Incontri ad ingresso gratuito

Benedetta Capanna torna all’Accademia nazionale di danza per la rassegna NOSTOS, Viaggio di ritorno.

30 . 01 . 2016

18.00

Roma - Accademia Nazionale di Danza, Teatro Ruskaja, Largo Arrigo VII 5

Sabato 30 gennaio 2016, alle ore 18.00 nel Teatro Ruskaja dell’Accademia Nazionale di Danza, terzo appuntamento della III edizione della rassegna Nostos. Viaggio di ritorno.

La rassegna, ideata da Francesca Falcone, fa tornare danzatori, coreografi e maestri che si sono distinti sulla scena della danza internazionale nel luogo in cui si sono formati, per offrire agli studenti di oggi le loro esperienze artistiche.

L’appuntamento pubblico ad ingresso gratuito di sabato 30 gennaio, si compone di un incontro con la coreografa Benedetta Capanna condotto da Sandra Fuciarelli e con la presentazione di KARANA. In principio era il movimento, performance a cui Benedetta Capanna ha lavorato con gli studenti del II Triennio contemporaneo dei prof. Anastasio, Bonavita, Brugnolini e Marignetti.

ll training proposto da Benedetta Capanna prepara il corpo a vari livelli di ricerca, coltivando percezione, creatività, sensibilità e capacità tecniche. Il danzatore contemporaneo deve essere aperto a dinamiche, qualità, tematiche e situazioni diverse, spesso anche contrastanti. Partendo dallo Yoga e dal Body-mind Thinking, attraverso sequenze a terra, in piedi e, a volte, improvvisazioni, Benedetta  “lavora” il corpo in rapporto alla gravità, al respiro, partendo dall’esplorazione della colonna vertebrale. La tecnica è affrontata con leggerezza, ricercandone funzionalità e supporto nella dinamica e nello spazio. Il movimento nasce dall’esplorazione del proprio corpo (mondo di carne, emozione e pensieri), nello spazio vivente in cui ci si muove e si agisce. Dal sentire nasce l’urgenza del movimento: la connessione che incarna e un corpo consapevole che già danza. Al training segue uno spazio di lavoro coreografico nel quale sono proposte sequenze di materiale coreografico già presentate, elaborate attraverso momenti di improvvisazione e di composizione coreografica, trasformandole così in nuove possibilità. C’è tanta potenzialità in un unico gesto, come scrive Paul Auster: “le infinite possibilità dentro un piccolo spazio”. I movimenti sono simili alle note e alle parole: cambi una pausa, un accento e l’intenzione e le frasi assumono ritmi e significati diversi. Il corpo dell’interprete nella sua nuda fragilità ha infatti infinite storie da raccontare, che si ricreano e cambiano in continuazione, trasformando lo spazio e manifestandosi.

Karana è il principio causale. Causa primaria che precede il risultato che, a tempo debito, assume la forma dell’effetto visibile.

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