Iana Salenko e Daniil Simkin al San Carlo di Napoli. Romanticismo e innovazione nel Lago dei cigni e Corsaro rivisitati da Giuseppe Picone.
Il Teatro San Carlo di Napoli, ha ospitato il 7 e l'8 novembre due stelle indiscusse del balletto, Iana Salenko e Daniil Simkiin, protagonisti di un doppio spettacolo con suite tratte da Il Lago dei cigni e da Il Corsaro, secondo appuntamento della rassegna Autunno Danza, che quest'anno, anche grazie alla nomina del neo direttore del Corpo di ballo Giuseppe Picone, si è svolta all'insegna della qualità, dell'innovazione e dei grandi nomi del teatro internazionale.
Un Teatro dell’Opera quale il Teatro di San Carlo, il più ampio e antico d’Europa, non può far altro che ospitare grandi nomi dello spettacolo, siano essi stelle senza tempo o indiscussi talenti nascenti. Un tale gioiello di arte e storia, appartenente non solo alla città di Napoli e ai suoi abitanti ma al patrimonio culturale dell’Umanità, merita un cartellone sempre ricco di titoli classici uniti a nuove produzioni per imporsi sulla scena nazionale ed internazionale, all’insegna della qualità e del giusto equilibrio tra tradizione ed originalità.
E’ questa la linea adottata quest’anno dalla Sovrintendenza e dalla Direzione Artistica per rinnovare l’offerta della stagione in corso, una linea tra l’altro ampiamente voluta dalla nuova Direzione del Corpo di ballo affidata all’étoile Giuseppe Picone che ha rivisitato completamente la settima edizione della rassegna Autunno Danza proponendo spettacoli che hanno ottenuto un immediato e ampio gradimento di pubblico.
Dopo La Musa della danza. Auguri Carla!, galà andato in scena il 26 e il 27 ottobre 2016 che ha accolto il ritorno sul palco di Carla Fracci e ne ha festeggiato l’ottantesimo compleanno, Autunno Danza ha proposto il dittico Il lago dei cigni / Il Corsaro per la ripresa coreografica di Giuseppe Picone da Marius Petipa.
Il sipario si apre proprio con l’elegante presenza di Giuseppe Picone al centro della scena, maestoso principe Siegfried alla ricerca del misterioso cigno bianco. Ogni suo passo è viaggiato, gli arabesque ne prolungano la figura e l’étoile appare raggiante sotto i riflettori, certamente fiero e a suo agio nel ritornare a casa, su quel palcoscenico che lo ha visto muovere i primi passi di danza proprio accanto alla “Duse del balletto”.
Si intravede uscire dalle quinte una meravigliosa Odette, Iana Salenko, vanto dello Staatsballet di Berlino e guest artist del Royal Ballet, danzatrice ospite della serata e per la prima volta a Napoli. Le sue braccia e i suoi pas de bourrèe ondeggiano senza materia, creano un movimento infinito e silenzioso come increspature su uno specchio d’acqua.
Un corpo esile quello della danzatrice ucraina che nel blu soffuso delle luci crea un luminoso alone di candore intorno a sé. Nonostante un’interpretazione caratterizzata da uno sguardo impenetrabile e freddo, l’innocenza del viso e la perfezione dei suoi lineamenti la rendono un cigno delicato e credibile, suscitando emozioni nel pubblico.
Il pas de deux danzato magistralmente dalla coppia Picone – Salenko è quello della versione originale di Marius Petipa e Lev Ivanov datata al 1895, una vera e propria pietra miliare di quello che è il balletto più celebre e visto al mondo di tutto il repertorio classico. Le prese, i penché, le promenade di petit battement, sono passaggi che anche lo spettatore più profano riconosce e apprezza, ed eseguiti dalle due étoile, acquistano un quid romantico in più, e raggiungono l’idealizzazione.
Dando uno sguardo al corpo di ballo del Teatro San Carlo, in scena si contano dieci elementi se escludiamo i grandi cigni e le interpreti del pas de quatre, un numero in realtà scarno per giocare di linee ed incroci così come vuole la coreografia d’insieme dell’Atto Bianco.
Anche se si evidenzia un lavoro di allungamento delle leve ed una ricerca più scrupolosa nell’ampiezza del movimento (risultato di accorgimenti coreografici propri del riadattamento di Picone) l’omogeneità dell’ensemble è un aspetto ancora da perfezionare, specialmente per quanto concerne l’atteggiamento stilistico delle mani e la musicalità, penalizzata ulteriormente dall’assenza di un’orchestra dal vivo.
Candida Sorrentino, Sara Sancamillo, Giovanna Sorrentino e Luana Damiano, sono quattro cignetti dinamici e vispi, molto precisi nonostante un momento di défaillance nella coordinazione degli emboité; Gianluca Nunziata interpreta un von Rothbart un po’ acerbo per essere il cattivo di una favola, ma si rivela rapidissimo e furioso nei legati coreografici firmati dal neo direttore.
Dopo l’intervallo la seconda parte dello spettacolo regala alla platea una più coinvolgente suite da Le Corsaire, l’opera musicale di Adolphe Adam ispirata all’omonimo poema di Lord Byron.
