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Gli scatti di Svetlana Avvakum realizzati a Urbino in mostra all’Istituto Italiano di Cultura di Mosca

Inaugurata al’Istituto di Cultura di Mosca lo scorso 19 settembre 2018 la mostra fotografica Una città in forma di palcoscenico che racchiude gli scatti della fotografa russa Svetlana Avvakum realizzati nel 2017 a Urbino in occasione del Bolshoi Ballet Academy Summer Intensive e racchiusi in un libro. All’inaugurazione moscovita hanno partecipato Svetlana Avvakum, Jacopo Tissi, ballerino solista nella compagnia del Bolshoi e la curatrice Francesca Bottacin dell’Università di Urbino.

Svetlana Avvakum, Sila come confidenzialmente si fa chiamare, è stata una danzatrice professionista, una storica della danza ma è, anche e soprattutto, una fotografa che attraverso i suoi scatti possiede l’istinto e l’intelligenza di catturare, sempre emozionando, l’anima dei ballerini.

«Per me la cosa più importante è mostrare l’individualità di una persona il più pienamente possibile. In particolare il ballerino. Cogliere il suo sottile respiro».

Così Sila confida nella bellezza dello spirito che si fa gesto e sospende, nell’equilibrio dell’eternità, il soffio vitale dell’arte coreutica, percependone il garbo e l’intensità.

Sila interviene solo quando scorge un’anima che la conquista ed è impossibile farle fotografare qualcosa che non voglia. L’intensità dell’immagine nasce dal suo intuire, in soggetti d’elezione, il pathos che genera il miracolo.

In una rigogliosa generazione di eccellenti fotografe russe di balletto, a testimonianza di come la danza classica ancora goda di ottima salute nel loro sconfinato Paese, Svetlana Avvakum è una figura molto apprezzata che ritrae i più grandi interpreti e le étoiles dei maggiori teatri russi e del mondo.

Jacopo Tissi – reduce dall’enorme successo riportato in questi giorni quale primo ballerino della compagnia del Bolshoi in tournée al Teatro alla Scala, suo luogo di formazione – è stato invitato come artista ospite dall’Istituto Italiano di Cultura di Mosca, diretto da Olga Strada, dove è  stata allestita una mostra fotografica dedicata a Svetlana Avvakum e presentato uno libro-catalogo.

Esempio di eccellente sodalizio artistico tra Italia e Russia, Jacopo ha elogiato i fecondi rapporti culturali tra i due Paesi, reputando assai positiva la collaborazione tra il Bolshoi e alcune città italiane, tra cui la bella Urbino. Nel sostenere che la fotografia è un’arte immortale come la danza, ha elogiato il talento di Sila, l’interessante esposizione e il volume che raccoglie fotografie rivelatrici di aneliti d’arte.

L’idea intelligente e stimolante di questa mostra, proposta per la prima volta in Italia nel 2017 con la successiva edizione del libro che la contiene, è di Francesca Bottacin. Professore di Arte Fiamminga e Olandese all’università di Urbino e direttrice del Bolshoi Ballet Academy Summer Intensive che ospita, insieme ad altre località italiane, i corsi estivi dell’Accademia del Teatro Bolshoi attraverso il Russian Ballet International, Francesca ha voluto  accomunare, negli scatti fotografici di Sila, il dialogo armonico della gestualità dei danzatori con la magnificenza di Urbino, città da lei tanto amata.

Gli spazi che creano la cornice alle movenze dei ballerini sono quelli della casa di Raffaello, di Palazzo Ducale e di altri luoghi di Urbino culla, attraverso i secoli, di arte e cultura.

La ricerca di Sila è stata sollecitata, con spirito di elogio ma anche di tacita esortazione, da percezioni che hanno saputo fondere l’armonia delle architetture, lo splendore policromo dei dipinti, l’amenità della natura con la spontaneità e il brio dei giovani ballerini.

Scrive Francesca Bottacin nella sua presentazione al libro, fortemente desiderato per rendere omaggio alla grande fotografa che stima e ammira: «Ho deciso di volere Sila Avvakum perché con lei condivido l’idea che la bellezza generi bellezza e mi prefiguravo il connubio tra il fascino dei capolavori urbinati e la freschezza dei danzatori, entrambi colti attraverso il suo obiettivo. Confidavo potesse essere un’intesa vincente e così è stato: le immagini parlano da sole e del resto, come la bellezza, anche l’arte genera arte».

Ecco allora le citazioni fotografiche degli angioletti, due giovanissimi allievi maschi, assorti vicino alla Madonna Sistina nella casa di Raffaello o delle Grazie, fanciulle simili a una rapsodia di gentildonne, ritratte nella Sala degli Uomini d’Arme a Palazzo Ducale, figure rivelanti una visione colta che ravviva memorie luminose.

Con la capacità di tradurre in bellezza i riflessi e le intensità del movimento, correlato all’ambiente circostante che sollecita e impone a sua volta lo stupore gestuale, gli scatti della Avvakum sono di grande eleganza e fascino.

La danza è un’arte effimera e in movimento, perciò ancora più preziosa perché esiste nell’attimo in cui si disvela sospendendosi nel ricordo, segno sublime di transitorietà.

La danza, come la bellezza, risplende e passa per diventare memoria, quella memoria magnificamente sollecitata dalle splendide fotografie di Sila Avvakum.

Mariolina Giaretta

25/09/2018

Foto: 1. Svetlana Avvakum;  2.-4. Francesca Bottacin, Olga Strada, Svetlana Avvakum e Jacopo Tissi; 5.-10. foto di Svetlana Avvakum.

 

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