I saggi di danza
Non c’è estate, non c’è vacanza se non si è pagato il pegno del saggio di danza di fine anno, coronamento di un anno di lavoro e di sforzi per docenti e allievi, motivo di orgoglio per tutti compresi i genitori. Diversi sono però le modalità di svolgimento e la loro durata che permette di dividerli in quattro tipologie: breve ma intenso; breve e basta; di durata importante; di durata da denuncia per sequestro di persona. Di seguito analizziamo queste tipologie, giocando e scherzando, ma fino a un certo punto…
Luglio, col bene che ti voglio… cantava Riccardo Del Turco nel 1968 (lo so solo perché è una canzone evergreen)… E luglio, dagli anni Sessanta ad oggi, è, per gli insegnanti di danza un mese sospirato e agognato perché sancisce la chiusura dell’anno accademico. Ma non è luglio e non è definitivamente estate se prima non si va in scena con il famoso SAGGIO DI FINE ANNO. Che sia svolto nel Teatro più bello della propria città o nell’oratorio della Chiesa, il saggio è un must a cui tanti non rinunciano, non vogliono rinunciare, non possono rinunciare anche se sia docenti che pubblico ne farebbero spesso volentieri a meno!!
Ad ogni modo, condiviso o no, il saggio è sicuramente un momento importante di crescita e di orgoglio per tutti dopo tanti sacrifici: docenti, allievi e genitori.
Il punto che vorrei affrontare qui non è se è giusto o meno realizzare il saggio. Vorrei invece porre l’attenzione sulla modalità e la durata quando si decide per il sì.
Classificherò i saggi in quattro diversi tipi tenendo conto della mia esperienza personale diretta e di quello che i potenti strumenti SOCIAL permettono di vedere!
1. Breve ma intenso.
Di solito questi saggi risultano gradevoli allo spettatore proprio perché hanno una durata accettabile. Dimostrazione di tutte le discipline senza grandi sfarzi ed esagerazioni. Indipendentemente dal livello, dalla location e dalla preparazione tecnica degli allievi, come si dice ai confini con la Svizzera: SE PO’ FA’!!
2. Breve e basta.
Questo caso è invece la gioia dei padri specie quando è l’anno dei mondiali o degli europei di calcio e magari gioca proprio l’Italia quella sera. I bambini ballano tre minuti a testa ed i grandi fanno il resto. Anche in questo caso “SE PO’ FA’” ma a patto che abbia tutto un senso e che la quota costumi e la quota saggio sia stata precedentemente e debitamente richiesta in congrua proporzione. Permettetemi di dire che se per mia figlia di tre anni pago 400,00 euro di quota saggio e 250.00 euro un costumino per ballare tre minuti all’oratorio dei salesiani, al cinema del paese, o alla sagra della pasta e patate summer edition, un pochino mi altero (oh Dio comincio a ragionare come la media delle mamme lamentose….esci da questo corpo Teresita!!!) . Ma questo è un altro discorso già affrontato qualche mese fa. Andiamo avanti.
3. Di durata importante.
Entriamo qui in zona rossa! Siamo al limite della sopportazione.Parte tecnica con tutù bianco rigorosamente passato di generazione in generazione per evitare una spesa (vi so distinguere dall ultima fila della galleria il tutù bianco degli anni 80 fino a quello cucito due ore prima di andare in scena… su questo sono un mostro di bravura!!!). Coroncina bianca di fiori (se a qualcuno manca l’ anno prossimo posso sempre prestarvi la mia di 40 anni fa tanto sono uguali a quelle di oggi). Parte coreografica: favoletta per i bambini (non mi pronuncio, giuroooooo!!!). Repertorio per i grandi (bocca mia taci). Moderno bambini, moderno medi, moderno grandi. Dicasi uguale per il contemporaneo e per l’hip hop, con la speranza che la scuola non faccia anche altre discipline come tip tap, flamenco , tric trac e botte a muro! A proposito posso dirlo che io adoro il tip tap e il flamenco e le sostituirei volentieri ad altre? Vabbeh mi è scappato ormai! Tre atti di TROPPO TEMPO cadauno. Intervalli utili per fumare una sigaretta, mangiare la pizza, rifumare sigaretta, parlare male delle altre mamme, chiedere ai parenti se hanno visto la propria figlia alla quinta fila, quartultima da sinistra, quella che sorrideva sempre. Rifocillarsi di acqua perché nonostante l’aria condizionata, in Teatro (sempre che si tratti di un teatro e non di altro luogo…) ci sono tremiliardi di persone che neanche sapevi esistessero tutte insieme sulla faccia della terra. Rifumarsi una sigaretta. Convincere il marito che ne è valsa la pena spendere quei soldi perché finalmente la figlia ha fatto quello che la mamma avrebbe sempre voluto fare e non ha fatto mai. Rifumare un’altra sigaretta per la tensione e scoprire che stai fumando troppo e che è ora di smettere…. Tutto bene…ricomincia un altro atto….tutti dentro suuuu…
4. DI DURATA DA DENUNCIA PER SEQUESTRO DI PERSONA:
Ahhhhhhh e qui debbo fare un enorme sacrificio per non dire tutto, ma proprio tutto di quello che penso io e tante, tantissime altre persone. A tutto quello già elencato al punto precedente dobbiamo aggiungere anche I PASSI D’ADDIO. Quindi riepilogando: parte tecnica, parte coreografica bimbi, parte coreografica altri corsi, tutto moltiplicato per le varie discipline e in aggiunta, ad allungare la durata, I PASSI D’ADDIO.
