Al cinema

La La Land riuscito film di Damien Chazelle al cinema

E’ uscito nelle sale cinematografiche La La Land acclamato film di Damien Chazelle, un omaggio al grande musical classico. Protagonisti Emma Stone e Ryan Gosling, nel ruolo di un’aspirante attrice lei e di un pianista con il pallino della musica jazz lui, una coppia capace di evocare la coppia perfetta composta da Fred Astaire e Ginger Rogers. Il film, sospeso fra sogni e realtà, reimpasta il passato con una soffusa malinconia ma si presenta con una forza strutturale che lo consacra al cinema puro. Da vedere assolutamente.

Qualcuno dice che sia il film dell’anno, qualcun’ altro dice che sia un sogno che non finisce quando si riaccendono le luci in sala, altri ancora – a partire dalla Mostra del Cinema di Venezia dove è stato presentato in anteprima lo scorso 31 agosto 2016 – lo hanno definito semplicemente “meraviglioso”: La La Land è il film di Damien Chazelle nelle sale italiane dal 26 gennaio 2017.

Una storia hollywoodianamente semplice: Mia ha gli occhi grandi e spontanei di Emma Stone ed è una cameriera alla caffetteria degli Studi Warner con il grande sogno di diventare attrice; Sebastian, invece, ha il sorriso beffardo di Ryan Gosling ed è un pianista con il pallino della musica jazz. Si incontrano e – quasi inverosimilmente – si corteggiano per poi amarsi su note malinconiche anche se straripanti di sentimenti positivi. Attori talentuosi, lei vincitrice della Coppa Volpi a Venezia, che con una prova importante dimostrano addirittura di poter evocare quel senso che solo la coppia perfetta composta da Fred Astaire e Ginger Rogers riusciva a riassumere in un paradigma di forza e leggerezza.

In La La Land si produce interesse verso la memoria storica del cinema e si riproduce un immaginario evanescente, lontano da ciò che siamo ma vicino a ciò che desideriamo.

Le immagini in cui La La Land lascia immergere lo spettatore sono solo a una prima vista collegate ad un passato di cui rimane una sfolgorante ebbrezza ormai perduta. Andando avanti nella visione del film – grazie all’uso ben calibrato di un technicolor vibrante e nitido – infatti, si scorge la grande contemporaneità dell’opera di Chazelle.

Il regista, ad appena 31 anni, è al suo terzo film dopo Guy and Madeline on a Park Bench, un film dedicato al jazz uscito nel 2009, e Whiplash del 2014, in cui racconta il rapporto conflittuale tra un batterista e il suo insegnante/mentore. La La Land lo consacra, come è giusto che sia, sia al pubblico che alla critica; il film, dopo aver vinto 7 Golden Globe, ha ricevuto 14 nominations agli Oscar.

L’omaggio al grande musical classico è evidente in tutta la durata del film, dall’apertura in cui cantanti, attori e ballerini spuntano a colorare la scena cupa di Los Angeles con una strepitosa coreografia, fino ai duetti tra i due protagonisti sono sempre inseriti in una coralità fotografica e coreografica di altissimo livello, capace di emozioni preziose che la danza e la musica al cinema riescono a dare in modo immaginifico e fantasioso.

La coreografa Mandy Moore ha lasciato spazio alla purezza a tratti buffa dei personaggi per dare un ritratto più vero e corposo di essi, un ritratto che Chazelle asseconda con fluidità con la macchina da presa, lasciando che a piroettare sia anche essa e senza la banalità dei film che talvolta hanno provato a raccontare la danza o un certo tipo di danza, ma con la convinzione che la danza – e ovviamente la musica – sia un elemento integrante della diegesi drammaturgica.

La La Land pur conservano alcuni elementi vintage come la pellicola con le vecchie lenti Panavision, i colori tirati e lucidati e i set in location come un tempo, lascia che sia proprio l’elemento musicale, con le composizioni di Justin Hurwitz, un amico d’infanzia del regista, ad esprimere con un linguaggio assolutamente e appropriatamente moderno come la realtà sia intessuta di sogni. E viceversa. D’altronde, narrativamente, è fuori discussione che si parli di sogni e di realtà con un confine labile quanto pieno di significato, come a dire che la realtà è l’amore e il sogno è il successo, ma in realtà può essere anche il contrario. O più semplicemente l’amore e il successo sono il sogno da far divenire realtà, come ogni piccola Cenerentola (o Cenerentolo) moderno e di buon cuore auspica.

Romanticherie narrative a parte, La La Land ha una forza strutturale che lo consacra al cinema puro, quello in cui grazie alla finzione estetica si riesce comunque a ritrovare una verità,  tramite un atto di fede che il giovane regista compie esattamente come quando un innamorato tratteggia l’oggetto del suo amore.  Damien Chazelle con questo film ci fa intendere che è ancora tempo di dare fiducia nella creazione, di rimpastare il passato con una soffusa malinconia e con tenera disillusione, di non accettare di essere una generazione perduta che si rifugia in ciò che è stato ma di provare a sfidare con leggerezza le aspirazioni perdute. Ritrovandole.

Caterina Giangrasso

27/01/2017

 

 

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