La recensione

La Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala al Festival di Parma con SempreVerdi

SempreVerdi è il titolo dello spettacolo portato in scena dalla Scuola al Teatro Regio il 30 e il 31 ottobre 2014 nell’ambito del Parma Festival. In programma due cavalli di battaglia della scuola, Serenade di George Balanchine e Gymnopédies di Petit. Novità Le quattro stagioni, riuscita creazione ideata da Frédéric Olivieri per il Festival Verdi 2014, sul divertissement del terzo atto de Les vêpres siciliennes,un balletto sofisticato, d’impianto neoclassico, di grande impatto visivo e scenico.

Appare un po’ straniante quest’anno il programma del Festival Verdi di Parma: una sola opera (La forza del destino) allestita al Teatro Regio, un’altra (La Traviata) al Teatro Verdi di Busseto, più una serie nutrita ed eterogenea di eventi collaterali. Fra questi si inserisce SempreVerdi, lo spettacolo della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala che presenta anche una coreografia in omaggio al Cigno di Busseto. Un nuovo tassello che sembra voler proseguire idealmente il bicentenario verdiano appena conclusosi. Nel corso delle stagioni appena trascorse, sono state infatti moltissime le compagnie e i corpi di ballo a rendere omaggio a Giuseppe Verdi: dal Corpo di ballo dell’Opera di Roma e dell’Arena di Verona, fino al Balletto di Milano, il Balletto di Siena, Artemis Danza…

Gli spettacoli della Scuola di Ballo si inseriscono nell’attuale tendenza per cui giovani realtà vengono coinvolte in serate già a carattere istituzionale (è il caso di citare ad esempio il Gala della Scuola di Ballo del Teatro di San Carlo di Napoli, ormai appuntamento clou della rassegna Autunno Danza): non solo ‘in casa’ ma anche in diverse tournée presso teatri e festival.

In Italia, la Scuola di Ballo della Scala è a tutt’oggi una delle principali fucine di futuri professionisti. Fondata nel 1813 e arrivata quindi nel 2013 a festeggiare i duecento anni di vita, la Scuola contribuì nel corso dell’Ottocento alla creazione del ‘mito’ della ballerina italiana, tanto in Europa quanto presso i Balletti Imperiali della Russia zarista. Molti e prestigiosi anche gli insegnanti che nel corso del tempo hanno cooperato alla fama dell’Istituzione: Carlo Blasis, Enrico Cecchetti, Caterina Beretta… Del 2006 è invece l’insediamento alla direzione di Frédéric Olivieri che, a seguito della direzione artistica del Corpo di Ballo della Scala dal 2002 al 2007, ha ripristinato coreografie accademiche e di derivazione accademica anche per gli spettacoli della Scuola. Le acquisizioni degli ultimi anni sono moltissime e prestigiose e lo spettacolo presentato a Parma ne ha offerto un esempio.

Hanno aperto la serata Serenade di George Balanchine sulla Serenata in do maggiore per orchestra d’archi, op. 48 di Pëtr Il’ič Čajkovskij e Gymnopédies di Roland Petit su musica di Erik Satie, ormai veri e propri biglietti da visita degli spettacoli della Scuola. Due pagine di grande fascino ancorché molto diverse per vocabolario e forma. Se l’affresco balanchiniano ha permesso di apprezzare l’omogeneità, l’armonia e la sicurezza nel salto della sezione femminile, il cammeo di Petit ha messo in luce le capacità interpretative dei tre solisti, in particolare della coppia principale (ahinoi, non possiamo citarne i nomi perché non riportati né sul programma di sala né sul sito del Teatro). Gymnopédies fu ideato da Petit nel 1987 per Dominique Khalfouni, già étoile del Balletto dell’Opéra e poi danzatrice indipendente ma a lungo legata alla Compagnia di Roland Petit. Un numero, quindi, giocato sulla maturità artistica degli interpreti cui il coreografo non ha risparmiato alcuni dei suoi celebri tic e stilemi (basti solo pensare alla plasticità nel gioco di braccia pensate per la ballerina). Ha chiuso la serata Le quattro stagioni, creazione ideata da Frédéric Olivieri per il Festival Verdi 2014, sulla musica del divertissement (Les Saisons) tratto dal terzo atto de Les vêpres siciliennes. Olivieri pensa ad un balletto sofisticato non solo nella costruzione dei passi e nell’architettura ma anche nei costumi e disegno luci. Insomma, uno spettacolo veramente completo. L’impianto generale è tipicamente neoclassico, con grandi ensemble intervallati da terzetti o assoli (a questo proposito, di grande impatto visivo e scenico è risultato quello previsto in apertura dell’ Été). La sfavillante ‘coda’ ha poi visto tutti gli interpreti riuniti prima dell’ultimo congedo dal pubblico che non ha mancato di applaudire con calore.

Fra masse artistiche che vengono esternalizzate e corpi di ballo che non riescono a trovare una via di scampo alla morsa della crisi… serate simili fanno ben sperare. I talenti ci sono: l’augurio più sincero è che possano pensare di poter avere un futuro… anche in Italia.

Matteo Iemmi

10/11/2014

Nelle foto la Scuola di ballo dell’Accademia Teatro alla Scala: 1. e 2. Danilo Lo Monaco e Agnese Di Clemente in Gymnopédies di Petit; 3. Fabio Rinieri in Gymnopédies di Petit; 4. Vanessa Vestita in Serenade di Balanchine; 5. Martina Arduino e Francesco Leone in Serenade di Balanchine; 6. Martina Arduino in Serenade di Balanchine; 8. Francesco Leone e Agnese Di Clemente in SempreVerdi di Olivieri; 9. – 10.  Martina Arduino  in SempreVerdi di Olivieri.

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