Ragazzi che per l’occasione debbono ricoprire l’80% delle volte ruoli di repertorio di cui neanche ne conoscevano l’esistenza fino a pochi mesi prima. Scusate eh, sono famosa perché le cose non le mando a dire, ma mi spiegate perché un allievo che non ha mai studiato repertorio durante l’anno scolastico, deve, per l’occasione, passare ore ed ore davanti ad un dvd con il proprio maestro a copiare le coreografie dei grandi di Maestri? Parlo chiaramente di docenti che non conoscono il repertorio, che non lo hanno mai studiato e non lo hanno mai ballato, e pertanto questa considerazione non è valida per coloro che svolgono programmi didattici completi e diversi da quelli di cui sto parlando. Ma poi, dico, è una fatica bestiale se solo vuoi pensare che davanti al video allievo ed insegnante sono a specchio con la tv, per cui quello che nel video è a destra, dal vivo in sala è a sinistra ed è lì che cominciano i contorsionismi. Ve li illustro in modo che possiate immaginare bene bene la scena: bisogna mettersi con il corpo girato alla tv, andare di frame e sviscerare ogni singola combinazione e disquisire con “secondo me fa questo passaggio cooooooosììììì a 5 e 6 e non come dici tu in controtempo” e viceversa. Cioè, per fare 32 tempi so di gente che ha impiegato 32 ore di lezione…e andiamo suuuu…perché?
Perché mi chiedo ancora, nel caso delle ragazze, c’è bisogno di un tutù da centomila dollari e duecentosettantasettemila swarovski cuciti a manina santa e di un ballerino “professionista” per un passo a due? Non me ne vogliano i professionisti veri; l’ho scritto tra virgolette per tutelare voi che la professione la fate sul serio. Ma vi rendete conto che questi ragazzi molto spesso debbono tirare su diplomande che non hanno la benché minima idea di come approcciarsi nei lanci per facilitare gli uomini nelle prese, con conseguenze pericolose sulla salute degli stessi a fine stagione? Che non sanno cosa significhi ballare in coppia perché, poverelle, non l’hanno mai fatto?
E daaaai perché? Perché così fanno tutti e perché così vuole la prassi? Ma chi se ne frega? Non sarebbe meglio cucirgli addosso qualcosa di personalizzato che appartenga davvero alle caratteristiche fisiche e tecniche della diplomanda di turno?
Ad ogni modo a questi saggi aggiungiamoci anche, il pas deux, le variazioni e la coda. E va bene se la diplomanda è una, ma quando è un corso intero mi stringo solidale allo sforzo dei colleghi che sono costretti a fare più serate ed allestire diversi pas de deux per ogni allievo perché altrimenti le mamme li scorticano vivi. Vi sono vicina in questi momenti di intenso sforzo emotivo e fisico ma non vi invidio affatto.
Lo spettacolo nello spettacolo poi sono anche qui gli intervalli. Oltre alle pizze, al pacchetto di sigarette, all’acqua, agli zii, c’è pure la nonna che tesse le lodi della propria nipote anche al barista stremato che sta facendo il suo ottocentesimo caffè, alle mamme che tra di loro si fanno i complimenti a vicenda per le figlie che sono migliorate tanto o che hanno tenuto performance degne di una‘étoile (che spesso sono di circostanza perché non credono minimamente nelle parole dette), agli amici degli amici del fratello del padre che per l’occasione hanno portato carinamente altri 400 mazzi di fiori oltre a quelli che erano già arrivati a casa in mattinata. Insomma un trionfo annunciato ma anche un sequestro di persona senza precedenti. Cinque sei ore di saggio ragazzi!!!!! Così non solo si mettono a dura prova i corpi degli allievi, ma proprio l’equilibrio psichico di tutti: macchinisti, datori luce, operatori di ripresa, fotografi e pubblico anche quello che è partito con entusiasmo da casa senza sapere che avrebbe dovuto poi pagare un riscatto per poter essere liberato. Vi prego non terminate nei saluti finali dicendo che l’anno prossimo penserete ad una formula più light del vostro saggio, perché sono venti anni che predicate bene e razzolate sempre peggio.
E poi grazie ai social, specie a Facebook., se non sei stato invitato ad un saggio oppure non sei potuto andare quella sera, non c’è problema perché a luglio i videomaker iniziano le consegne dei dvd e quindi si avrà modo di poter vedere anche quello che “purtroppo” abbiamo perso dal vivo. Che fortuna ragazzi… grazie Facebook, grazie di cuore… ne avremo per tutta l’estate fino a ferragosto, quando si passerà a raddrizzare il tiro e a cambiare argomento passando alle promozioni per la riapertura…
Luglio col bene che ti voglio, vedrai non finirà AGLIAGLIAGLIAAAAAA….
Teresita del Vecchio
15/07/2017
Foto: saggio scuola di danza, ph. Francesco Guastafierro.