La forza degli studenti dell’Accademia nazionale di danza
Gli studenti dell’Accademia nazionale di danza hanno espresso con la lucidità delle loro parole e la forza della loro danza, il disagio che stanno vivendo da più di tre settimane per il vuoto istituzionale che si è creato a seguito dell’ordinanza del Tar Lazio che ha sospeso le elezioni a Direttore di Bruno Carioti. Lo hanno fatto con una conferenza stampa lo scorso giovedì, un momento pubblico particolarmente toccante e emozionante nel Teatro Ruskaja, a cui è seguito un flash mob davanti alla sede del Miur di Viale Trastevere. Risultato: il Ministero promette un nuovo Commissario prima di Natale.
Giovedì 18 dicembre 2014. La conferenza stampa si apre nel Teatro Ruskaja dell’Accademia nazionale di danza con i cinque studenti che compongono la Consulta degli studenti sul palco e una platea gremita di allievi. Luca Braccia dà voce al pensiero degli studenti. Legge un comunicato stampa che ripercorre in modo obiettivo quanto accaduto nelle ultime settimane, prende le distanze dalla diverse fazioni in campo e riafferma la necessità di una soluzione rapida al vuoto normativo creatosi. L’esposizione lucida dei fatti non fa sconti alla politica e in particolare al Miur, che promette soluzioni e poi svanisce nel nulla. L’Accademia è senza un direttore e un presidente. Mancano anche il Collegio docenti e il Consiglio di Amministrazione. La situazione paralizza l’istituto e lede il legittimo diritto allo studio agli studenti.
A Luca Braccia segue l’intervento di Mariella Rinaldi. Le sue parole, lucide, vere e toccanti, esprimono con enorme forza, l’onestà e la voglia di cambiare il mondo degli studenti, il loro sentirsi feriti, delusi, traditi, disorientati. Nelle sue parole la voglia di un mondo pulito e non animato da giochi politici, e la voglia di studiare: “Amiamo l’Accademia e abbiamo un sogno: diventare danzatori, coreografi, insegnanti… L’Accademia dovrebbe stare sotto i riflettori dei palcoscenici e non sotto quelli della politica”.
Finito l’intervento i rappresentanti della Consulta si alzano in piedi, si spogliano e in un silenzio carico di tensione rimangono in mutande. Sono nudi, veri, di fronte a un mondo che vero non è. Il silenzio è rotto da un lungo, infinito e fortissimo applauso durante il quale altri studenti salgono sul palco, si spogliano e rimangono immobili con i corpi tesi e commossi accanto ai compagni. La tensione è fortissima, e il danzatore che è in ognuno di loro prende il sopravvento. Partono brevi improvvisazioni, una jam fatta di assoli, duetti e terzetti scanditi da un battito di mani che da applauso si è trasformato in un tribale ritmo musicale che diventa sempre più forte. Si danza la delusione, la disperazione, la rabbia, la voglia di ribellarsi. I battiti delle mani e dei piedi aumentano di forza, scandiscono il tempo, in un crescendo fortissimo e carico di emozione. Uno dopo l’altro gli studenti salgono tutti sul palco lasciando in platea solo noi giornalisti e i loro docenti. E’ una danza bellissima quella che portano in scena, una danza che commuove e che rappresenta magistralmente un’Accademia che piange. Io piango con loro, sopraffatta come raramente mi capita, dalla forza di un assieme potentissimo e meraviglioso.
Quando tutto finisce ci si asciuga le lacrime, ci si riveste e si indossa il velo neo delle prefiche piangenti. L’appuntamento è al Ministero. Lì si improvvisa un flash mob. Il Ministero incontra una rappresentanza dei ragazzi e promette un nuovo Commissario in pochi giorni, un tecnico del Miur (non Carioti), in grado di guidare l’Accademia fino ad aprile, quando la giustizia italiana si esprimerà in merito a due diversi ricorsi: quello sull’elezione di Carioti e quello sul trattenimento in servizio della Parrilla. Il Decreto di nomina dovrebbe arrivare già prima di Natale.
Francesca Bernabini
20/12/2014