A Padova Spellbound Contemporary Ballet in Lost For Words di Mauro Astolfi
05 . 12 . 2014
21:00
Padova - Piccolo Teatro Don Bosco, via Asolo 2
La Sfera Danza propone venerdì 5 dicembre al Piccolo Teatro Don Bosco, Spellbound Contemporary Ballet in Lost For Words. In questo lavoro il coreografo Mauro Astolfi mette in scena la reazione del corpo umano al flusso di parole vuote nel quale è immerso nell’ambiente quotidiano. Il corpo inizialmente cerca di opporsi, ma alla fine si accomoda perché vede che molti altri fanno finta di capire e di essere d’accordo. Progetti dialettici e slogan vari invadono il linguaggio e intralciano la mente e il lavoro. Il corpo a questo punto deve trovare la forza e il potere di liberarsi dalle parole vuote, il movimento diventa qualcosa che ci aiuta a girare tra la gente e a scoprire che dietro molta di questa gente, spesso … non c’è nulla.
Lost for words studio II rappresenta una profonda amplificazione del progetto iniziale. La scena iniziale riprende l’ultima immagine di Lost for words studio I ma nel secondo step si entra immediatamente in un prospettiva visuale ed emozionale più complessa; una creazione su diversi livelli di atmosfere a volte sovrapposte. L’analisi della comunicazione priva di parole proposta dalla suggestione del titolo arriva ad una sua maturità nella compulsiva ricerca dell’altro, nel tentativo di non interrompere la relazione autentica e pura del corpo. L’intera struttura di Lost for Words studio II è attraversata da una vibrazione continua dove lo studio coreografico contiene la soluzione finale di questa spasmodica ricerca di comprensione di qualcosa che solo alla fine, dopo l’ultimo tentativo di parlarsi, tutto per un attimo si ferma e comincia ad aprirsi un varco.
Lost For Words studio III è l’ultimo atto di questa trilogia: un processo al “sistema parlato” e falsato dei rapporti umani, un rifiuto a prendere sul serio e a considerare come attendibile una confessione. Gli interrogati non parleranno, ma daranno risposte a domande non fatte. L’interrogatorio è la visione iniziale, la scena d’apertura di questo terzo stadio, che altro vuole essere il disperato tentativo di far parlare di chi ormai ha perso tutte le parole possibili. In assenza di parole veritiere e non confuse, gli interrogati stessi saranno le risposte.
Questo terzo quadro racconta anche di un ultimo tentativo di recuperare un po’ del potere della parola, quasi a ritornare ad un fondamentale insegnamento del maestro spirituale egizio Ptahhopte che recitava: “Per poter essere forte diventa un artista della parola; perché la forza dell’ uomo è nella lingua e la parola è più potente di ogni arma”.
In scena i danzatori Maria Cossu, Cosmo Sancilio, Sofia Barbiero, Alessandra Chirulli, Fabio Cavallo, Mario Laterza, Giovanni La Rocca, Giuliana Mele e Gaia Mattioli. Disegno luci di Marco Policastro.
Foto di Stephane Bellocq.