La recensione

L’eleganza del Pulcinella di Arianna Benedetti per il Nuovo BallettO di ToscanA

Pulcinella, coreografia di Arianna Benedetti su musica di Igor Stravinskij (da G.B. Pergolesi), produzione del Nuovo BallettO di ToscanA diretto da Cristina Bozzolini è un lavoro elegante e ben articolato, che trova la propria cifra vincente nell’estrema chiarezza compositiva, in perfetto accordo con le curve musicali di Stravinskij. Apprezziamo in particolare lo stile della coreografa, frutto di un’originale ricerca sul movimento, qui esaltato dalla bravura degli undici interpreti. Ad impreziosire il lavoro, le luci di Carlo Cerri e i costumi di Santi Rinciari. Nell’articolo la recensione del debutto al Teatrodante Carlo Monni di Campi Bisenzio.

Passato e presente, identità e memoria, si intrecciano in Pulcinella, produzione del Nuovo BallettO di ToscanA, ‘ultima’ in termini di tempo e ‘prima’, ufficialmente, del nuovo corso dell’ensemble diretto da Cristina Bozzolini. Coreografia di Arianna Benedetti su musica di Igor Stravinskij, la creazione è stata presentata in prima assoluta, il 24 novembre 2018, al Teatrodante Carlo Monni di Campi Bisenzio (Firenze); è poi tornata in scena, a dicembre, al Teatro Borsi di Prato, e dopo un intenso tour sarà in scena il 30 marzo 2019 al Teatro Comunale di Vicenza.

Riconosciuto dal MiBACT, il Nuovo BdT nasce in realtà già carico di storia, figlio di quel glorioso Balletto di Toscana che, alla fine degli anni ‘80, esplose sulla scena nazionale della danza contemporanea restando per oltre quindici anni simbolo di eccellenza italiana, nonché culla di alcuni tra i maggiori talenti della nostra coreografia (pensiamo, tra gli altri, a Mauro Bigonzetti, Fabrizio Monteverde, Virgilio Sieni).

Non solo. Il Nuovo BdT raccoglie anche l’eredità della più recente formazione giovanile fiorentina, lo Junior BdT, che negli ultimi anni si è distinto su numerosi palcoscenici italiani con produzioni originali a firma di storici autori e nuovi nomi della coreografia contemporanea (ricordiamo, tra le più recenti, la premiata Giselle di Eugenio Scigliano e Bella addormentata di Diego Tortelli, creazione del 2017 e in tournée anche in questa stagione).

Ci pare significativa la scelta di Pulcinella per l’inaugurazione della nuova via del BdT: composto da Stravinskij tra il 1919 e il 1920, a partire dalle musiche settecentesche attribuite a Pergolesi, “Ballet avec chant” Pulchinella nasceva, non a caso, da una riscoperta e rielaborazione del passato. A spingere il compositore in questa direzione era stato un altro grande russo, l’instancabile impresario dei Ballets Russes Serghei Diaghilev, reduce da analoghi successi (Donne di buonumore di Scarlatti/Tommasini e Boutique fantasque di Rossini/Respighi) e nuovamente in campo con la squadra vincente di Léonide Massine e Pablo Picasso.

Per l’occasione, Stravinskij modificò il proprio sguardo creativo nell’orientamento, ma non nella profondità e nel segno, che al contrario rinacquero vigorosi e irresistibilmente potenti: l’effetto fu dirompente, tanto quanto un tempo lo erano state le note dell’inatteso Sacre.

Al centro dell’ispirazione, la maschera immortale di Pulcinella, protagonista della Commedia dell’arte e ‘zanni’ per eccellenza, furbescamente ingenuo, innocentemente scaltro, sapientemente sregolato. Nel contrasto tra l’abito spumoso e le curve appuntite del suo volto, l’universale duplicità degli uomini di ogni tempo: servi e padroni, tragici e comici, vincitori e sconfitti tra le strade pericolanti del mondo.

Arianna Benedetti, coreografa livornese, già fondatrice del gruppo di sperimentazione coreografica Antitesi e da tempo collaboratrice di Cristina Bozzolini, si avvicina con garbo alle corpose note di Stravinskij, da un lato assecondandone i trascinanti accenti, dall’altro sfidandone la perentorietà: il suo stile di angoli e curve, in equilibrio tra movimenti spezzati e continui, accoglie i ritmi pieni di Stravinskij trattenendo l’eco di note squillanti tra i contorni di gesti vaporosi e quieti.

Nella prima scena, è una donna a rompere le regole del gruppo, emergendo chiara oltre i confini di una ‘scatola’ scura e nel silenzio di immobili abitanti. Nel suo moto deciso eppure sinuoso, risoluto e morbido insieme, c’è già lo spirito di ogni possibile Pulcinella, contrario alle storture del mondo e libero per le vie del suo tempo. Ma è anche l’inizio di un canto d’amore, tra ritrosie e inganni, equivoci e nuovi incontri; un’avventura giocosa, in bilico tra la vittoria e la disfatta, che nasconde tra i risvolti di ironiche schermaglie la lotta di sempre e di tutti all’inesororabilità della storia e del tempo.

