Accademia Nazionale di Danza

Giuseppe Furlanis si dimette da Presidente dell’Accademia Nazionale di Danza

In una lunga lettera il Presidente dimissionario evidenzia i problemi didattici e amministrativi dell'Accademia

Di seguito pubblichiamo la lettera di dimissioni del neo Presidente dell’Accademia Nazionale di Danza. E’ una lunga lettera nella quale si evidenzia che l’Accademia ha problemi didattici e amministrativi, e che è estremamente elevata la tensione tra studenti, docenti e direzione (quale novità!).

Furlanis evidenzia “poche possibilità di uscire da questa condizione di contrasti continui, quando nelle riunioni del Consiglio accademico si ripete una posizione della Direttrice contraria alle varie proposte dei Consiglieri e la contrarietà dei consiglieri alle proposte della direzione”. Quel che dispiace è che in tutta questa lunga lettera Furlanis non fa cenno al perché esistono tali “tensioni interne, e in particolare quelle tra direzione e consiglio accademico”, che sono “tali da riflettersi negativamente su ogni scelta”. Dispiace che tale contrasto appaia quasi come un fatto tutto interno, quasi personale e privato. Per lui tali tensioni sono “una sorta di ‘resa dei conti’ che paralizza l’istituzione”. Ma perché non spende una parola su quali siano questi conti da regolare?

Furlanis si stupisce che la Fondazione dell’Accademia non “concorre” a valorizzare l’Accademia ma dimentica di scrivere che c’è una causa in corso che ha per oggetto la gestione Borghi/Parrilla della Fondazione dell’Opera dell’Accademia e che dunque è più che comprensibile che gli attuali vertici della Fondazione abbiano poca voglia di sedersi a fare nuovi progetti con la stessa Parrilla.

Furlanis sostiene di aver chiesto di “procedere ad una regolarizzazione del corso di Avellino”, un corso che lui sostiene sia stato “approvato dal CA e del CdA”, dimenticandosi che proprio quell’approvazione del CA, ossia del Consiglio Accademico, è oggetto di una denuncia di falso in atto pubblico che vede coinvolta sempre la direttrice Parrilla e che è ora nelle mani della magistratura. E come può non tenere conto che sul corso di Avellino pende anche un esposto alla Procura presentato dai sindacati? E sempre a proposito di Avellino (che anche lui sostiene sia un corso “mal programmato, mal condotto e con irregolarità che vanno necessariamente affrontate”) , perché non spende una parola sul reclutamento dei docenti e in particolare perché dimentica che per la cattedra di indirizzo, “ossia composizione coreografica”, ad oggi non ci sia stato pubblicato nessun bando per l’affidamento di questo insegnamento?

E ancora: come può solo aver pensato di poter mediare fra le parti se è ancora in piedi la citazione per diffamazione, inviata dalla direttrice Margherita Parrila a quattro studenti e a dieci docenti, tutti colpevoli – secondo lei – di averla screditata attraverso la stampa e internet, e che per questo sono stati intimati a pagarle un risarcimento di 500.000 euro?

L’augurio è comunque che con queste dimissioni il Ministro dell’Istruzione prenda finalmente in mano il “caso” Accademia nazionale di danza e faccia tornare il bel tempo su un’istituzione che dovrebbe essere la punta di diamante nel sistema formativo pubblico in tema di danza.

Francesca Bernabini

 

