Il Metodo Forsythe tra Teoria e Pratica
Il Metodo di Composizione del Movimento ideato da William Forsythe. Dalle Improvisation Technologies (1999) alla Motion Bank , (2010-2013), l’ultima iniziativa multidisciplinare di William Forsythe e della The Forsythe Company. A Roma, dal 15 al 19 dicembre 2014, un laboratorio intensivo teorico-pratico sul Metodo Forsythe.
William Forsythe è riconosciuto come uno dei coreografi più importanti nella storia della danza. Con la sua azione poetica ha avuto la capacità di riorientare la pratica del balletto, nella sua identificazione con il repertorio classico, come forma d’arte dinamica del XXI secolo.
La ricerca coreografica di William Forsythe ha inizio negli anni Ottanta. Nell’elaborare il suo metodo, il nostro coreografo partì dalle poetiche del corpo inaugurate da George Balanchine e Rudolf von Laban. Da Balanchine ereditò la passione per la “musica del corpo”: l’esigenza di trasferire nell’organizzazione coreografica l’architettura della composizione musicale. Da Rudolf von Laban, invece, apprese le teorie sulla suddivisione spaziale del movimento e le portò all’estremo. Nello smantellare e sospendere il modello di Laban, Forsythe individuò un’infinità di emergenti suddivisioni assiali, e notò che queste costruzioni geometriche potevano diventare per il danzatore il centro cinesferico di un particolare movimento. L’impulso dinamico, l’effort, per Forsythe poteva essere generato a partire da un qualsiasi punto dentro o fuori la cinesfera del danzatore (lo spazio intorno al corpo e alla sua portata).
Oggi, il Metodo di Composizione del Movimento ideato da William Forsythe si basa su concetti spaziali quali: la rotazione, l’estrusione, l’inscrizione, e la refrazione. Come viene chiaramente illustrato nel CD-Rom pedagogico, Improvisation Technologies (1999), questi concetti hanno condotto il nostro coreografo a codificare degli approcci creativi al movimento come quello del point point line.
Ma la risposta alle esigenze di un’arte complessa, quale quella coreografica, nel vasto ambito comunicativo teatrale, sta nei modi in cui Forsythe ha concepito i sistemi d’improvvisazione. Questi nascono da un intenso lavoro di ricerca sul e con il corpo del performer. Per facilitare al danzatore la creazione del materiale di movimento, Forsythe ha ingegnosamente creato un alfabeto di movimento. Il Metodo Forsythe sta nel duplice lavoro che permette ai danzatori: di sviluppare e legare insieme le cellule di movimento da lui ideate; e di costruire la dinamica a partire dall’impulso organico insito nel performer. La costruzione simultanea del contrappunto coreografico (cioè la relazione dei corpi nel tempo e nello spazio) vede l’improvvisazione non come soggetta al caso ma come una condizione derivante da un intenso allenamento e training del corpo-mente. I danzatori, così, possono affidarsi alla loro stessa capacità di accedere a movimenti appropriati individualmente e nel contesto collettivo.
Forsythe afferma che, oggi, chi pratica la danza ha bisogno di sviluppare una “serie di nuclei visivi di riferimento”, o – come ha opportunamente chiarito Rebecca Groves nel saggio Motion Bank: Investing in Dance Knowledge (2007) – un nuovo tipo di danza letteratura: per stimolare il cambiamento di idee e di innovazione nelle discipline. Secondo il nostro coreografo, per permettere un reale avanzamento dell’arte della danza dal suo presente stato, la necessità consiste nell’incoraggiare i danzatori ad essere maggiormente informati riguardo le recenti ricerche nei campi delle neuroscienze-cognitive, della psicologia, dell’architettura, dell’antropologia, e della filosofia. Ciò affinché i giovani artisti possano comprendere maggiormente il modo in cui il movimento dei corpi viene eseguito e percepito.
Ancora più importante, tuttavia, Forsythe incoraggia gli artisti e i ricercatori, coinvolti in ambito coreutico, a guardare verso nuovi modi di interrogarsi sulla pratica e a prendere ideologie dal training e dall’ambiente di lavoro.
Con la sua attività Forsythe ha sempre voluto incoraggiare una danza che rendesse visibile l’esperienza che il corpo, nel suo complesso, ha di sé. Spinto dal desiderio di indagare concretamente e scientificamente i principi organici che regolano l’organizzazione coreografica e la loro possibile applicazione in altri ambiti, il nostro coreografo ha inaugurato nel corso degli anni vari progetti interattivi ed interdisciplinari che si sono concretizzati nel 2010 con la nascita di Motion Bank.