La danza di Benedetti si evolve presto in quadri di gruppo, quartetti e passi a due, abilmente alternati secondo le curve musicali di Stravinskij e Pergolesi. Sullo sfondo, il rocambolesco intreccio che porta Pulcinella nel mirino dei suoi rivali d’amore; da qui, la ‘simulata’ dipartita e la finale riconciliazione, fino all’attesa unione con l’amata Pimpinella. La stretta cornice narrativa, nella creazione di Benedetti, lascia spazio ad un quadro più ampio i cui contorni sfumano tra i colori di un’umanità in movimento, specchio delle contraddizioni contemporanee: una comunità a tratti inconsapevole delle proprie schiavitù, omologata nelle vesti e assuefatta a moderne abitudini, offuscata da antiche incomprensioni e rinnovate solitudini. Eppure ancora in moto, inarrestabile e fiera, pungente con le scelleratezze del mondo e candidamente ostinata a regolarne il senso.

 

Troviamo particolarmente riuscite le scene di gruppo, in cui Arianna Benedetti gestisce con sapienza sincronie e contrappunti, generando quadri di trascinante dinamismo; bello il pezzo per quattro interpreti, uomini dal passo energico e cadenzato, tra spirito goliardico ed espressioni scanzonate. E poi le donne, dal passo rapido e grazioso, che circondano vezzose i ‘doppioni’ di Pulcinella: intelligente variante stilistica che spezza e impreziosisce il disegno coreografico d’insieme.

Un lavoro elegante e ben articolato, che trova la propria cifra vincente in un’estrema chiarezza compositiva, in perfetto accordo con le traiettorie musicali di Stravinskij. Apprezziamo in particolare lo stile della coreografa, frutto di un’originale e personale ricerca sul movimento (con lontane radici nell’hip hop), qui esaltato dalla bravura degli undici interpreti, per noi veri protagonisti del nuovo corso del BdT.

Troviamo in questi danzatori, straordinaria consapevolezza scenica e chiara padronanza di un movimento deciso, puntuale, nello stesso tempo flessuoso e morbido, in grado di passare rapidamente da gesti brevi e veloci a passi ampi e quieti. Nei loro corpi disciplinati dalla danza classica, che istintivamente si curvano schivando le inesattezze del mondo, leggiamo l’evoluzione di una nuova generazione di ballerini: uomini e donne senza maschere, esposti nelle proprie inquietudini e risoluti nelle proprie scelte, figli di un tempo che vuole etichettarli e voce di un presente in rinascita.

Segnaliamo Roberto Doveri, protagonista di carismatica presenza, abile nell’isolare i singoli gesti, potenziandone l’intensità, per poi passare ad una dinamica di movimento fluida e pulsante. Si distingue nei brani di gruppo e mantiene la propria luce nel pas de deux finale, circondato dalle rette bianche del suo mondo ritrovato e all’ideale specchio del suo perfetto Altro. Brava Lisa Cadeddu, danzatrice della prima scena, accattivante nel suo movimento frammentato, che alterna linee e rotondità in fulminei cambi di direzione e sospensioni. Ci colpiscono Alessandro Torresin, energico e brillante, Veronica Galdo, interprete dal volto intenso che piacevolmente contrasta con il movimento sinuoso, Angelica Mattiazzi, limpida e rigorosa tra le rette puntuali e le inaspettate curve del gesto. E poi ancora, Aisha Narciso, Francesca Capurso, Matilde Di Ciolo, Niccolò Poggini, Paolo Rizzo, Enrica Sabella: un gruppo eccellente, nella cui certezza tecnica e malleabilità stilistica intravediamo grandi potenzialità interpretative e possibilità creative.

A chiudere il cerchio della creazione i raffinati costumi di Santi Rinciari, i cui colori tenui, dall’azzurro all’ocra, disegnano i contorni gentili di moderni Pulcinella in perfetto accordo con le suggestioni della composizione coreografica. E infine, le luci di Carlo Cerri, maestro del lighting design italiano, i cui tagli lunari potenziano la nostalgica atmosfera del mondo di Pulcinella tra spiragli di nuove speranze e giovani rivoluzioni.

Ottima l’accoglienza del pubblico alla Prima di Campi Bisenzio e applausi per tutti i protagonisti.

Lula Abicca

22/03/2019

Foto: 1. Nuovo BallettO di ToscanA in Pulcinella di Arianna Benedetti; 2.-4. Nuovo BallettO di ToscanA in Pulcinella di Arianna Benedetti, ph. Alessandro Botticelli; 5.-9. Nuovo BallettO di ToscanA in Pulcinella di Arianna Benedetti, ph. Giuseppe Distefano.

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