La recensione

Dominique Mercy, Mats Ek, Anna Laguna e Susanne Linke in Quartet Gala: la Danza che si fa Storia.

Un applauso quasi interminabile ha salutato ieri sera, al Teatro Argentina di Roma, Dominique Mercy, Mats Ek, Anna Laguna e Susanne Linke. Quattro artisti, quattro coreografie, per un Quartet Gala organizzato da Daniele Cipriani che ha regalato grandi emozioni. L’energia sospesa di Mercy, la poesia e l’ironia di Ana Laguna e Mats Ek, la danza pacata, intima e implosiva della Linke, hanno scandito uno spettacolo delicato, vibrante, commuovente.

Ieri sera, 24 giugno 2015,  al Teatro Argentina di Roma quattro grandi nomi della storia della danza  hanno regalato al pubblico emozioni indescrivibili, emozioni che solo loro con la loro danza hanno potuto suscitare: Dominique Mercy, Mats Ek, Anna Laguna e Susanne Linke.

In un succedersi continuo di movimenti fluidi, di corpi vibranti e di gesti significativi, ciascuno di loro ha abitato il palcoscenico con quella delicatezza e con quella umiltà che appartiene solo ai grandi artisti.

Ieri sera il pubblico del Teatro Argentina è rimasto immobile sulle poltrone, attento e silenzioso… ha osservato una danza senza tempo, una danza che ha invaso il corpo di ciascuno spettatore sino ad esplodere in un applauso quasi interminabile, unico regalo per ringraziarli della loro arte.

Dominique Mercy ha aperto la serata con That Paper Boy, Un solo pour Dominique Mercy, ideato e creato da Pascal Merighi in collaborazione con lo stesso Dominique Mercy su musiche di Henrich Biber e Clan of Ximox.

Celeberrimo danzatore di Pina Bausch e coreografo della compagnia, Dominique Mercy ha danzato immerso in un’atmosfera sospesa. Dopo il suo emblematico ingresso che lo ha visto muoversi come un uccello pacato e a tratti “rimbalzante”, eccolo di fronte al pubblico, fermo, apparentemente immobile per un tempo cristallizzato che ha sospeso l’intero teatro.

Il suo respiro si è fatto percettibile in ogni parte del corpo e la sua stasi si è trasformata in un’energia potentissima. Subito dopo l’energia potenziale è diventata movimento… ogni movimento, ogni gesto ha disegnato lo spazio e si è immortalato nella memoria degli spettatori per la precisione di esecuzione… ogni gesto ha seguito l’altro fluidamente e ha lasciato la sua scia come quasi a non voler sparire ma come a voler plasmare quello spazio intorno che si è trasformato in un’architettura invisibile di immagini.

Dominique Mercy non ha danzato un solo; il suo corpo si è moltiplicato in tanti corpi e il palco si è riempito d’improvviso di movimenti, parole, musica …. e così in un turbinio continuo di emozioni, Dominique Mercy ci ha lasciati riproponendo la medesima immagine iniziale, come se volesse sottolineare la fine del suo discorso.

La sua danza è stata un “discorso”, ha avuto un inizio e una fine nella dimensione spazio-temporale nella quale noi stessi siamo stati presenti, ma il suo “discorso danzante” ha continuato a vibrare nei nostri corpi e nella nostra mente anche quando lo spettacolo ha avuto fine.

Si chiude il sipario per pochi minuti e si riapre per lasciare spazio al grande Mats Ek.

Due sono stati i pezzi creati e danzati dal coreografo in compagnia della straordinaria danzatrice Anna Laguna: Potato su musiche di György Kurtág e Marta Kurtág e Memory su musiche  di Niko Rölcke.

Mats Ek ancora una volta ha dimostrato di essere un genio della danza: come coreografo in primis perché nei due pezzi proposti il lavoro meticoloso sul gesto, sulla qualità di movimento e sul rapporto con la musica, sono la firma della sua ricerca; come danzatore perché ha dimostrato che c’è sempre tempo per mettersi in gioco e per danzare.

Anna Laguna sua musa ispiratrice, lo ha accompagnato in due pezzi mozzafiato. Potato è intriso di una poeticità lirica e sottile a tratti velata dall’ironico gioco tra i due danzatori che si inseguono sul palco, che lanciano patate e che si divertono come due bambini attraverso una complicità danzante che forse è il frutto della complicità di una vita. Il rapporto con la musica è stato in tal caso davvero incredibile: il corpo dei due danzatori si è fatto strumento e la musica sembrava nascere dal loro stesso movimento.

Memory è stato breve, rapido, è passato davanti come un treno e ha lasciato un senso di sospensione piacevole ma allo stesso tempo dubitante. Memory è un pezzo intimo, è una finestra dalla quale scorgiamo i momenti di questa coppia che ancora una volta dialoga, bisticcia, gioca e danza… Vediamo e non vediamo, capiamo e non capiamo e poi proprio mentre stiamo per entrare in medias res è buio… la luce si spegne e lo spettacolo finisce.

Anche Mats Ek ha raccontato qualcosa con questi due pezzi e ha soprattutto raccontato una storia nella quale l’inizio e la fine coincidono. Perché? Ecco il dubbio, ecco il quesito con cui si torna a casa dopo uno spettacolo di tale portata e che ci porta a riflettere.

La quarta artista è un’interprete che ha fatto la storia del tanztheater tedesco: Susanne Linke. Ha aperto il secondo tempo con un assolo emblematico, A Lost Solo… With Greeting to Dore. Tratto dalla sua versione della Sagra della Primavera, Susanne Linke ha proposto l’assolo dedicato all’Eletta in una danza affascinante molto pacata e intima, in netto contrasto con la musica dirompente.

Susanne Linke è riuscita a trasmettere un tumulto interno che pian piano si è fatto più grande attraverso la scelta di girare intorno ad un cerchio ipotetico in modo sempre più incalzante. La sua Eletta non esplode ma implode all’interno di un’energia centripeta che non invade il pubblico ma lo lascia come spettatore senza che vi sia l’intento di coinvolgerlo in un’esperienza alla quale può assistere solo dall’esterno.

Susanne Linke rivive l’Eletta a partire da un viaggio introspettivo che racconta attraverso movimenti chiari e precisi e attraverso uno sguardo, il suo sguardo, penetrante e perfettamente consono al ruolo portato in scena.

Si chiude il sipario e si riapre con il quartetto che timidamente, nonostante l’oggettiva bravura, avanza e accoglie l’applauso del pubblico che non può che continuare ad applaudire di fronte alla DANZA…..

Quartet Gala è uno spettacolo ideato e curato da Daniele Cipriani.

Maria Rinaldi

25/06/2015

1.-11. Mats Ek e Ana Laguna in Potato; 12.-15. Dominique Mercy in That Paper Boy di Pascal Merighi; 16.-23. Susanne Linke A Lost Solo With Greeting to Dore; 24.-26. Mats Ek e Ana Laguna in Memory; 27 saluti finali. Il servizio fotografico è di Enrico Ripari, Ripari Young Group.

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