Motion Bank – l’ultima iniziativa multidisciplinare di William Forsythe e della The Forsythe Company – dal 2010 al 2013 ha provveduto a creare uno spazio d’indagine dentro la pratica coreutica. Attraverso lo sviluppo di nuovi strumenti di ricerca e metodi per consentire le multiple connessioni della body knowledge, questo progetto ha mirato a sfruttare il potenziale vitale per la lettura del contrappunto coreografico in modo da trasportare l’arte coreutica in un rinnovato stato di rilevanza socio-culturale.
All’interno del progetto Motion Bank, il Dance Engaging Science Workgroup – supervisionato dal neuroscienziato Prof. Dr. Wolf Singer (Direttore del Max Plank Institute for Brain Research a Francoforte sul Meno) – è stata un’iniziativa unica che ha messo insieme danzatori, scienziati e ricercatori con l’obiettivo di modellare le risorse in crescita nei dance studies, e rendere tali studi utili all’educazione dei danzatori e alle future ricerche legate all’ambito performativo. Questo gruppo di ricerca, attraverso un dialogo scientifico interdisciplinare, si è occupato di comprendere il comportamento dell’essere umano in quel contesto organizzato che riguarda la performance coreografica dal vivo: per far sì che si possa sviluppare un nuovo paradigma scientifico basato sulla pratica coreutica.
Riley Watts e Letizia Gioia Monda hanno preso parte al Dance Engaging Science Workgroup: Riley Watts, come performer della The Forsythe Company, e Letizia Gioia Monda per il suo lavoro di ricerca dottorale in Motion Bank (“La Comunità Motion Bank. La Body Knowledge nella Danza e nella Coreografia”).
La collaborazione di questi due artisti nasce dal comune interesse nel comprendere i principi di relazione e comunicazione che si realizzano tra i performers durante il processo creativo e la performance dal vivo. La percezione del performer viene considerata come canale di comprensione e attuazione del linguaggio coreografico.
Per la prima volta a Roma, dal 15 al 19 dicembre presso il Centro Duncan 3.0, Watts e Monda terranno un laboratorio intensivo teorico-pratico sul Metodo Forsythe. Attraverso un approccio metodologico pragmatico, questo laboratorio mira a mettere in atto l’ideologia (sopraesposta) di William Forsythe: vuole fornire ai partecipanti un excursus esperienziale nel Metodo Forsythe, grazie all’esperienza pratica di Riley Watts; e affrontare teoricamente i principi poetici del metodo, grazie alle competenze della Dottoressa Letizia Gioia Monda, che tramite un dialogo creativo con i partecipanti illustrerà come tali principi siano oggetto di interesse della ricerca interdisciplinare che riguarda i dance studies.
Il Laboratorio – con il patrocinio di AIRDanza (Associazione Italiana per la Ricerca sulla Danza); ed in collaborazione con il Centro Teatro Ateneo e il Dipartimento di Storia dell’Arte e dello Spettacolo di “La Sapienza”, Università di Roma – propone un nuovo approccio pedagogico alla danza che intende mettere in dialogo la teoria nella pratica e la pratica nella teoria. Il Metodo Forsythe esperito in pratica verrà poi contestualizzato teoricamente con particolare riguardo al nuovissimo ambito disciplinare che riguarda la “nuova scienza della danza” (danza e neuroscienze-cognitive).
Il laboratorio è rivolto a danzatori, coreografi, professionisti della scena, performers e insegnanti di danza, nonché a studenti e docenti universitari interessati a vario titolo al Metodo Forsythe, alla danza, al movimento del corpo umano e alle metodologie di trasmissione. Sarà inoltre aperto agli uditori interessati ad osservare e discutere i temi e l’approccio metodologico sia pratico che teorico.
I partecipanti potranno muoversi all’interno delle domande e focalizzare l’attenzione sui fenomeni fisici che scaturiranno dal percorso di apprendimento, perché come dice lo stesso William Forsythe «è necessario manifestare queste cose con il vostro corpo».
Letizia Gioia Monda
27/10/2014
Nelle foto: 1. William Forsythe foto Silvia Lelli Teatro alla Scala; 2. – 3. Synchronous Objects William Forsythe; 4. Scott deLahunta, Matteo Fargion, Jonathan Burrows, William Forsythe – Evento Motion Bank Guest Performance per Seven Duets By Burrows e Fargion; 5. III Workshop Dance Engaging Science Workgroup ph by Jessica Schäfer