Scuole di danza

A quale età è corretto iniziare lo studio della danza?

Lo studio vero e proprio della tecnica della danza inizia tra gli 8 e gli 11 anni. Tutte le età però possono risultare utili per iniziare ad avvicinarsi al mondo della danza: a tre, a cinque come a sette anni. L’importante è scegliere con cura la scuola di danza verificando la preparazione dei docenti. Per insegnare danza ai piccolissimi servono conoscenze nella pedagogia e nella tecnica, una buona dose di fantasia ed una grande pazienza, empatia e capacità di coinvolgimento. Più i bimbi sono piccoli, più si ha la necessità di insegnanti di comprovata esperienza. Diffidate dagli insegnanti improvvisati.

E’ domenica pomeriggio e guardo la tv con mia figlia. Lei impazzisce per Angelina Ballerina ma ogni volta che mi trovo a vedere questo cartone, mi chiedo perché i creatori del personaggio abbiano scelto come protagonista una “topina” piuttosto che di una “micina”!! Va beh…sorvoliamo va…

Mia figlia ha 2 anni e 3 mesi e non passa un giorno che non mi chieda di indossare il suo tutù e le sue scarpine per costringere poi tutta la famiglia ad applaudire le sue performances. Mi chiede spesso di prendere lezioni di danza e faccio fatica a farle capire che è troppo piccola per poter iniziare. D’altro canto lei non ha neanche tutti i torti a non voler comprendere: si sente a suo agio e libera quando danza, esprime le sue emozioni, gira senza sosta, assume espressioni del viso “bizzarre” a seconda della musica. Felice nel suo tutù non comprende per quale motivo io la privi della possibilità di prendere lezioni a scuola di danza come del resto fa la sua amata Angelina Ballerina.

Nel caso specifico di mia figlia, dovrà aspettare almeno di togliere ciuccio e pannolino, se non ancor di più.

Sappiamo tutti benissimo che il percorso professionale vero e proprio di un danzatore inizia intorno agli 8/9 anni, ma è pur vero che siamo in molti ad essere favorevoli a dare la possibilità ad un bimbo più piccolo di avvicinarsi all’arte tersicorea. Ma allora la domanda viene spontanea: a che età è più giusto iscrivere un bimbo ad un corso di danza? Prima di cercare di dare una risposta mi soffermerei su due temi cruciali:

  1. L’insegnante
  2. La famiglia

Ho già affrontato in un altro articolo (Scuole di danza: scegliere sicurezza e affidabilità diffidando i discount) la tematica delle competenze che dovrebbe avere un docente di una scuola di danza, ma in questo caso vado a soffermarmi nello specifico su quelle degli insegnanti di danza che si dedicano alla delicata fascia d’età dei piccolissimi.

Mia figlia, come tutti i coetanei del mondo, non ha ancora ben chiara l’idea di percezione del corpo, dello spazio e della coordinazione (ora che ci penso conosco molti che questa percezione non ce l’hanno neanche a 20 e 30 anni… ma sorvoliamo anche su questo) ed è per tale motivo che verrebbe da sé che un docente che decide di dedicarsi all’insegnamento della danza a bambini così piccoli, dovrebbe essere non solo molto preparato ma completamente dedito al suo lavoro come se la sua fosse una vera e propria missione. Questo almeno nelle ore di lezione, e per tutta la durata delle lezioni.

L’utilizzo del condizionale non è un caso perché in realtà molto spesso non è così. L’inadeguatezza di molti docenti, l’approssimazione e la superficialità del lavoro svolto purtroppo è a volte disarmante. Per esercitare questo ruolo la preparazione di fondo, legata alla pedagogia e alla conoscenza tecnica, ad una buona dose di fantasia ed una grande pazienza, è fondamentale.

