A Roma

Resid’AND 2016-2017. Enrico Paglialunga all’Accademia Nazionale di Danza

10 . 03 . 2017

19.30

Roma - Accademia Nazionale di Danza, Teatro Ruskaja, Largo Arrigo VII 5

Prosegue all’Accademia Nazionale di Danza di Roma RESID’AND edizione 2016/2017, progetto pilota della Scuola di Danza Contemporanea coordinata da Dino Verga, nato con lo scopo di far dialogare AND,  unico Istituto italiano di Alta Formazione Coreutica, con la danza indipendente, selezionando alcuni tra i coreografi più interessanti del panorama della danza contemporanea nazionale e internazionale. Sei gli artisti prescelti quest’anno ai quali è stato chiesto di lavorare in residenza presso l’Accademia con gli studenti dei Trienni di Danza Contemporanea e di presentare, al termine del lavoro fatto, una coreografia con protagonisti  gli stessi studenti.

Dopo Nicoletta Cabassi ed Erika Maria Silgoner, arriva Enrico Paglialunga che porterà in scena,  il 10 marzo 2017 alle 19,30 nel Teatro Ruskaja,  il lavoro svolto all’Accademia con gli studenti danzatori del Secondo Triennio contemporaneo A.

Lo spettacolo, coordinato da Cristina Caponera, si articola in tre momenti. Il primo è una composizione “a otto mani” delle studentesse Maria Laura Calvano, Giorgia Carnovale, Federica Clarizia, Beatrice D’Amelio del terzo Triennio di Danza Contemporanea sez. A. Il secondo  è  un assolo creato e interpretato da Michela Tartaglia, studentessa del secondo Biennio di Coreografia. Conclude l’opera del coreografo in residenza Enrico Paglialunga, con in scena gli studenti danzatori del Secondo Triennio di Danza Contemporanea sezione A.

Lo spettacolo è fatto di tre momenti. Apre  Unconscious, coreografia su musica dei Pink Floyd firmata e interpretata delle studentesse Maria Laura Calvano, Giorgia Carnovale, Federica Clarizia, Beatrice D’Amelio del terzo Triennio di Danza Contemporanea sez. A.  Scrivono le autrici: “Presi dalla nostra vita, da impegni, scadenze e obblighi ci dimentichiamo di essere liberi, di essere noi stessi, unici nel mondo. Ed è proprio quando esce la nostra parte istintiva e ci facciamo sopraffare dalle emozioni e dalle nostre più inconsce paure che non si nota alcuna differenza tra noi e gli animali. Ciascuno di questi definisce proprio una precisa personalità umana. La talpa, priva di uno dei cinque sensi, rappresenta la saggezza, colei che proprio grazie a questa mancanza vive la vita molto più profondamente non dando nulla per scontato. Il ragno, meticoloso nel costruire la sua ragnatela, metafora dell’uomo preso dai suoi impegni, dal suo lavoro, colui che programma ogni cosa senza rendersi conto delle possibilità che la vita offre nel presente. Il serpente, spesso simbolo di cattiveria, rappresenta le persone egoiste, pronte ad attaccare e ferire pur di ottenere ciò che vogliono. Il pesce, animale che vive principalmente in branco, simbolo di chi non sa stare da solo, non sa fare a meno del gruppo,nel quale si rende forte; è quindi una persona  priva di personalità”.

A seguire un assolo creato e interpretato da Michela Tartaglia, studentessa del secondo Biennio di Coreografia, un solo su musica di Alva Noto che esplora il rapporto tra corpo e spazio: Lo spazio non è emarginazione, è possibilità di scelta.

Conclude la serata Pánta Rêi opera del coreografo in residenza Enrico Paglialunga, interpretata dagli studenti danzatori del Secondo Triennio di Danza Contemporanea sezione A Letizia Armieri, Arianna Carino, Marco Casagrande, Flavia Di Giovannantonio, Marzia Failla, Michael Incarbone, Iole La Sala, Matteo Midolo, Alessandro Palma, Elisa Quadrana, Angela Sterlacci.

Scrive il coreografo Enrico Paglialunga: “ Cresciamo e viviamo costruendo la nostra personalità individuale e sociale ricercando quell’identità singolare che ci caratterizzi e differenzi dall’altro.  Impariamo a conoscerci e conoscere attraverso il confronto, il dialogo ed il potere della condivisione. Viviamo dipendenti da sentimenti che gestiscono le nostre relazioni ed influenzano le nostra azioni e reazioni, sentimenti che ci rendono colpevoli, a volte vittime o complici di un tessuto sociale difficilmente dominabile. Siamo forti e contemporaneamente deboli, siamo soli a cercare conforto nel caos che ci travolge. Pánta rêi racconta la realtà della precarietà delle relazioni umane e si interroga sui confini dell’impegno individuale verso la responsabilità”.

Al termine dello spettacolo il coreografo Enrico Paglialunga, accompagnato dai danzatori del II Triennio di Danza Contemporanea sez. A, incontrerà il pubblico per la presentazione e la discussione dell’opera rappresentata e del lavoro svolto.

L’ingresso è gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili.

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