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Scuole di danza e formazione professionale. Come accompagnare gli allievi verso il professionismo. L’esempio della Royal Ballet School.

Come misurare il successo di una scuola di danza? Dalla bellezza di un saggio? Dai nomi altisonanti dei docenti? Dalle materie di studio? Dai risultati ottenuti in concorsi più o meno prestigiosi? Alla Royal Ballet School il successo è poter affermare che il 100% dei diplomati esce dalla scuola con un contratto in mano, un risultato questo raggiunto con una strategia precisa e una concreta modalità operativa che dovrebbe essere adottata anche qui da noi. Proviamo a scoprirla.

Qual è il goal per una Scuola di danza? Per la Royal Ballet School di Londra è poter annunciare che anche quest’anno tutti i suoi 25 diplomati escono dalla scuola con in mano – oltre ad un diploma – anche con un lavoro.  La Scuola londinese ha infatti annunciato con orgoglio qualche settimana fa che anche i neo diplomati 2016 sono già stati tutti ingaggiati in compagnie in tutto il mondo, dagli USA al Giappone. Alcuni di loro entreranno in blasonati Corpi di ballo inglesi: Joseph Sissens al Royal Ballet, Gabriel Anderson, Aitor Galende Brizuela e Johanne Monfret al Birmingham Royal Ballet, Connie Vowles all’English National Ballet, Grace Paulley allo Scottish Ballet. Altri, tra cui non pochi italiani, voleranno più lontano: Lorenzo Silingardi entra come solista all’Ekaterinburg State Academic Opera and Ballet Theatre, Lorenzo Trossello al Northern Ballet Theatre, Nana Sakai all’Hong Kong Ballet, Kaho Yanagisawa e Karl-Erik Wigle Andersson al Royal Swedish Ballet, Thomas Bradshaw al Sarasota Ballet, Maya Negish e Rio Sato al Teatrul de Balet Sibiu e Scott McKenzie al Vienna State Opera Ballet. Altri ancora escono dalla Scuola con in mano un contratto per altrettanto prestigiose compagnie giovanili e programmi post diploma: Simone Acri volerà al Tulsa Ballet II, Gabrielle Beach al Boston Ballet II, Kiely Groenewegen all’American Ballet Theatre Studio Company, Estelle Bovay, Arianna Maldini, Charlotte Tonkinson, Maria Luisa Castillo Yoshida, Joseph Aumeer, Giacomo Rovero e Francisco Serrano prenderanno parte al Aud Jebsen Young Dancers Programme del Royal Ballet, uno speciale programma  che dà l’opportunità ai neo diplomati di ricevere un anno di contratto per continuare a studiare e al contempo lavorare nel Corpo di ballo del Royal Ballet. E’ da evidenziare che i 5 diplomati 2015 che avevano ottenuto un analogo contratto lo scorso anno, entreranno tutti a pieno titolo nella compagnia dalla prossima stagione: la conferma del loro contratto è già stata annunciata nei giorni scorsi dalla compagnia inglese insieme a non poche promozioni. Questa opportunità non è dunque una sorta di parcheggio, un ripiego o uno specchietto per le allodole per poter annunciare che tutti i diplomati sono realmente sistemati, ma una concreta opportunità di studio e lavoro in compagnia.

Far uscire i diplomati con un contratto in mano è un obiettivo che la Royal Ballet School persegue con costanza ormai da anni con assoluto successo. Un successo che non è certo casuale. A fianco delle lezioni, durante l’ultimo anno di corso, fin da settembre, gli allievi vengono adeguatamente preparati per affrontare le audizioni: viene preparato con scrupolo un book fotografico, dei video da poter inviare con le loro candidature, vengono puntualmente organizzati incontri con coreografi e direttori di compagnia, momenti di confronto in cui si danno consigli ai ragazzi su come affrontare le audizioni, e, cosa ancora più interessante, per ogni singolo ragazzo vengono selezionate le audizioni più idonee tenendo conto delle loro particolari qualità fisiche e interpretative e le loro personali aspirazioni. In sostanza i ragazzi non vengono lasciati soli e allo sbaraglio, ma accompagnati verso il mondo del lavoro da un apposito staff della scuola che lavora con un unico obiettivo: far uscire i diplomati con in mano un contratto che permetta loro di iniziare la loro carriera professionale come danzatori.

Analogo obiettivo è perseguito anche dall’Accademia Vaganova di San Pietroburgo, dove da oltre dieci anni l’esame di fine anno è in sostanza un’audizione. Sono infatti invitati a partecipare all’esame i direttori delle principali compagnie russe che a fine esame offrono ai neo diplomati contratti per entrare in compagnia come corpo di ballo o come solisti. Questa pratica aveva fatto sì che negli anni passati non pochi diplomati preferissero contratti da solisti in compagnie come il Mickailovsky piuttosto che entrare come corpo di ballo nel Mariinsky, o che diplomande particolarmente talentuose preferissero il Bolshoi alla principale compagnia di San Pietroburgo. Proprio per rafforzare il filo diretto che lega l’Accademia Vaganova al Mariinsky e per non disperdere i migliori talenti, in questi ultimi anni, già a novembre dell’anno del diploma, vengono offerti dal Mariinsky contratti in compagnia ai più promettenti diplomandi. In questo modo, già in anticipo rispetto alla fine degli studi, i diplomandi sanno se potranno contare su un contratto al Mariinsky o se dovranno invece cercare lavoro altrove o accettare le proposte che verranno fatte loro dai direttori presenti durante l’esame finale.

