ha avrei mai voluto porre.

Francesca Bernabini

09/09/2016

Foto: 2. Vladimir Vassiliev; 3.-4. due immagini di Vladimir Vasiliev esposte quest’anno a Positano nella mostra fotografica Tra i passi di un dio danzante di Francette Levieux, quaranta scatti della fotografa francese che riassumono l’attività di questo celebre danzatore, incarnazione maschile del balletto russo in epoca sovietica; 5. Marie Chouinard; 6. Alessio Carbone e Aurélie Dupont in Together alone di Millepied, ph. Francette Levieux; 7. Eric Vu-An; 8. Víctor Ullate.

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2 Commenti

  1. aldo ambrosi

    concordo assolutamente con Francesca Bernabini. Oltre all’evidente incapacità di creare un programma originale e che non sia un imbarazzante copia di altri premi, se non addirittura di passate edizione del Premio Positano, trovo veramente una deprecabile caduta di stile la damnatio memoriae nei confronti (e non solo) del Professor Alberto Testa.

    Set 10, 2016 @ 13:29:38

  2. Archimede2

    Gentile Francesca Bernabini,
    ho letto il suo articolo sul Premio Positano, solo dopo aver assistito alla serata di Gala degli artisti sulla spiaggia grande, sabato 10 settembre 2016.
    Come sempre, dopo l’esibizione di grandi danzatori (quasi tutti molto noti e, come sottolinea lei giustamente, quasi tutti già premiati) porto con me il ricordo di una grande emozione e la bella sensazione di aver ricevuto ancora una volta, il regalo della loro grande arte, della bellezza, espressa dalla loro performance, una sensazione particolare che segue momenti artistici particolarmente alti.
    Da molti anni seguo il Premio Positano e, pur non avendo riscontrato nel programma nessun cambiamento in merito alle modalità di svolgimento, ho avvertito subito al mio arrivo una sensazione crescente, poi diventata certezza, di un cambio d’atmosfera, che rivelava sempre di più una magia assente, una distanza dallo spirito e dall’essenza del Premio stesso e dalla straordinaria statura degli artisti internazionali presenti.
    Tangibile la difficoltà di un insieme di persone (lo staff del Premio presumo), che tentavano con buona volontà e cortesia di seguire un copione disorganizzato e confuso, davanti ad una platea semi vuota fino 21.30, in attesa dell’inizio dello spettacolo. Appariva chiaro che nonostante l’alto livello degli artisti e l’impegno di tanti, la comunicazione dello spettacolo rivolta al pubblico di Positano, aveva avuto problemi analoghi a quelli che si sono rivelati poi nell’organizzazione generale.
    Laura Valente direttore artistico di questa edizione 2016, prima dell’inizio della serata ha ricordato al microfono l’importanza del rispetto che si deve alla storia del Premio Positano e a chi per primo lo aveva ideato e creato, cioè il Prof. Alberto Testa che, come è scritto nell’articolo, oltre a non essere stato nemmeno invitato, in questa edizione è stato anche privato della presidenza onoraria.
    Gentile Francesca, certo non le parlerò della magia di un palco come quello di Positano, chi ci è stato lo conosce. Per me questa volta è stato diverso e avrò bisogno di tempo per dimenticare questa edizione: i presenzialismi ossessivi e fuori luogo, gli annunci inutili da fiera dell’ovvio, il gesticolare continuo ed esagerato, i baci e gli abbracci infiniti distribuiti agli artisti ed alle personalità e a chiunque si trovasse sotto la luce di un riflettore, il rumore continuo dei tacchi e delle robuste zeppe delle scarpe, sbattute sul palco in modo così inopportuno, così distante da quell’atmosfera. Un insieme che rimandava la memoria alla simpatica immagine di Moira Orfei e al suo modo di annunciare gli artisti circensi. E sarebbe stato anche divertente… se non fosse avvenuto lì, se non fosse stata la serata del Gala di Danza sulla spiaggia Grande di Positano.
    La totale assenza di un qualsiasi omaggio floreale evidentemente non previsto per nessuno, (nemmeno per il Direttore del Prix Benois de la Danse, Nina Loory o per la neo direttrice del Balletto dell’Opéra di Parigi, la straordinaria Aurelie Dupont) concludeva la serata, mentre il suono di una voce sgradevole scandiva “vi aspettiamo il prossimo anno”, seguito dall’assicurazione “ne premieremo altri”… che paura!!
    Credo che se si volesse descrivere il cattivo gusto, le scelte operate su quel palco durante la serata di Gala sabato 10 settembre a Positano, ne potrebbero costituire l’essenza assoluta.