Al Consiglio di Amministrazione

Al Consiglio Accademico

Alla Consulta degli studenti

Al Direttore

Al Direttore di amministrazione

Con decreto del Ministro MIUR 3-Aprile 2013, sulla base della terna indicata dal Consiglio Accademico, mi è stato conferito l’incarico di presidente dell’Accademia Nazionale di Danza. Onorato di questo incarico, in un’istituzione che rappresenta l’eccellenza della formazione italiana nell’ambito coreutico, ho iniziato l’attività di presidente del Consiglio di amministrazione dell’AND con emozione e fiducioso di poter offrire il mio contributo allo sviluppo e alla valorizzazione dell’Accademia. Sin dai primi giorni della mia attività di Presidente, ho rilevato un’elevata quantità di problemi didattici e amministrativi, sedimentati negli anni, e una tensione estremamente elevata tra studenti, docenti e direzione che, riverberandosi su tutte le attività di governo, compreso la gestione amministrativa, non permettono di garantire un normale ed efficiente funzionamento dell’istituzione. Nelle prime settimane, della mia attività di presidente all’AND ho dovuto dare priorità alla gestione amministrativa per superare alcuni problemi sedimentati nel tempo, e la ricerca di risorse economiche per avviare quei lavori di manutenzione straordinaria della sede non più prorogabili, compresa la necessità di cambiare la centralina termica. Per quanto concerne le infrastrutture ho presentato in CdA, come obiettivo strategico, l’aggiornamento del servizio internet per facilitare l’accesso alla rete e per migliorare i relativi servizi, prevedendo a tal fine anche l’aggiornamento del sito Web dell’Istituto. Un aggiornamento, questo, che oltre a favorire le attività d’informazione e valorizzazione dell’Accademia, permetterebbe di rendere più efficiente ed efficace il lavoro della biblioteca, delle segreterie e dell’amministrazione, e le relazioni tra queste e i docenti e gli studenti. Sempre in questi mesi ho individuato tra gli aspetti prioritari, l’urgenza di garantire una piena applicazione del DLgs 81/2008 in merito alla salute e alla sicurezza.  Argomento che ho indicato come prioritario per gli investimenti del prossimo anno finanziario. Sebbene con una certa fatica, a causa delle molte tensioni, è stata riavviata la contrattazione di Istituto che rappresenta un aspetto qualificante dell’Autonomia, con il fine di valorizzare le competenze presenti nel personale. Per conoscere gli argomenti presentati come prioritari al CdA vi invito a leggere i verbali delle ultime riunioni dello stesso Consiglio. Alla luce delle tensioni interne all’istituzione, ho ritenuto indispensabile un particolare impegno per garantire il rispetto delle competenze dei diversi organi di governo; questo a partire dal Consiglio di Amministrazione che presiedo.

Per garantire un coordinamento tra CdA e CA ho dato la mia disponibilità, se invitato, a partecipare alle riunioni del Consiglio accademico. Sempre per evitare tensioni e migliorare il funzionamento dell’Accademia ho ritenuto indispensabile giungere ad una più efficace regolamentazione delle attività, sia didattiche , sia amministrative. In tal senso ho sollecitato la Direzione Generale all’invio del regolamento didattico, al fine di giungere ad una sua immediata applicazione, e ho chiesto alla Direzione Amministrativa una più efficiente organizzazione del lavoro dell’amministrazione e della segreteria, anche attraverso la definizione di un apposito regolamento. Per quanto concerne i servizi agli studenti ho posto come argomento prioritario la partecipazione dell’AND al programma Erasmus, considerato che, inspiegabilmente, nessun studente dell’accademia è mai andato in mobilità Erasmus.  Grazie al contributo della prof.ssa Malagutti sono andati in mobilità i primi due studenti, un piccolo passo, ma importante per offrire agli iscritti all’Accademia le stesse opportunità che hanno tutti gli studenti dell’Università e dell’Alta Formazione. Sono programmate nei prossimi mesi attività di formazione e aggiornamento per favorire uno sviluppo del programma Erasmus, attraverso scambi didattici, di docenti e di studenti, prevedendo, per questi, anche tirocini post-diploma all’estero. Si auspica che l’accademia possa partecipare già nei prossimi anni a progetti di ricerca europei che le permetterebbero di assumere una dimensione internazionale e quindi affermare un proprio protagonismo nel panorama della danza italiana. Nei servizi agli studenti è indispensabile assumere una piena dimensione universitaria, prevedendo tutte quelle attività afferenti la didattica che permettono di migliorare l’offerta formativa; questo sia nella prospettiva di accrescere, per gli stessi studenti, le opportunità di lavoro, sia per sviluppare in questi quella dimensione culturale e quella sensibilità etica che si configurano come valori essenziali in ogni società e, quindi, come temi centrali di ogni modello formativo. Sempre al fine di migliorare i servizi agli studenti, dovrà essere posta particolare attenzione al Decreto Legge 12 Settembre 2013 n. 104 che prevede 6 milioni di euro in borse di studio per gli studenti l’AFAM (art.3),  oltre a fondi per l’edilizia scolastica e per accrescere le dotazioni tecnologiche. Un impegno in questo senso, che è indispensabile assumere sin da subito da parte degli organi di governo, richiede uno spirito di collaborazione e il superamento degli attuali contrasti che penalizzano gravemente la nostra istituzione.

