John Cranko. La biografia di un Maestro nella narrazione attraverso la danza
Il coreografo e direttore sudafricano John Cranko (1927-73) è stato una figura chiave del balletto europeo del XX secolo. Direttore del Balletto di Stoccarda dal 1961 alla sua morte, a soli 45 anni, ha creato diversi capolavori coreografici, ancor oggi rappresentati nelle principali compagnie di tutto il mondo: Romeo e Giulietta (1961), Onegin (1965, 1967) e La bisbetica domata (1969).
John Cranko è stato uno dei più grandi coreografi del XX secolo, noto per la sua straordinaria capacità narrativa e la profondità psicologica dei suoi balletti. Grazie alla sua sensibilità artistica e alla maestria nella costruzione drammaturgica, ha creato alcuni dei più grandi capolavori della danza, lasciando un segno indelebile nella storia del balletto.
Gli inizi: dal Sudafrica a Londra
Nato a Rustenburg, in Sudafrica, il 15 agosto 1927, John Cranko inizia a studiare danza classica nell’adolescenza a Johannesburg. La sua vera formazione avviene a Città del Capo, sotto la guida di Dulcie Howes, un’insegnante che nel 1934 aveva fondato, su invito del decano della Facoltà di Musica dell’Università di Città del Capo, la Cape Town Ballet School, scuola che 1941 offriva un corso di diploma triennale.
Nel 1945 Cranko crea per il Cape Town Ballet Club la sua prima coreografia basata sulla Suite de L’histoire du soldat di Stravinskij.
Nel 1946 si trasferisce in Inghilterra, dove prosegue gli studi presso la scuola del Sadler’s Wells di Londra, l’attuale The Royal Ballet School.
Nella stagione 1947/1948 entra a far parte come ballerino del Sadler’s Wells Ballet (poi divenuta The Royal Ballet), ma ben presto si dedica esclusivamente alla coreografia.
Il suo primo grande successo arriva nel 1947 con Children’s Corner, un balletto ispirato alle musiche di Debussy, che riscuote un enorme consenso per l’originalità della narrazione e il raffinato uso della danza per esprimere emozioni complesse. Sempre di quegli anni sono Beauty and the Beast (1949) su musica di Maurice Ravel, Sea Change (1949) su musica di Jean Sibelius e The Shadow (1953), questi ultimi due creati in collaborazione con il designer John Piper.
In quegli anni Cranko continua a esplorare il balletto narrativo, collaborando con alcune delle compagnie più importanti al mondo. Per il New York City Ballet crea The Witch (1950), per il Rambert Ballet Variations on a Theme (1954), per il Balletto dell’Opéra di Parigi La Belle Hélène (1955), per il Teatro alla Scala una sua primissima versione di Romeo e Giulietta (1958). Nel 1960 curò anche la regia dell’opera A Midsummer Night’s Dream di Benjamin Britten al Festival di Aldeburgh.
Tra le sue principali creazioni di quel periodo vanno ricordati due balletti coreografati per il Royal Ballet: il balletto comico Pineapple Poll (1951) e The Prince of the Pagodas (1955), il suo primo balletto a serata intera, una coreografia costruita su una partitura appositamente commissionata a Benjamin Britten e che racconta la storia di un imperatore e delle sue due figlie, la malvagia sorella maggiore Belle Epine e giovane e bella Belle Rose che con l’aiuto del Principe di Pagode Land riesce a sconfiggete la sorella cattiva.
Pineapple Poll, su musica di Arthur Sullivan, arrangiata da Charles Mackerras, è ispirato alla ballata The Bumboat Woman’s Story di William Schwenck Gilbert. Leggero e divertente, il balletto racconta la storia di Pineapple Poll, una vivace venditrice di fiori che si innamora perdutamente del Capitano Belaye della HMS Hot Cross Bun. Lei, insieme a un gruppo di altre giovani donne, si traveste da marinaio per poter stare più vicina all’affascinante ufficiale. Dopo una serie di esilaranti equivoci e scambi d’identità, la storia si conclude con una svolta romantica inaspettata. Già in questo balletto Cranko rivela il suo acuto senso dell’umorismo la sua capacità di utilizzare in modo espressivo la pantomima.
