A Roma

A Roma il Balletto di Sardegna con Aragosta di Moreno Solinas

02 . 11 . 2014

17.00

Roma - Teatro Greco, Via Ruggiero Leoncavallo 10

Domenica 2 novembre nell’ambito di Che Danza Vuoi al Teatro Greco di Roma, debutta la nuova produzione ASMED-Balletto di Sardegna, Aragosta, una coreografia di Moreno Solinas, un autore sassarese operante da alcuni anni a Londra.

Questa nuova produzione prosegue il lavoro di ricerca cominciato l’anno scorso intorno alla figura della stilista italiana Elsa Schiaparelli, geniale e anticonformista pioniera della moda anni ‘30, tuttora fonte d’ispirazione per molti stilisti e artisti contemporanei.

La riflessione, stavolta, prende corpo in una pièce radicalmente nuova e dagli spunti concettuali sorprendenti, nutriti di codici espressivi dalle velature astratte. A fare da sfondo alla nuova coreografia, quell’inarrestabile impulso a creare e ad esprimere se stessi a qualsiasi costo e  malgrado tutto, a dispetto dei ruoli culturali imposti, delle convenzioni stritolanti,  del sempre attualissimo  conflitto tra uomo naturale e uomo sociale.

Spontaneo e quasi irresistibile l’accostamento dell’estro schiaparelliano all’esuberante immediatezza espressiva di Moreno Solinas, coreografo emergente che firma questo nuovo lavoro. Sardo di nascita ma londinese di adozione, Solinas si distingue per la sua indole cosmopolita e per la spiccata sensibilità nordeuropea della sua formazione. La spinta all’innovazione e la sua peculiare attitudine a cogliere sempre nuove sfaccettature, rendono il coreografo sardo un candidato ideale per una lettura inedita e brillante della geniale stilista italiana.

La curiosità onnivora per tutto ciò che è arte ed espressione, la capacità di cogliere i dettagli più nascosti allo sguardo comune, la volontà di guardare sempre oltre e di precorrere i tempi, sono questi i cardini del processo creativo di Elsa Schiaparelli che Solinas studia a fondo e interiorizza nella sua poetica d’autore, trasponendoli nella realtà di oggi. Così, il palcoscenico si fa territorio di sperimentazione e la danza attinge alle visioni oniriche dell’inconscio. Il pubblico assiste alla metamorfosi delle forme in chiave surrealista; il corpo assume movenze e sembianze innaturali, si trasforma in creature dalle forme diverse o in oggetti che sembrano fuoriuscire da un dipinto o dal ricordo sfumato di un sogno. Il corpo si fa strumento su cui produrre ritmo e percussioni: la musica scaturisce ora dal piede che calca il palco, ora dal battito delle mani, ma anche da esclamazioni di affanno, urla, gemiti, melodie e fonemi inarticolati in cui la danza si sposa con la musica ancestrale delle origini.

Nulla di strano quindi, se una delle tre danzatrici presenta un elegante défilé immaginario in cui le modelle calcano la passerella a passo di danza, indossando nient’altro che la loro pelle. I loro corpi si vestono della loro stessa luce, celebrando con ostentazione e cruda semplicità la loro identità, icona imperfetta che si fa beffe delle immagini stereotipate tutt’oggi schiaffate in prima copertina nelle riviste fashion. Come la Schiaparelli metteva in crisi il vocabolario della moda, provocando e sconcertando il pubblico con le sue invenzioni stilistiche, dal colore rosa shocking all’abito scheletro ai cappelli dalle forme bizzarre ed improbabili, il giovane coreografo ripropone in chiave simbolica gli elementi propri dello stile Schiaparelli; lo fa interrogandosi sul modo originale con cui la designer riusciva ad accostarsi alle arti figurative e alla vita stessa, ribaltando puntualmente gli schemi. Le sue creazioni, non a caso, erano sempre sorprendenti, stravaganti e inattese, proprio come l’immagine di una grande aragosta dipinta in rilievo su un abito di seta bianco, che pretende di essere elegante. Un’aragosta che presta il titolo a questa nuova produzione.

In scena: Francesca Assiero Brà, Anna Paola Della Chiesa, Rachele Montis.

Foto di M. Leoni.

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