Mito Settembre Musica nel nome della danza: invasione culturale e dialogo tra città.
Dal 3 al 19 settembre 125 concerti tra Milano e Torino dedicati alle connessioni tra musica e danza, da un’idea di Nicola Campogrande. L’importante collaborazione con Torinodanza e MilanOltre, supportati da Aterballetto, per Bach Project, due balletti con coreografie di Jiří Kylián e Diego Tortelli. Musiche dal dal Duecento ai giorni nostri e artisti conclamati. Un appuntamento che, oltre ai valori artistici, promuove un senso di partecipazione alla comunità cui si appartiene.
Aperte le danze del festival MITO Settembre Musica, 16 giorni dal 3 al 19 settembre con 125 concerti tra Milano e Torino. Aperte le danze non solo in senso figurato. La kermesse 2018 è interamente dedicata alle connessioni tra musica e danza. L’inaugurazione, il 3 a Torino e il 4 a Milano, è emblematica già dal titolo Balletti Russi, con le musiche di Tchaikovsky, Stravinsky, e l’apporto contemporaneo della Borisova-Ollas. Il tutto eseguito dalla Royal Philharmonic Orchestra diretta da Marin Alsop, con il violinista Sergej Krylov .
Nonostante la vocazione prettamente musicale, nel programma di MITO c’è una importante collaborazione con Torinodanza e MilanOltre, supportati da Aterballetto. Si tratta di Bach Project (15 settembre a Torino, 17 settembre a Milano), due balletti con le musiche del salisburghese trascritte da Giorgio Colombo Taccani per Domus Aurea, coreografie di Diego Tortelli, o rielaborate in versione elettronica per Sarabande di Jiří Kylián.
Concentrare sulla danza temi e filoni espressivi è la bella idea del direttore artistico Nicola Campogrande. Gli artisti coinvolti si sono impegnati a declinare il tema interpretando composizioni originali per balletto o forme dedicate a danze specifiche (valzer e tango, ad esempio), estrapolando talvolta movimenti da una composizione più articolata (sinfonia, suite). Viene coperto un arco temporale che va dal Duecento ai giorni nostri (passando per Bach, Boccherini, Beethoven, Brahms, Gershwin, Bernstein), con brani di compositori viventi (John Adams, Ola Gjeilo, Ivo Antognini, Javier Busto, MichaelDaugherty, Jaakko Mäntijärvi, Steve Reich, Omar Suleyman).
A MITO si vedranno artisti conclamati. Grandi direttori: Myung-whun Chung, Gianandrea Noseda, Marin Alsop, Vasily Petrenko, Vladimir Fedoseyev e Stanislav Kochanovsky. Applauditi solisti: Martha Argerich, Julia Fischer, Enrico Dindo, Ilya Gringolts, Xavier De Maistre, Chloë Hanslip, Evelyn Glennie. Formazioni collaudate: Royal Philharmonic Orchestra, Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, Filarmonica della Scala, Orchestra del Teatro Regio di Torino, Orchestra Verdi di Milano, Kronos Quartet.
Basterebbe già tutto questo, ma c’è altro. Una somma di fattori contribuiscono a fare di MITO un appuntamento che, oltre ai valori artistici, promuove un senso di partecipazione alla comunità cui si appartiene. Il tema della danza è intanto un espediente narrativo per dare chiavi di lettura a un pubblico poco abituato alle performance musicali: avvicina nuovi ascoltatori. Alla divulgazione musicale si associa una cultura che cura la cittadinanza, con prezzi dei biglietti contenuti o gratuiti, con spettacoli per bambini, con rappresentazioni che si riappropriano di spazi non convenzionali sparsi per le città oltre a quelli classici teatrali. È una bella fruizione del territorio e un esempio di dialogo tra città. Sono previste anche micropresentazioni dei concerti fatte da musicisti/musicologi per avviare all’ascolto (Gaia Varon e Luigi Marzola a Milano, Stefano Catucci e Carlo Pavese a Torino). Se leggete le brevi descrizioni sui programmi di sala (li trovate in allegato al presente articolo e sul sito web del Festival), potete già trovare sintesi deliziose e chiavi per entrare nel mood dei concerti.
Ci saranno pure forme partecipative, come la giornata dedicata ai cori. In varie parti delle città le formazioni corali faranno una pacifica invasione e daranno vita anche a un singing serale con tutto il pubblico protagonista grazie alla presenza di un maestro preparatore.
Non è più pensabile che i concerti si possano proporre in una forma stereotipata e per un pubblico tradizionale. Indispensabili, dunque, le invasioni culturali cittadine come queste di MITO.
Ippolita Papale
@salottopapale
05/09/2018
Foto: 1. Gianandrea Noseda; 2. Myung-whun Chung, ph. Silvia Lelli; 3. Vasily Petrenko, ph. Mark McNulty; 4. Marin Alsop, ph. Adriane Whit; 5. Martha Argerich, ph. Adriano Heitman; 6. Chloë Hanslip, ph. Kaupo Kikkas; 7. Enrico Dindo; 8. Filarmonica della Scala con Myung-whun Chung; 9. Filarmonica Teatro Regio Torino ; 10. Nicola Campogrande.