Leone d’oro alla carriera per la Danza a Steve Paxton. Leone d’argento a Michele Di Stefano.
Il prestigioso riconoscimento a Steve Paxton, negli anni Sessanta fra i fondatori del Judson Dance Theater e maestro del contact improvisation. Premiato anche un italiano: Michele Di Stefano, del Gruppo mk, con il Leone d’argento.
La Biennale di Venezia – 9. Festival Internazionale di Danza Contemporanea diretto da Virgilio Sieni, ha attribuito Leone d’oro alla carriera per la Danza a Steve Paxton. Nuovo il riconoscimento del Leone d’argento per la Danza, attribuito a Michele Di Stefano, fondatore di mk, gruppo che si occupa di ricerca corporea, coreografia e indagine sonora.
Queste le motivazioni.
Il Leone d’oro alla carriera è stato attribuito a Steve Paxton “per aver aperto il luogo della danza allo studio capillare del movimento come fonte continua di origini proiettando la ricerca sulla gravità al sistema delle articolazioni e intuendo prima di tutti, una danza tra ascolto e trasfigurazione delle tecniche. Emerge una percezione dell’essere umano che eleva la danza a valore fondante della cultura e dei sistemi di relazione. La continua frequentazione del gesto, ci ha indicato come l’uomo possa ampliare la sua visione sul mondo congiungendo la memoria alla consapevolezza di appartenere ad un corpo e aprendo “silenziosamente” strade innovative ad una ricerca sconfinata in tutte le arti”.
Il Leone d’argento per la Danza è stato attribuito a Michele Di Stefano “per aver introdotto attraverso la coreografia un corpo vibratile e musicale coincidente con l’immagine dell’uomo in continua osservazione del paesaggio e della geografia. Per aver scelto il linguaggio della danza allo scopo di dar luogo a camminamenti antropologici che ci lasciano intuire la presenza di tribù organizzate per posture, dinamiche irregolari, e decostruzione dei perimetri spaziali, all’interno di ciascuno di noi. Michele Di Stefano ci illustra col corpo la fauna e la flora che insieme irrorano la capacità dell’uomo di trasfigurarsi, e salvarsi, col gesto della danza”.
In passato il riconoscimento alla carriera per la Danza era stato attribuito a Merce Cunningham (1995), Carolyn Carlson (2006), Pina Bausch (2007), Jirí Kylián (2008), William Forsythe (2010) e Sylvie Guillem (2012).
Steve Paxton (Phoenix – Arizona, 1939)
Da Phoenix, dove è nato nel 1939, Paxton si trasferisce a New York nel 1958. Dopo gli studi al Connecticut College, danza nella Merce Cunningham Company dal 1961 al 1964 e ha un ruolo di primo piano nei mutamenti profondi che in quegli anni subisce la danza moderna. Nel 1962 è fra i fondatori del Judson Dance Theater, centro di irradiazione del post modern americano; nel 1970 fonda il gruppo di ricerca Grand Union. Yvonne Rainer, compagna di viaggio al Judson come nel Grand Union, ama dire scherzando che lei ha inventato la corsa e Paxton la camminata, e davvero molti dei primi lavori di Paxton – da Proxy del 1961, Transit del 1962, English del 1963 a Satisfyin’ Lover del 1967 – resero fondamentale l’atto di camminare. Fra i suoi lavori più significativi si ricorda: Goldberg Variations e Part, su musiche e interventi vocali di Robert Ashley. Una delle sue ultime apparizioni in Europa è stata in duetto con Trisha Brown a Vienna nel 1996 e in coppia con Lisa Nelson per Excavations continued. Paxton è inoltre famoso come il fondatore di una tecnica di movimento conosciuta come contact improvisation. Ha ricevuto due volte il New York Bessie Award, ed è stato vincitore di borse di studio di importanti istituzioni – Change, Inc., Foundation for Performance Arts, John D. Rockefeller Fund, Guggenheim Fellowship. E’ fra gli editorialisti della rivista di studi “Contact Quarterly Dance Journal”. All’attività coreografica e di ricerca affianca lezioni universitarie e insegnamento che svolge prevalentemente negli Stati Uniti e in Europa.
Michele Di Stefano (Milano – Italia, 1963)
Dopo la laurea in letteratura tedesca, intraprende una attività autodidatta di studio e ricerca sul movimento, che lo porta a fondare alla fine degli anni ‘90 il gruppo mk, per il quale è coreografo e performer. Il gruppo è da subito invitato nei più importanti festival della nuova scena in Italia e all’estero con date in Giappone, Gran Bretagna, Germania, Indonesia, Stati Uniti, Spagna, Portogallo etc, e una presenza costante sul territorio nazionale. Tra le produzioni recenti: Instruction series (in collaborazione con Xing), Il giro del mondo in 80 giorni (con due danzatori della William Forsythe Company e diversi artisti italiani), Quattro danze coloniali viste da vicino e Grand Tour, Impressions d’Afrique (presentato anche alla Biennale Danza 2013), Robinson (in collaborazione con l’artista visivo Luca Trevisani, su musiche di Lorenzo Bianchi Hoesch, è presentato con quattro allestimenti diversi anche al Museion di Bolzano). Riallestisce Giuda, progetto commissionato da Antonio Latella e riproposto a Berlino all’ICI/Institute for Cultural Inquiry nel ciclo di performance “Anatopies for a Critique of Spatial Reason”. Il Festival Internazionale di Santarcangelo 2014 invita i coreografi Michele Di Stefano, Cristina Rizzo e Fabrizio Favale ad articolare con un progetto speciale la programmazione di danza del festival. Alla circuitazione degli spettacoli si affianca una intensa attività di conferenze, laboratori e proposte sperimentali, tra le quali Clima (in collaborazione con Teatro di Rome e Santarcangelo dei Teatri – performance realizzata con la partecipazione del pubblico), le Accademie Eventuali a Bologna con Margherita Morgantin (Museo Storico della Città di Bologna, Fondazione FURLA e Carisbo), Reform club per la Scuola Paolo Grassi di Milano (presentata alla Biennale Danza 2011), fra i tanti. Nel 2014 riceve una commissione coreografica da Aterballetto ed è invitato dalla National Korean Contemporary Dance Company a creare uno spettacolo per la compagnia (debutto settembre 2014 Seoul). Nel 2000 Michele Di Stefano riceve il premio Danza&Danza per il contemporaneo.
Nelle foto
- Steve Paxton, ph. Monika Rittershaus, Berlino, 2014
- Michele di Stefano in Speak Spanish, Grupp mk, ph. Amedeo Novelli