In Liguria

Il Teatro dell’Opera di Astana in Notre-Dame de Paris di Roland Petit al Teatro Carlo Felice di Genova

Dal 23 . 11 . 2017 al 24 . 11 . 2017

Genova - Teatro Carlo Felice

Unica tappa di una tournée internazionale del balletto, Notre-Dame de Paris, coprodotto dal Teatro dell’Opera di Astana e Les Ballets Roland Petit Foundation, con i costumi di Yves Saint Laurent andrà in scena al Teatro Carlo Felice di Genova il 23 novembre 2017 (20.30) e 24 novembre 2017 (15.30 e 20.30).

Il balletto, articolato in 2 atti e 13 scene, sarà interpretato dalla Compagnia di balletto del Teatro dell’Opera di Astana diretta da Altynai Asylmuratova accompagnata dall’Orchestra e dal Coro del Teatro Carlo Felice di Genova. Nel ruolo di Esmeralda si alterneranno Aigerim Beketayeva, e Madina Basbayeva; in quello di  Quasimodo Bakhtiyar Adamzhan e Rustem Seitbekov; in quello di  Frollo Arman Urazov  e Serik Nakyspekov e in quello di Phoebus Olzhas Tarlanov e Yerkin Rakhmatullayev. Il balletto è stato rimontato da Luigi Bonino in Kazakistan nel 2016.

 

Basato sul romanzo di Victor Hugo il balletto Notre-Dame de Paris debuttò sul palcoscenico del Palaise Garnier nel 1965. Fu il risultato della collaborazione di un gruppo di celebrità: il più popolare coreografo francese Roland Petit, lo stilista di grido Yves Saint Laurent, il celebre compositore Maurice Jarre e il rinomato regista di cinema e teatro René Allio. Da allora questa originale creazione si è imposta stabilmente in repertorio, diventando un classico indiscusso.

“Per me ilo spettacolo è una creazione totale: danza, scene, costumi, partitura musicale – scriveva Roland Petit –  Qui, come autore del libretto e coreografo, vedo i tre protagonisti principali di questo ‘dramma delle passioni’ come piuttosto differenti dalle altre persone. Esmeralda è stata allevata dagli zingari e e quindi sospettata di essere come una strega. Quasimodo non è un mostro, ma solo un ragazzo comune che ha un complesso di inferiorità dovuto al fatto di essere stato vittima di un incidente. Si tratta di persone che vengono che la società ha respinto perché non sono come tutti gli altri. Come per Frollo, è in corso una battaglia nella sua anima tra il desiderio passionale e la coscienza, tra la carne e lo spirito. Una tale storia potrebbe avere facilmente luogo anche ai giorni nostri”.

Al centro del balletto di Petit non c’è la bella zingara Esmeralda, ma Quasimodo. Il coreografo, che fu anche il primo interprete di questo ruolo, “danzò” la sua gobba senza ricorrere a un costume deformante. La riscossa di Quasimodo – da cagnolino fedele del suo padrone Claude Frollo all’eroico tentativo di salvare Esmeralda e vendicare la sua morte – è presentata sul palcoscenico in modo convincente. In Notrе-Dame è solo a Quasimodo che il coreografo conferisce il diritto alla rigenerazione e, significativamente, ciò accade nella Scena 13 del balletto che porta il titolo Morte. È Quasimodo che porta la morta Esmeralda in un altro mondo dove, finalmente, i “trovatelli” rifiutati trovano l’eterno riposo…

Dividendo il balletto in 13 episodi, gli autori lo hanno presentato al pubblico nello spirito del minimalismo anni ’60. Il minimalismo, che fu una moda, può essere notato in ogni componente dello spettacolo: nella drammaturgia (quattro personaggi e una folla anonima, irrazionale e senza principi); nello stile dei colori e dei costumi che richiama le vetrate di una cattedrale (le donne danzavano in corti vestiti di pizzo, quelli che le studentesse del Quartiere Latino indossavano quando andavano in giro per farsi ammirare, e gli uomini danzavano in strette giubbe alla ‘Mondrian’ con simboli medievali); nelle scene (prima, sul palcoscenico, vediamo la silhouette della facciata della Cattedrale, poi le enormi campane del campanile, il panorama della città come se fosse dipinto su una vecchia pergamena, le forche in Place de Grève).

Precede lo spettacolo lunedì 20 novembre 2017, alle 17.30, all’Auditorium Montale- Teatro Carlo Felice di Genova, la conferenza illustrativa Notre Dame de Paris, il capolavoro di Petit a cura della giornalista e scrittrice Francesca Camponero.

www.carlofelicegenova.it

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