Oltre alla necessità di trasformare i bienni specialistici da sperimentali ad ordinamentali, come richiesto dalla Legge 228 del 24 Dicembre 2012 (comma 105). ritengo che sia importante mantenere nell’orizzonte futuro dell’accademia l’istituzione di corsi di perfezionamento e di corsi di formazione alla ricerca (dottorati di ricerca). Nelle prossime settimane dovrà essere avviato un confronto con l’ANVUR per definire i criteri e le linee guida inerenti la valutazione sia del funzionamento, sia dell’offerta formativa dell’Accademia. La valutazione, assieme alla programmazione assumerà una rilevanza sempre maggiore nelle politiche di sviluppo dell’accademia stessa, al fine di elevare la qualità della didattica e di acquisire le risorse economiche che il “Regolamento di avanzamento del sistema” collega proprio alla programmazione e alla valutazione.  L’Accademia Nazionale di Danza, che già ora svolge un prezioso coordinamento per lo sviluppo nel nostro paese dei Licei coreutici, dovrà riconsiderare, sin da questo anno accademico, il proprio ruolo alla luce di una crescita dell’offerta formativa incentivata anche da corsi di istituzioni non statali. L’Accademia dovrà essere in grado di mantenere un ruolo di governo di tale sviluppo e un’eccellenza della propria offerta formativa tale da mantenerla punto di riferimento nazionale per la formazione coreutica. Obiettivi difficili da perseguire se l’accademia è lacerata da infiniti conflitti interni; conflitti accentuati anche da continui contenziosi con la Fondazione, mentre questa, la Fondazione appunto, dovrebbe concorrere a valorizzare l’accademia e i suoi studenti. Quindi, sebbene si sia avviato un positivo percorso verso tali obiettivi, il loro raggiungimento non può prescindere da un progetto di sviluppo dell’AND che sia condiviso da parte degli organi di governo; condivisione che in questo momento è assente. Una condivisone che mi appare sempre più difficile da raggiungere perché le elevate tensioni interne, e in particolare quelle tra direzione e consiglio accademico, sono tali da riflettersi negativamente su ogni scelta; una sorta di “resa dei conti” che paralizza l’istituzione. Siamo ormai all’inizio dell’anno accademico e ancora manca la programmazione delle attività didattiche e artistiche. Programmazione, questa, indispensabile per predisporre il bilancio di previsione e per garantire un regolare avvio dei corsi. E’ evidente che il programma di queste attività deve essere fatto per tempo e con la massima attenzione sia agli ordinamenti, sia alle risorse strumentali ed economiche che l’Accademia possiede, cercando di utilizzare al meglio tutte le competenze presenti all’interno dell’istituzione. E’ opportuno che non si ridetermini quanto avvenuto in questi mesi, con proposte di progetti artistici differenti tra Direzione e Consiglio Accademico, e con corsi che, sebbene previsti negli ordinamenti, sono stati attivati con un forte ritardo perché non programmati all’inizio dell’anno accademico. Va rilevato che tali disfunzioni oltre ad incidere negativamente sul buon funzionamento dell’accademia e creare problemi agli studenti, richiedono azioni amministrative non sempre facili.

