La recensione

Al Teatro alla Scala I due Foscari di Giuseppe Verdi: padre, figlio e nuora in una cupa Venezia.

Fino al 25 marzo 2016 è in scena l’opera tratta da Byron con libretto di Francesco Maria Piave, visibile anche su Classica HD. Curata la direzione di Michele Mariotti. In scena Placido Domingo, Anna Pirozzi e Francesco Meli. Essenziale la regia di Alvis Hermanis, arricchita dai costumi di Kristīne Jurjāne. Gli allievi della Scuola di Ballo dell'Accademia del Teatro alla Scala vivacizzano i quadri. L’opera contiene leitmotiv ed elementi che saranno sviluppati da Giuseppe Verdi nella sua produzione successiva.

Nonostante le preghiere della nuora, un padre inflessibile è costretto a esiliare il figlio, anche per le pressioni che subisce dal contesto in cui vive e a causa del livore di qualcuno. Devo specificare che il padre è il Doge di Venezia e che suo figlio Jacopo è accusato – si saprà poi ingiustamente – di omicidio, deve andare in esilio pianto dalla moglie Lucrezia che trova ingiusta la delibera del suocero. C’è di mezzo il Consiglio dei Dieci, agitato da Loredano che vuole vendicarsi dei lutti subiti e forse alla ricerca di un successore del vecchio Doge. Jacopo, esiliato, non reggerà il dolore e morirà, mentre il Doge sarà destituito.

Storia cupa tratta da Byron, quella di I due Foscari scritta da Giuseppe Verdi nel 1844 su libretto di Francesco Maria Piave, in scena al Teatro alla Scala dal 25 febbraio al 25 marzo. Chi è abbonato a Sky può anche godersi la prima di I due Foscari  su Classica HD con la regia televisiva di Tiziano Mancini  in alta definizione ripresa da 10 telecamere. È quello che ho fatto io, davanti alla tv con tartine alla Verdi, uovo sodo/prezzemolo/prosciutto + bicchiere di rosso (i vantaggi del divano, ma secoli fa era uso mangiare nei palchi dei teatri).

I due Foscari è un’opera che non spicca tra le opere del Maestro di Busseto, ma contiene elementi che anticipano la sua grandezza. Anche Verdi era consapevole della monotonia e del grigiore di questa sua opera, ispiratagli da un soggiorno a Venezia. Cercava di sollecitare Piave, il suo librettista, a trovare espedienti per vivacizzarla. E forse bisogna seguire i suggerimenti del direttore d’orchestra Michele Mariotti, che possono sembrare excusatio non petita, motivazioni per sostenere il proprio progetto. Mariotti racconta che bisogna giudicare l’opera per quello che è senza confrontarla con la produzione successiva di Verdi (devo ricordare alcune meraviglie come Traviata, Trovatore, Rigoletto?). In effetti, ascoltando la sua interpretazione scaligera, posso dire che il direttore ha molto curato l’orchestrazione e la ricerca del suono limitando quell’effetto superficiale e zum-pam-pamposo (faccio anch’io il mio omaggio a petaloso). Mariotti ha mantenuto equilibri tra gli strumenti solisti – il clarinetto che accompagna Jacopo nelle sue tribolazioni –  e ha valorizzato gli insiemi ridotti – viole e violoncelli all’apparizione del Doge.

I due Foscari è opera di leitmotiv, il motivo conduttore che sostiene con l’orchestra un’idea o un personaggio o una situazione. Viene in mente Richard Wagner che lo utilizzava propriamente come soggetto musicale, ma Verdi ne fece altro uso: lo inserì tra i suoi pezzi chiusi per accompagnare i personaggi Lucrezia/Jacopo/Doge. Alla Ennio Morricone, insomma, il nostro premio Oscar 2016 per le colonne sonore.

Nella versione del Teatro alla Scala, la regia di Alvis Hermanis ricrea atmosfere ispirate alla pittura italiana di Carpaccio. Elegante, essenziale, con tappezzerie proiettate dai video di Ineta Sipunova, sceglie la staticità e si arricchisce solo grazie al movimento dei personaggi resi più eleganti dai costumi di Kristīne Jurjāne. Gli allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala, guidati dalla coreografa Alla Sigalova, completano i quadri d’insieme con effetti che non hanno vie di mezzo: appropriati e chic o inspiegabilmente caricaturali, come nella celeberrima Barcarola.