    Questo tipo di scelte non è risultato meno appropriato di quelle operate per la mostra dedicata a Vasiliev, “Tra i Passi di un Dio danzante”, dove questo povero Dio, splendido nelle immagini fotografiche che lo ritraevano con sua moglie, la grande Ekaterina Maximova, (nemmeno nominata), non ha meritato secondo questa direzione artistica né una didascalia né un colofon esplicativo della mostra, e nemmeno una “cornicetta” intorno alle immagini. Nulla, solo foto attaccate al muro, di periodi diversi, senza un filo conduttore, una continuità cronologica, una ricostruzione dello straordinario percorso del Maestro.
    Nulla, neppure una testimonianza video, una registrazione…ha mostrato la danza della coppia Vasiliev Maximova, che da molti studiosi è stata definita tra le più importanti della seconda metà del ‘900. Per Vasiliev ultima leggenda vivente della storia della Danza nulla di nulla…

    Non è facile accettare per chi ama Positano e questa manifestazione, l’ignoranza, la sciatteria, che cancella l’identità culturale di un luogo così significativo, che calpesta il ricordo di personaggi e presenze come Alberto Testa, Franco Zeffirelli che hanno contribuito a scrivere la storia internazionale di Positano, creandone il fascino e il mistero. Come si può pensare di parlare d’arte, anzi di “direzione artistica” quando si ignora il passato (e che passato!) di un luogo unico, la tradizione di un evento storico curato e rilanciato nel tempo da chi ci ha preceduto? Come se le precedenti direzioni artistiche fino al 2016 non fossero mai esistite, Alberto Testa, Daniele Cipriani… spariti nel nulla come gli artisti, gli uomini di cultura di tutto il mondo e i premiati delle precedenti edizioni, Yuri Grigorovich, Natalia Osipova, Uliana Lopatkina, Christopher Wheeldon, solo per citarne alcuni che hanno contribuito al rilancio internazionale del Premio Positano. Ma forse proprio la consapevolezza di un passato troppo importante e ingombrante, ha suggerito l’opportunità di far dimenticare, di cancellare. Forse si è creduto che sarebbe stato sufficiente riprodurre quello che già c’era stato con qualche “accorgimento” intelligente, o che bastasse farsi confezionare un bel Gala da chi se ne intende? Non saprei. Quello che so che anche le belle copie sono difficili da realizzare, una mano rozza distrugge anche il ricordo di un capolavoro. Quello che so, è che il Premio Positano è un’altra cosa e che la cultura è un’altra cosa.
    Accadono strani fatti in questo nostro Paese, anche che certi personaggi siano anche alla guida di progetti di formazione per giovani che, per questa occasione hanno realizzato un documentario in collaborazione con Teche Rai, sulla permanenza fra Positano e Li Galli di Massine e Nureyev, ma non commenterò…. la commozione è troppo forte. Il mio ricordo va al 2012, quando la grande Alicia Alonso, giunta a Positano per ricevere il Premio alla carriera, pur essendo come è noto completamente non vedente e fisicamente molto fragile, volle inchinarsi al pubblico che affollava la spiaggia grande al momento della consegna del suo premio. Forse fu la forza di quel gesto, in quei luoghi amati da Rudolph Nureyev, che creò un’atmosfera veramente mistica intorno a quell’irripetibile edizione, che porto nel cuore con le sensazioni profonde di quei momenti unici.
    Gentile Francesca vorrei ringraziarla per aver scritto l’articolo, per la puntuale analisi dei fatti, per il coraggio e professionalità di donna e di giornalista. Spero che le persone di cultura e tutti gli appassionati di questa arte meravigliosa che è la Danza facciano sentire la loro voce e difendano i luoghi d’arte, le loro storie e le emozioni vissute, quelle sensazioni profonde inebrianti e forti, come il profumo dei limoni nei vicoli vicino al mare di Positano.
    Plautino

    Set 16, 2016 @ 09:58:32

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