La recensione

Non sapevano dove lasciarmi… di Cristiana Morganti e Wolf di Hofesh Shechter: nuovi titoli per Aterballetto

Profondamente distanti per stile i titoli del nuovo dittico della stagione 2017-2018 di Aterballetto. Non sapevano dove lasciarmi… di Cristiana Morganti si interroga sulla professione del danzatore attraverso una pièce di teatro-danza in cui emergono le buone doti registiche della coreografa e i bravissimi interpreti di Aterballetto. Wolf di Hofesh Shechter ci parla invece attraverso una danza corale e ossessiva, permeata da un’idea insistita di appartenenza al gruppo. Il dittico sarà nuovamente in scena il 24 febbraio 2018 al Teatro Comunale di Ferrara e l’11 maggio 2018 al Teatro Comunale di Modena.

Sono profondamente distanti, per formazione e stile, i due autori del nuovo dittico per la stagione 2017 – 2018 di Aterballetto: due nuove proposte che hanno messo massimamente alla prova i danzatori della celebre compagnia reggiana proprio perché coinvolti in due poetiche mai affrontate prima. Stiamo parlando di Non sapevano dove lasciarmi… di Cristiana Morganti e Wolf di Hofesh Shechter.

Il nome di Cristiana Morganti, si sa, è legato al Tanztheater Wuppertal la storica compagnia di Pina Bausch. Ma soprattutto Cristiana Morganti-coreografa è legata ad un modo di coreografare che potremmo definire calligrafico: una coreografia cioè improntata su forme minime come la conferenza danzata (Moving with Pina), il monologo (Jessica and me) per arrivare al massimo al duetto, come nel caso di A Fury tale. Ora Morganti si misura per la prima volta con una compagnia, quantomeno una parte di essa, e si muove attraverso il linguaggio che le è più familiare, ovvero il teatro-danza. Va subito precisato che la coreografia si interroga sulla professione del ballerino: è stata una libera scelta diventare danzatore? Una costrizione? Una sorta di eredità?

Cosa troviamo di teatro-danza in Non sapevano dove lasciarmi…? Un po’ di tutto. Uomini che indossano tutù, corse e rincorse per la scena, simulazioni di interviste, sigarette accese, le immancabilissime urla, il sorriso del pubblico che sgorga spontaneo alla visione di determinate gag, parodie di celebri titoli di repertorio che guizzano di tanto in tanto, assoli femminili sbalzati in controluce… insomma, materiale già ampiamente esplorato altrove. Per cosa si fa apprezzare il lavoro di Morganti, quindi? Crediamo soprattutto per il lavoro strettamente registico e per la bravura del cast. Morganti sa infatti miscelare molto bene questo mare magnum di teatro e danza: sa quando è il momento giusto per introdurre una gag e quando farla smettere. Sa quando è il momento di far danzare e quando non far danzare. Si ha la sensazione si trovarsi di fronte ad un’immensa matassa, i cui fili siano sempre sul punto di aggrovigliarsi… ma ecco che interviene prontamente Morganti a riportare la propria creazione ad un alveo scorrevole e consequenziale. È un senso della misura sincero che si avverte per tutta la durata dello spettacolo: un senso della misura che lo rende godibile. Il pubblico sta al gioco, si diverte e lo apprezza. Come già accennato, al successo della serata hanno contribuito i danzatori di Aterballetto (il primo cast al Teatro Valli di Reggio Emilia ha visto in scena Saul Daniele Ardillo, Damiano Artale, Hektor Budlla, Martina Forioso, Valerio Longo, Grace Lyell, Ivana Mastroviti, Giulio Pighini, Lucia Vergnano): un cast che ha dato prova di volersi mettere in gioco riuscendoci.

Tanto è composito, variegato e proteiforme il lavoro di Morganti quanto è opprimente e ossessivo Wolf di Hofesh Shechter. È anzitutto un lavoro corale, che coinvolge l’intera compagnia. Tutto la coreografia è permeata da un’insistita idea di branco e appartenenza. La collettività assume una cifra inesorabile perché chi tenta di uscire dal branco ne viene richiamato nuovamente all’interno. Non sembra esistere via di scampo: il ritmo è ossessivo, scandito da una danza fitta e primordiale. I danzatori strisciano e gattonano ma eccoli nuovamente in piedi, nuovamente insieme in un serrata alzata di mani e scrollar di spalle. Un ultimo battito di mani, le luci si spengono, fine: si inspira a pieni polmoni e si tenta di tornare alla normalità.

Ricordiamo che questo dittico segna la fine della direzione artistica di Cristina Bozzolini e della direzione generale di Giovanni Ottolini, sostituiti rispettivamente da Pompea Santoro (anche se si indiscrezioni pubblicate ieri dalla stampa annunciano ipotesi di dimissioni a soli due mesi dalla nomina) e Gigi Cristoforetti.

La recita del 10 novembre 2017 vista al Teatro Valli di Reggio Emilia ha registrato il tutto esaurito e copiosissimi applausi. Non sapevano dove lasciarmi… di Cristiana Morganti e Wolf di Hofesh Shechter saranno nuovamente in scena il 24 febbraio 2018 al Teatro Comunale di Ferrara e  l’11 maggio 2018 al Teatro Comunale di Modena.

Matteo Iemmi

16/11/2017

Foto: 1.-6.  Aterballetto, Non sapevano dove lasciarmi… di Cristiana Morganti, ph. A. Anceschi; 7.- 10. Aterballetto, Non sapevano dove lasciarmi… di Cristiana Morganti, ph. Viola Berlanda; 11.-14.   Aterballetto, Wolf di Hofesh Shechter, ph. A. Anceschi; 15.- 18. Aterballetto, Wolf di Hofesh Shechter, ph. Viola Berlanda.

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