Nella performance del Teatro alla Scala ho visto il Doge Placido Domingo, ovvero colui che ha costruito la sua fama come tenore e adesso canta ruoli di baritono, oltre a dirigere talvolta. In O vecchio cor, che batti  la sua vocalità è azzeccatissima: il registro è caldo negli acuti, visto che la tessitura mira sulle note più alte, e l’interpretazione è azzeccata nella manifestazione di inflessibilità del personaggio. La regia non aiuta il grande Placido a esternare le sue doti attoriali, ma lui è un bel sentire. Anche nel duetto Tu pur lo sai che giudice con Lucrezia, Anna Pirozzi, il risultato è intensissimo.  Strano che il soprano abbia ricevuto parecchie contestazioni dal pubblico scaligero, il cui comportamento mi ricorda le esagerazioni del tifo calcistico. In No…mi lasciate – Resta: quel pianto accrescere – Tu al cui sguardo onnipossente ho ascoltato una voce potente quasi da Lady Macbeth, ben centrata nel ruolo da contestatrice, con un bel gradiente tra pianissimo e fortissimo. Nemmeno i non precisissimi virtuosismi e una recitazione statica, incoraggiata dalla corrispondente regia, possono giustificare tanta sgraditissima bagarre. Poi ci lamentiamo delle reazioni esagerate sui social network, che riescono a liberare la forza oscura che abita dentro di noi!  Nel cast Francesco Meli è Jacopo, tenore con una tessitura sui suoni acuti ben controllata. Ispirato nella recitazione ha mostrato precisione e giusto patetismo già dall’aria Dal più remoto esiglio.

Misurato ed espressivo il Coro del Teatro alla Scala che nel Consiglio dei Dieci è caldo, ritmicamente definito nonostante qualche semplicistica costruzione verdiana come Tace il vento, queta è l’onda  gettonatissima dai cori amatoriali (cori che io adoro, sia ben chiaro).

Per questo opera meno riuscita ma molto interessante propongo la mia abituale playlist: indizi di quello che Verdi ci saprà regalare con le opere successive. La potete ascoltare cliccando QUI!

Ippolita Papale

@salottopapale

 

I due Foscari, Tragedia lirica in tre atti di Giuseppe Verdi, libretto di Francesco Maria Piave. Nuova produzione Teatro alla Scala in scena dal 25 febbraio al 25 marzo 2016

  • Direttore:  Michele Mariotti
  • Regia e scene:  Alvis Hermanis
  • Costumi: Kristīne Jurjāne
  • Luci: Gleb Filshtinsky
  • Coreografia: Alla Sigalova
  • Video: Ineta Sipunova
  • Drammaturgo: Olivier Lexa

CAST

  • Francesco Foscari: Plácido Domingo (25 feb.; 1, 4, 9, 12 marzo); Luca Salsi (15, 18, 22, 25 mar.)
  • Jacopo Foscari: Francesco Meli
  • Lucrezia Contarini: Anna Pirozzi
  • Jacopo Loredano: Andrea Concetti
  • Barbarigo: Edoardo Milletti
  • Pisana: Chiara Isotton
  • Fante: Azer Rza-Zade*
  • Servo: Till Von Orlowsky* (25 feb.; 9, 12, 15, 18, 22, 25 mar.);  Modestas Sedlevičius* (1, 4 mar.)
  • *Allievi dell’Accademia Teatro alla Scala
  • Coro e Orchestra del Teatro alla Scala
  • Allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia

www.teatroallascala.org

 

Programma di massima su Classica HD (Sky, canale 138):

  • venerdì 11 marzo ore 16.00
  • martedì 15 marzo ore 18.00
  • lunedì 21 marzo ore 19.00

Foto: I due Foscari di Giuseppe Verdi, ph. Brescia & Amisano, Teatro alla Scala.

Scrivi il tuo commento

design THE CLOCKSMITHS . development DEHLIC . cookie policy