La pratica di assicurare un futuro lavorativo agli allievi è anche perseguita dalla Scuola di ballo dell’Accademia Teatro alla Scala, dove ai diplomandi viene dato il permesso di partecipare ad audizioni durante l’ultimo anno di studi. E non è un caso che tutti gli allievi escono dalla scuola con una o più variazioni nelle gambe da presentare in audizione. Altre Scuole invece non concedono permessi per partecipare a audizioni prima del diploma finale. Unica eccezione, la possibilità di partecipare alle eventuali audizioni bandite dai corpi di ballo del Teatro di riferimento. Questo purtroppo fa sì che non sono pochi gli allievi che, terminati gli studi, non sanno se, dove e quando lavoreranno e dove potranno continuare a studiare per mantenere quella forma fisica che permetta loro di affrontare con serenità le audizioni. Certo alla Scuola di danza del Teatro dell’Opera esiste un Corso di Perfezionamento post diploma, ma non tutti sono ammessi e si dà la preferenza a diplomati ancora minorenni e dunque impossibilitati a partecipare alle principali audizioni internazionali per una questione di età.

Disponibilità e chiusure si registrano anche nelle scuole di danza private italiane. Alcune scuole, in modo a mio personale avviso intelligente, accompagnano i loro allievi più promettenti a concorsi e audizioni, fanno partecipare bambini e ragazzi a stage opportunamente selezionati, occasioni di studio e visibilità, con l’obiettivo di farli crescere e confrontarsi con i loro coetanei. E se i loro più promettenti allievi volano via, verso scuole più prestigiose, ne sono contenti. Altre scuole invece si concentrano nel tenere chiusi i loro allievi nelle strette mura della propria scuola focalizzando l’attenzione su saggi e esami interni, e si straniscono, non poco, se i loro allievi volano verso blasonate scuole di ballo. Questi insegnanti li riconosci subito: considerano l’ingresso di un loro allievo in una scuola prestigiosa come un tradimento e non come un successo. Ecco. Se dovessi dare un consiglio a genitori che sognano un futuro professionale nella danza per i loro bambini, un metro di giudizio obiettivo per selezionare una scuola di danza che dichiara di avere finalità professionalizzanti, è chiedere e verificare quanti fra gli ex allievi studiano oggi nelle principali scuole di ballo italiane e estere. Un buon insegnante sa infatti perfettamente fin dove e fino a quando può formare futuri ballerini nella propria struttura. Un buon insegnante sa perfettamente quanto giunge il momento di far volare via i propri allievi verso strutture più adeguate alla loro formazione professionale. Un buon insegnante accompagna e stimola i suoi più promettenti allievi verso blasonate scuole italiane e estere. Un buon insegnante vuole il meglio per i suoi allievi e non fa dei ragazzi dei trofei da mettere in vetrina.

Tornando alla Royal Ballet School. Personalmente ritengo che la pratica di accompagno degli allievi verso la realtà lavorativa, da loro organizzata e strutturata nel dettaglio, sia quanto di meglio si possa immaginare oggi. E’ una straordinaria pratica che dovrebbe essere presa ad esempio da tutte quelle scuole italiane, pubbliche e private, che hanno quale obiettivo la formazione professionale. Sinceramente mi piacerebbe che tale pratica, adottata per tutti gli allievi e non solo per i più meritevoli, fosse organizzata anche in tutte le principali scuole di ballo e accademie nostrane. Certo organizzare servizi fotografici o showreal (ossia montaggio video) dei ragazzi da inviare alle compagnie quando si aprono le audizioni, avere personale che seleziona le opportunità migliori per ogni singolo allievo, dedicare a ogni allievo ore di studio individuali per preparare le variazioni, non è cosa semplice qui da noi considerata l’endemica pochezza di mezzi, spazi e personale. Eppure è una cosa che andrebbe assolutamente fatta. Sinceramente mi si stringe il cuore quando vedo molti dei nostri ragazzi organizzarsi da soli i materiali per le audizioni: certo la qualità si vede anche in riprese realizzate con i telefoni cellulari, ma sarebbe ben altra cosa potersi presentare alle audizioni su invito (che sono oggi la maggior parte), con materiali adeguati e che rendano loro giustizia. I nostri ragazzi hanno talento e determinazione. Tutti coloro che oggi frequentano le principali scuole di ballo italiane sanno cos’è il sudore e la fatica, il sacrificio e il costante lavoro quotidiano. Conoscono il sapore del successo e quello dell’insuccesso. Sanno gestire il dolore della lontananza dai propri cari e quello fisico. Sono ragazzi che crescono certamente più velocemente dei loro coetanei perché hanno un sogno nel loro cuore, un sogno forte  che regala loro una marcia in più. Sta a tutti noi aiutarli a trovare la loro strada per il successo, anche prendendo esempio dalle scuole inglesi dove la personalizzazione nell’insegnamento non è una pratica astratta ma una modalità operativa molto, ma molto concreta.

Francesca Bernabini

30/07/2016

Foto: i diplomati 2016 della Royal Ballet School.

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