Stabilire un rapporto empatico con il bambino per poter far sì che si affidi a noi non è una cosa scontata o che si conquista  solo con un semplice sorriso o con una grande accoglienza al suo arrivo. La fiducia di un bambino te la devi sudare, e poi devi sudare ancora per poterla confermare ogni volta. Bisogna dargli la possibilità di avvicinarsi alla danza attraverso la sua percezione e le sue emozioni. Ed ogni singolo bambino si sa, è diverso dagli altri, quindi bisogna entrare anche nell’ordine di idee che in una classe con più allievi ognuno avrà bisogno del proprio tempo per elaborare gli input che gli vengono dati.

Una delle abilità di un’insegnante è sicuramente quella di tenere un’attenzione alta della classe per tutta la durata della lezione altrimenti il risultato sarà quello di bimbi subito annoiati e sbadiglianti. Resta di fatto che molte volte i piccolissimi allievi arrivano a lezione che sono stanchi dalla scuola e dagli impegni quotidiani, quindi il rischio è anche quello che si addormentino a prescindere da tutto. Abbiate pazienza e siate comunque comprensivi.

Non propinategli subito la prima posizione e per giunta al centro. Il risultato sarà un bambino che cercherà di tenere l’equilibrio muovendo le braccia come se stesse precipitando in un burrone, con gambe e mani piegate come per ballare il charleston, la testa chinata con gli occhi strabuzzati intenti a guardarsi i piedi come a supplicare che per magia si aprano da soli, la bocca storta ad assecondare tutto lo sconvolgimento del corpo e l’incapacità di non riuscire come la “maestra”. Dal momento che non posso mostrarvi l’imitazione di una situazione simile, qui di seguito troverete un video esplicativo di quanto descritto. Invece di farli sentire inadeguati, concentratevi innanzitutto ad insegnargli a distinguere la destra dalla sinistra con dei giochi simpatici e fatevi aiutare da musiche idonee alla loro età e non dai supporti musicali per classi di livello avanzato, poco stimolanti per bimbi così piccoli.

Se è vero che molte scuole possono vantare insegnanti con provata esperienza e assolutamente perfetti nel lavoro con i bambini, al contrario molto spesso altrove si affidano i corsi dei piccolissimi a giovani allieve, che per quanto risultino essere le più “grandi” della scuola, restano di fatto troppo giovani e molto spesso senza sufficiente esperienza per espletare un compito così delicato.

Attenzione però, non sto affermando che queste giovani ragazze non saranno capaci mai di insegnare: esistono infatti anche giovani insegnanti valide da un punto di vista tecnico perché ben istruite, che hanno un magnetismo particolare con i piccoli e che riescono ad avere un ascendente particolare su di loro in quanto dono di natura. Sto solo asserendo che proprio perché troppo giovani, molto spesso non hanno avuto la possibilità di studiare in modo approfondito soprattutto la parte pedagogica (e molte purtroppo non lo faranno mai) e non hanno ancora maturato ore sufficienti di tirocinio e fatto il dovuto affiancamento per poter essere in grado di guidare da sole una classe.

Tale questione diventa ancora più delicata quando a capo di queste giovani insegnanti ce ne sono altre altrettanto giovani, altrettanto inesperte e assolutamente non idonee al ruolo di “direttore”, un ruolo che nel mentre ricoprono fiere. Per contro, è anche vero che ci sono anche “direttori” con tanto di attestati di formazione di tutto rispetto ma assolutamente incapaci anche loro a gestire una scuola, il personale, il programma didattico e tutto l’ambaradam. Cosa fare in questi casi? Bella domanda! L’unica cosa è che mi viene da suggerire ancora una volta è di adeguare le proprie conoscenze e nel mentre cercare di fare meno danni possibili, cosa fattibile solo attraverso un preventivo e scrupoloso esame di coscienza.

La famiglia in tutto questo gioca ancora per una volta un ruolo fondamentale nella crescita dei propri figli. Spesso si verifica che un bimbo si avvicini ad una scuola di danza per volere delle mamme piuttosto che dei padri. Se poi si tratta di maschietti direi che la percentuale di padri favorevoli scende notevolmente.

