A Catania

A Scenario Pubblico Invenzioni a tre voci di Roberto Zappalà

Dal 20 . 02 . 2015 al 01 . 03 . 2015

Catania - Scenario Pubblico, Via Teatro Massimo 16

In scena a Catania Invenzioni a tre voci, il primo step del nuovo ampio progetto di Roberto Zappalà Transiti Humanitatis, ovvero una riflessione sull’umanità e sulla bellezza, evocata ed indagata attraverso la danza, che, articolato in più fasi, è iniziato nel 2014 e avrà esito finale nel 2017.

Dopo il debutto palermitano, al Teatro Garibaldi a giugno 2014, lo spettacolo Invenzioni a tre voci di Roberto Zappalà e della sua Compagnia Zappalà danza, è in replica a Scenario pubblico a Catania, residenza della Compagnia il 20, 21, 22, 28 febbraio e il 1 marzo 2015.

Appropriandosi delle riflessioni di John Berger e dei versi di Wislawa Szymborska, Zappalà propone una riflessione sull’immaginario femminile e non sulla sua condizione. La sua non è un’analisi sociologica, ma la rappresentazione dell’immaginario prodotto dalla bellezza femminile e dal suo corpo che è al contempo protagonista e vittima. Obiettivo della performance come dell’intero progetto Transiti Humanitatis, infatti, è quella di provare con la danza a raccontare la corporeità e l’identità umana e cosi la sua bellezza.

Ovviamente il suo linguaggio è quello della danza, una danza che ha la sua grammatica e la sua sintassi nei nervi e nelle giunture, nei fremiti e nei sussulti del corpo delle tre danzatrici/invenzioni.

Tre le danzatrici come le voci e le invenzioni che sono rispettivamente quelle di J.S.Bach, eseguite dal vivo dal pianoforte suonato da Luca Ballerini e dalla viola di Adriano Murania, e dalle tre protagoniste della creazione, Maud de la Purification, Gioia Maria Morisco Castelli e Valeria Zampardi. L’immobilità dei corpi femminili, punto di riferimento di buona parte dell’arte pittorica occidentale, si trasforma e trasfigura nei corpi in movimento plasmati dal coreografo. Mettere a nudo il corpo della donna, per Roberto Zappalà, non significa soltanto spogliarla dei vestiti nel senso letterale, ma equivale a mettere a nudo il cuore umano. Vuol dire rivelare le illusioni e gli inganni che, quasi sempre, lo sguardo maschile ha messo in campo quando l’oggetto della visione è la donna e il corpo femminile. È a partire dal corpo, in questo caso delle donne/danzatrici che tutto incomincia e nel quale tutto si consuma ed esaurisce.

 

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