La recensione

Il ritorno del Don Chisciotte di Rudolf Nureyev al Teatro alla Scala

Il Balletto del Teatro alla Scala torna in questi giorni ad uno dei grandi classici del proprio repertorio: Don Chisciotte di Rudolf Nureyev. Un pezzo glorioso della storia del Piermarini che non mostra affatto i segni del tempo. Nelle recite di apertura protagonisti la scaligera Nicoletta Manni, qui un’ottima Dulcinea, affiancata dal virtuoso Leonid Sarafanov, Principal del Mikhailovsky di San Pietroburgo. Ottima la teatralità dei personaggi mimati. Bella prova complessiva per tutti i solisti e il Corpo di Ballo. Le recite proseguono fino al 1 aprile 2016.

Sembra una ripresa passata un po’ in sordina quella del Don Chisciotte di Rudolf Nureyev in scena fino al 1 aprile 2016 al Teatro alla Scala, quasi incastrata tra Lo Schiaccianoci di Nacho Duato, le cui recite si vanno esaurendo in questi giorni, e quella che sarà la seconda nuova produzione di balletto per la stagione corrente, ovvero Il giardino degli amanti di Massimiliano Volpini. Un peccato. Innanzitutto perché, piaccia o meno, Don Chisciotte resta attualmente l’unica coreografia a serata intera del Tartaro Volante in repertorio alla Scala: un pezzo glorioso della storia del Massimo milanese dal 1980 fino ad oggi. E invecchiato benissimo oltretutto. E poi perché anche questa volta i cast riservano motivi di interesse.

Era attesa Alina Somova del Teatro Mariinsky nei panni di Kitri che, a causa di un infortunio, ha lasciato gli onori delle recite di apertura alla Prima ballerina scaligera Nicoletta Manni. Di Nicoletta Manni abbiamo parlato già tante altre volte e sarebbe quasi superfluo ribadire le doti di questa brava e giovane artista. Come Kitri però non convince fino in fondo. L’ingresso è stato molto cauto, fin troppo prudente per quella che dovrebbe essere l’entrata di una ragazza tutta pepe che furoreggia per la piazza di Barcellona. Giusto per limitarci alla coreografia di Nureyev, Lucette Aldous nella celebre registrazione del balletto dà questa dimensione al personaggio, sferzandolo con cambré molto pronunciati e colpi di ventaglio a terra quasi insolenti. Nureyev amava tantissimo un’accentazione marcata a sostegno delle proprie partiture coreografiche.

Nicoletta Manni è stata invece bravissima nella variazione di Dulcinea – quindi il contraltare lirico di Kitri – nella scena del giardino delle Driadi dove è apparsa molto più a suo agio, nobile e regale, nel tratteggiare la dama agognata da Don Chisciotte. Sintomatico forse del fatto che il repertorio più congeniale a questa ballerina sia di altro genere. Bene nel passo a due finale, nonostante i fouetté alla coda non eseguiti perfettamente sur place, dove ha fatto mostra di solidi equilibri. Peccato perché in altre occasioni ha sfoggiato fouetté doppi eseguiti con invidiabile precisione.

Leonid Sarafanov, Principal del Balletto del Teatro Mikhailovsky di San Pietroburgo ed unico artista ospite in questa ripresa del titolo, ha conservato negli anni un bel salto e un legato musicalissimo. Passa solitamente per essere grande virtuoso ma interprete un po’ compassato. Non in questo caso. Anzi, l’assidua frequentazione col personaggio di Basilio gli ha conferito una mimica spontanea ed espressiva che sommata al viso da eterno ragazzo ne fanno un interprete efficacissimo.

Le note migliori della ripresa del titolo vengono però dalla ‘vecchia guardia’ del Corpo di Ballo scaligero. Nello specifico, Giuseppe Conte (Don Chisciotte), Gianluca Schiavoni (Sancho Panza), Riccardo Massimi (Gamache) e Matthew Endicott (Lorenzo) sono riusciti a mantenere intatto lo spirito ‘picaresco’ del balletto. Il Don Chisciotte di Nureyev è infatti sempre in bilico tra follia e grottesco, tanto generoso nel concedere virtuosismi e complicatissimi passi agli interpreti principali quanto nel tratteggiare con grande teatralità i personaggi mimati: e proprio questi ultimi sono stati restituiti in modo eccellente. Splendido Antonino Sutera nei panni dello Zingaro.

Bellissima e nobile la Regina delle Driadi di Virna Toppi; simpatico e civettuolo l’Amorino di Antonella Albano. Bravi e chiassosi quanto basta Vittoria Valerio e Marco Agostino (rispettivamente la Ballerina di strada e Espada nonché solisti nel fandango).

Davvero una bella prova per il Corpo di ballo che incornicia la ‘folle giornata’ di Don Chisciotte; altrettanto degna di lode la sezione femminile alla scena del sogno così come la bacchetta di David Coleman a capo dell’Orchestra del Teatro alla Scala.

Matteo Iemmi

9/03/2016

Foto Don Chisciotte di Rudolf Nureyev: 1. Nicoletta Manni e Leonid Sarafanov; 2. Nicoletta Manni; 3.-4. Leonid Sarafanov; 10. Nicoletta Manni e Giuseppe Conte; 11. Nicoletta Manni e Leonid Sarafanov. Foto Brescia-Amisano, Teatro alla Scala.

 

 

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