Mi sono giunte alcune mail critiche nei confronti del mio “sostegno” alla trasformazione di una cattedra di seconda fascia in un posto per un amministrativo, deliberata dal CdA, e per aver chiesto di procedere ad una regolarizzazione del corso di Avellino.  Temo che in questa continua disputa all’interno dell’Accademia non si tenga conto di quali siano i compiti e i doveri del presidente che, dell’accademia stessa, è anche il responsabile legale. Come presidente del CdA è, infatti, mio dovere dare attuazione alle delibere dello stesso Consiglio, in particolare ad una delibera che ha assunto una mia proposta di riorganizzazione del lavoro dell’amministrazione. Una riorganizzazione che permetta di migliorare i servizi agli studenti e i rapporti tra la segreteria, l’amministrazione e i docenti.  La conversione di questa cattedra, che ho motivato anche in occasione della mia partecipazione al Consiglio accademico, è stata approvata all’unanimità dal CdA e, viceversa, respinta dal CA, delineando, su questo argomento, due valutazioni e, quindi, prospettive diverse. Un discorso analogo va fatto per il corso di Avellino; corso, a mio avviso, mal programmato, mal condotto e con irregolarità che vanno necessariamente affrontate. Detto questo, non si può non rilevare che questo stesso corso è stato approvato dal CA e del CdA, e il cui avvio è stato autorizzato, nelle more del parere del CNAM, dal Ministero. Sebbene questo presenti una natura sperimentale e si esaurisca al termine del terzo anno, è a tutti gli effetti avviato come un corso dell’AND e pertanto ne deve rispettare i regolamenti ed essere assoggettato alle decisioni degli organi di governo della stessa Accademia; organi che, a loro volta, hanno il dovere di sovraintendere al suo funzionamento e alla sua regolarizzazione. Ma soprattutto deve essere considerato che sono iscritti a questo corso giovani studenti che hanno frequentato per un anno e che hanno il diritto di concludere il loro percorso formativo.  Mantenere questi studenti in uno stato d’insicurezza e il corso in una condizione di indeterminatezza normativa non è accettabile e rischia di penalizzare l’immagine dell’accademia. Vedo poche possibilità di uscire da questa condizione di contrasti continui, quando nelle riunioni del Consiglio accademico si ripete una posizione della Direttrice contraria alle varie proposte dei Consiglieri e la contrarietà dei consiglieri alle proposte della direzione.

Il CdA ha espresso una chiara volontà di garantire il pieno rispetto dei ruoli e delle competenze dei diversi organi di governo, ma per giungere a tale obiettivo è indispensabile che gli stessi organi funzionino, e che si sviluppi un impegno in questo senso da parte di tutti, a partire dal Direttore e dal Presidente che hanno un ruolo rilevante nelle attività di coordinamento. Sono certo che nonostante le tensioni interne, l’accademia riesca a mantenere un’elevata qualità della didattica e della produzione artistica, così come è stato testimoniato anche dalle iniziative promosse nel mese di Giugno; tuttavia i contrasti sempre più accesi al suo interno hanno trovato riflesso nelle commissioni parlamentari e sulla stampa, sia locale sia nazionale, svalorizzando in tal modo  i risultati ottenuti grazie all’impegno e alla passione di molti docenti e studenti, e alimentando un’immagine negativa dell’Accademia che probabilmente è anche la causa del diminuito numero di iscritti. Devo constatare che la mia attività di presidente, sebbene si svolga nel rispetto della funzione, in particolar modo per quanto concerne l’amministrazione, è stata ed è del tutto irrilevante rispetto ai problemi di funzionamento dell’accademia che permangono gravissimi. Probabilmente anche per una mia incapacità di svolgere in modo efficace quell’opera di mediazione che mi è stata chiesta, all’inizio del mandato, da docenti, studenti, e dalla stessa Direzione generale AFAM. Consapevole di non essere riuscito ad intervenire positivamente sulle tensioni interne e dell’urgenza di dar soluzione ai problemi dell’accademia, ritengo opportuno presentare e comunicarVi le mie dimissioni che invio al Ministro. Questo, con la speranza che possano servire a far assumere decisioni in grado di permettere il superamento delle attuali tensioni e di garantire il pieno funzionamento della nostra Accademia.

Cordiali saluti.

Como 14 Ottobre 2013

Giuseppe Furlanis

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