Di seguito Pineapple Poll, in una registrazione del 1959 della BBC con il Sadler’s Wells Theatre Ballet.
L’ascesa a Stoccarda e la creazione di capolavori
Nel 1961, Walter Erich Schaefer, Direttore Generale del Württemberg State Theatre (oggi Staatstheater Stuttgart), lo nomina direttore del Balletto di Stoccarda, compagnia che sotto la sua direzione diventa una delle migliori compagnie di danza europee.
Inizialmente, Cranko lavora su piccole coreografie, ma ben presto inizia a plasmare una compagnia innovativa, selezionando giovani talenti come Egon Madsen, Richard Cragun, Birgit Keil e la straordinaria ballerina brasiliana Marcia Haydée, che diventerà la sua musa ispiratrice.
La svolta avviene nel 1962 con la creazione del suo Romeo and Juliet, che ottiene un successo straordinario e consacra Cranko come uno dei più grandi narratori del balletto. Questa versione (poi resa nella sua forma definitiva nel 1967), è certamente tra le più belle trasposizioni coreografiche della tragedia shakespeariana per l’intensa profondità emotiva e la fluidità della narrazione coreutica. Cranko enfatizza la psicologia dei personaggi attraverso movimenti espressivi e pas de deux di straordinaria intensità. La sua coreografia fonde lirismo e dramma, rendendo i momenti più intimi e tragici estremamente coinvolgenti. Rispetto ad altre versioni, come quella di MacMillan, il balletto di Cranko ha una costruzione drammaturgica più teatrale e una maggiore attenzione ai dettagli gestuali, esaltando il pathos della storia.
Di seguito il balletto in una registrazione del 1973 con il balletto di Stoccarda e con Marcia Hardée, Richard Cragun e Egon Madsen quali protagonisti.
Seguono altri capolavori, tra cui Onegin (1965), ispirato al romanzo di Puškin e caratterizzato da una profonda introspezione psicologica, e The Taming of the Shrew (1969), una brillante trasposizione in danza della commedia di Shakespeare La Bisbetica Domata.
Onegin di Cranko è un’opera di straordinaria intensità emotiva caratterizzata da grande ricchezza coreografica, potenza espressiva e profondità di coloriture psicologiche nel tratteggio dei personaggi. Il balletto racconta la storia di Onegin, un giovane aristocratico annoiato dalla vita che si lascia sfuggire quello che troppo tardi riconoscerà come il vero, grande amore. Per maggiori approfondimenti su questo balletto cliccare QUI.
Di seguito il balletto completo con il Balletto di Stoccarda e con Friedmann Vogel nel ruolo di Onegin, e Alicia Amatrian in quello di Tatiana, David Moore in quello di Lensky e Elisa Badenes in quello di Olga.
La Bisbetica Domata è un balletto brillante e spiritoso, caratterizzato da una narrazione vivace e una coreografia ricca di gestualità teatrale. Basato sulla commedia di Shakespeare, il balletto esprime con ironia il gioco di potere tra Caterina e Petruccio, enfatizzando il loro rapporto attraverso passi dinamici, duetti virtuosistici e un uso espressivo del corpo. Cranko equilibra il romanticismo con la comicità, dando vita a un’opera dal ritmo incalzante e di grande impatto scenico.
In tutti questi balletti Cranko dimostra una straordinaria abilità nel tradurre la letteratura in danza, creando opere in cui la tecnica classica si fonde con una narrazione fluida e coinvolgente. I suoi balletti, caratterizzati da pas de deux di grande intensità emotiva, diventano simbolo di un nuovo approccio alla drammaturgia coreutica.
Gli anni Settanta
Tra i successi di Cranko, creati al Balletto di Stoccarda negli anni Settanta, figurano Poème de l’Extase, Carmen e Traces.