Ad iniziare le danze sono una solare Claudia D’Antonio ed un portentoso Alessandro Staiano, due fra gli elementi migliori della compagnia, i quali si cimentano nel Pas D’Esclave. Claudia D’Antonio è una Gulnara innocente in volto ma piena di forte dignità, una donna che si libera dal velo del timore e affronta a testa alta la propria condizione di schiavitù. Discreta negli aplomb e nella tenuta delle gambe, si fa notare nelle variazioni soprattutto per le corrette direzioni delle diagonali e per le sue evidenti doti fisiche. Alessandro Staiano nei panni di Lankedem, il mercante di schiavi, sfoggia i suoi alti e veloci double tour en l’air con sicurezza e coscienza del peso.
Ertu Gjoni e Candida Sorrentino sono una coppia impeccabile nell’interpretazione durante il passo a due della camera da letto.
Come tutte le cose agognate, il momento più atteso dai giovani ballettomani in questa edizione di Autunno Danza, lo ritroviamo a chiusura della serata. Non poteva essere altrimenti con un ospite eccezionale quale Daniil Simkin, l’astro crescente dell’America Ballet Theatre, per la prima volta al Teatro San Carlo di Napoli. In coppia con Iana Salenko nel ruolo di Medora, il principal amato e richiesto dai teatri di tutto il mondo, ha danzato il ruolo di Ali lasciando gli spettatori di spalti e poltrone col fiato sospeso.
Come danza la variazione di Ali questo interprete russo, pochi l’hanno danzata nella storia del balletto; non solo per la capacità di portare il virtuosismo a livelli inverosimili sfidando ogni logica, ma anche per la resa innovativa del personaggio, un corsaro dall’energia dirompente e barbarica ma al contempo di stile e di fattezze nobili.
E’ un giovane Baryshnikov, come lo definiscono in molti per i suoi avvitamenti in arabesque tipici della variazione di Basilio, ma segue le orme di Ruzimatov per i suoi incredibili slanci e per le aperture; ricorda molto Tetsuya Kumakawa, ex danzatore del Royal Ballet famoso per i suoi manège di salti in torsione, come la revoltade. E quest’ultimo salto sembra proprio essere il cavallo di battaglia del giovane étoile, ancor più da quando nel 2008 è entrato stabilmente nella compagnia newyorkese, dove lo chiamano 540 jump, poichè in effetti non è altro che la versione danzerina del “calcio 540” diffuso nella maggior parte delle arti marziali coreane: un potente colpo di gamba sferrato ruotando il corpo di circa 540°!
Figlio d’arte, Daniil Simkin deve la sua formazione al padre Dimitrij ed alla madre Olga Aleksandrova, entrambi ballerini di Novosibirsk e succesivamente al Balletto di Wiesbaden. Nel suo stile confluiscono diverse scuole, apprende nel tempo molteplici metodologie: da quella russa a quella europea in seguito all’esperienza di Vienna, per poi assimilare lo stile americano, eclettico e brillante. Questo lo rende una specie di “principe cosacco”, un’icona culturale in tutti i sensi…
La fama di Daniil Simkin è iniziata ancor prima dei suoi primi successi, per la mania di condividere sui social e su YouTube, video delle sue performance e dei suoi warm-up, tanto è vero che già era seguito ed apprezzato al momento della vittoria all’International Ballet Competition di Jackson, (U.S.A.) e al Grand Prix di Helsinki.
Basti pensare che il New York Times ha intervistato Simkin in occasione di un articolo che riguardava la mania del Tweeting diffusasi tra i ballerini statunitensi. Il giovane Daniil è insomma tra i più “social” dei ballerini ed infatti non ha perso tempo nel postare su Instagram e sul suo Sito Ufficiale la foto della sontuosa sala reale del San Carlo appena arrivato in teatro. E virale è stato anche un brevissimo video da lui realizzato con tutti i protagonisti dello spettacolo e postato sulla sua pagina facebook lo scorso 9 novembre.
Non è da meno la collega Iana Salenko che pochi giorni fa dopo lo spettacolo, ha pubblicato sulla pagina Facebook , il video dei suoi double fouette, eseguiti al San Carlo perfettamente in asse ed immobili sul posto.
Condividendo foto, post, video e tanto altro, le rappresentazioni si sono concluse nell’entusiasmo generale e tutto si è trasformato quindi, come poche volte è accaduto, anche in un fenomeno esteso on-line, dimostrando il grande fascino artistico che ancora oggi dopo 279 anni, suscita questa Città e questo Teatro insieme al calore dei suoi teatranti.
Andrea Arionte
12/11/2016
Foto: 1. Iana Salenko e Giuseppe Picone, Lago dei cigni, ph. Luciano Romano, Teatro San Carlo; 2. Corpo di ballo del Teatro San Carlo, Lago dei cigni, ph. Luciano Romano; 3.-5. Iana Salenko e Daniil Simkin, Le Corsaire, ph. Luciano Romano, Teatro San Carlo di Napoli.