C’è chi provando si appassiona e chi, nonostante abbia l’insegnante più bravo e preparato del mondo, proprio non ne vuol sapere. E qui casca l’asino! Mamme, se le vostre figlie non hanno voglia e non trovano appassionante questo tipo di arte, non obbligatele a frequentare un corso di danza anche perché otterrete ogni volta sempre lo stesso risultato: bimbi che piangono già solo all’idea di dover recarsi a scuola di danza e che si esibiscono in urla strazianti al momento dell’allontanamento da voi per entrare in sala danza. Dategli qualche altro anno di tempo, magari sono solo troppo piccoli e hanno bisogno di maturare per capire meglio di cosa si tratta per trarne eventualmente giovamento, ma fatevene una ragione qualora, anche da grandicelli, vi continueranno a dire “non mi piace”. La danza, fatta bene, anche solo per pochi anni, è un’esperienza meravigliosa e altamente formativa anche dal punto di vista della disciplina, ma non deve essere un obbligo. Se voi mamme avete fatto danza e non avete potuto continuare, o se avete sempre sognato di fare la ballerina e questo non si è verificato, non vuol dire che dovete riversare i vostri sogni nascosti sui vostri figli. Quel che piace a voi non necessariamente piace anche a loro.

Diversamente. Se i vostri bimbi dovessero scoprirsi appassionati di danza allora cercate di avere rispetto dei tempi di apprendimento e soprattutto del programma didattico. Un bambino che inizia danza a 3 anni è chiaro che fintanto non avrà almeno 7/8 anni, non intraprenderà un lavoro tecnico specifico più impegnativo, quindi non aspettatevi che allo spettacolo di fine anno esegua virtuosismi o cose difficili. Godete invece del fatto che sta conquistando piano piano la propria autonomia ed il controllo del proprio corpo e della propria emotività ed imparate a comprendere che non c’è “saggio” più bello di una simile riuscita.

Genitori, cercate anche di comprendere che se dopo due o tre anni di “carriera” dei vostri giovani bimbi, nello stesso corso l’insegnante inserisce un bimbo di pari età con meno “esperienza” o al suo esordio, non è che dovete farne una questione di stato e cambiare scuola perché vi sentite mancati di rispetto o presi in giro: se vi affidate a degli esperti (l’importante è che verifichiate sempre che lo siano), sappiate che ad ogni scelta didattica corrisponde un perché pratico e tecnico che i non addetti ai lavori non sempre possono opinare, altrimenti tutti farebbero il mestiere di tutti.

E poi ve ne prego: non pressate i docenti chiedendo di far indossare le punte nel caso delle bimbe, perché se poi trovate lo squilibrato che vi accontenta, sappiate che state mettendo seriamente a rischio la salute di vostra figlia, anzi lo state autorizzando a farle del male. L’argomento punte è delicato e molto e di questo ne parleremo prossimamente.

Tutte le età perciò possono risultare utili per iniziare ad avvicinarsi al mondo della danza: a tre, a cinque come a sette. L’importante è che si scelga con cura la scuola in cui si intende iscrivere i bambini, che non vuol dire per forza andare in cerca di curriculum “esagerati”, ma avere la certezza attraverso testimonianze fidate o almeno l’intuizione, che i docenti non siano improvvisati ma abbiano una comprovata esperienza nel settore.

Nel frattempo la puntata di Angelina Ballerina è terminata. Per oggi lo spettacolo è finito. La mia piccola artista si riposa e fa bene. Domani  inizierà un’altra settimana impegnativa, fatta di scoperte, di esperimenti e di nuovi appuntamenti  danzanti con la “topina”…. (se poi mi aiutate anche a capire il perché una ballerina è stata identificata in un ratto, ve ne sarei infinitamente grata!!).

Teresita del Vecchio

26/09/2016

 

 

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