Poème de l’Extase (1970) è un balletto incentrato sulla figura di una diva matura che, durante un incontro con un giovane ammiratore nel suo salotto, rivive attraverso visioni i suoi amori passati. Nonostante la tentazione, la protagonista decide di rinunciare a una nuova avventura amorosa con il giovane, riflettendo sulle convenzioni sociali e sulla propria esperienza di vita.
La musica del balletto è basata sul poema sinfonico Le Poème de l’Extase del compositore russo Alexander Scriabin. La scenografia e i costumi furono realizzati da Jürgen Rose, che si ispirò allo stile Jugendstil, conferendo all’opera un’atmosfera opulenta e decadente. La prima mondiale del balletto vide la partecipazione straordinaria di Margot Fonteyn nel ruolo principale, affiancata da Egon Madsen. Successivamente, il 15 febbraio 1972, Poème de l’Extase fu presentato al Royal Opera House di Londra dal Royal Ballet. Questo balletto rappresenta una delle opere più controverse di Cranko, affrontando temi tabù come la relazione tra una donna matura e un uomo più giovane, e distinguendosi per la sua profondità emotiva e la complessità coreografica.
La Carmen di John Cranko (1971) è un balletto narrativo in sette quadri, basato sull’omonima novella di Prosper Mérimée. Cranko non solo ha curato la coreografia, ma ha anche scritto il libretto. La musica è stata composta da Wolfgang Fortner in collaborazione con Wilfried Steinbrenner, utilizzando collage tratti dall’opera Carmen di Georges Bizet e rielaborati secondo la tecnica dodecafonica.
Traces (1973), coreografato sulla Decima Sinfonia incompiuta di Gustav Mahler, è uno degli ultimi balletti creati da John Cranko nel 1973, poco prima della sua prematura scomparsa all’età di 45 anni.
Il successo internazionale e il lascito
Grazie alla guida di John Cranko, negli anni ’60 e ’70, il Balletto di Stoccarda diventa una delle compagnie più rinomate al mondo.
Nel 1969, il Balletto di Stoccarda conquista il pubblico americano con una storica stagione al Metropolitan Opera di New York, ottenendo un successo senza precedenti. La compagnia gira il mondo, portando le opere di Cranko nei teatri più prestigiosi e consolidando la sua fama internazionale.
Il coreografo non solo crea capolavori senza tempo, ma incoraggia anche i giovani talenti a sperimentare la coreografia, dando spazio a futuri grandi nomi come Jiří Kylián e John Neumeier.
La sua capacità di raccontare storie con profondità emotiva, la chiarezza della struttura drammatica e la sua innovativa concezione del balletto narrativo influenzano anche altri numerosi coreografi tra cui Kenneth MacMillan e Peter Wright.
Ricordiamo inoltre che nel 1971, proprio su impulso di Cranko, il Balletto di Stoccarda istituisce la propria scuola di balletto, rinominata John Cranko Schule nel 1974. Per la prima volta nella Germania Ovest dell’epoca fu possibile ricevere un’istruzione completa nella danza classica, dalla formazione di base fino al livello professionale.
Purtroppo, il 26 giugno 1973, all’età di soli 45 anni, John Cranko muore improvvisamente durante un volo di ritorno da una tournée negli Stati Uniti.
Nonostante la sua prematura scomparsa, il suo lascito continua a vivere attraverso i suoi balletti, ancora oggi rappresentati nei principali teatri del mondo.
Francesca Bernabini
01/03/2024
Foto: 1.-3. John Cranko, 1967, ph. Hannes Kilian, Stuttgart Ballet ; 4. John Cranko con Marcia Haydée e Bernd Berg, 1962, ph. Hannes Kilian, Stuttgart Ballet; 5. John Cranko con Marcia Haydée e Richard Cragun durante le prove di The Taming of the Shrew, 1969, ph. Hannes Kilian, Stuttgart Ballet; 6. da sinistra Alan Beale, Egon Madsen, John Cranko, Richard Cragun, Anne Wolliams, Marcia Haydée, ph. Hannes Kilian; 7. John Cranko, ph. Hannes Kilian, Stuttgart Ballet.