On line Rubies dal balletto Jewels di George Balanchine con il New York City Ballet
La stagione digitale del New York City Ballet propone fino a venerdì 8 maggio 2020 Rubies dal balletto Jewels di George Balanchine. Il filmato, registrato nel 2019, ha quali interpreti principali Megan Fairchild, Gonzalo Garcia e Mira Nadon, al suo debutto in questo balletto. Nell’articolo un’analisi del balletto con contributi video. Segnaliamo che nei prossimi giorni la compagnia metterà on line Concerto DSCH di Alexei Ratmansky, The Four Seasons e Afternoon of a Faun di Jerome Robbins, Tema e Variazioni e il Rondo da Western Symphony di George Balanchine, Pulcinella Variations del coreografo residente Justin Peck.
Dal 05 . 05 . 2020 al 08 . 05 . 2020
La Digital Spring Season del New York City Ballet propone da martedì 5 maggio 2020 a venerdì 8 maggio 2020 il quadro Rubies dal balletto Jewels, capolavoro firmato da George Balanchine. Il filmato proposto si riferisce ad uno spettacolo andato in scena il 19 settembre 2019. Protagonisti Megan Fairchild, Gonzalo Garcia e Mira Nadon, al suo debutto in questo balletto. Introduce il filmato Andrew Litton, Direttore musicale del New York City Ballet.
Per vedere il balletto cliccare QUI.
Jewels, messo in scena la prima volta nel 1967 a New York, è un balletto di pura danza e si suddivide in tre parti, ognuna dedicata ad una pietra preziosa che, dal punto di vista dello stile coreutico, corrispondono alle tre grandi scuole della danza classica che hanno maggiormente influenzato il percorso di Balanchine. La prima parte è Smeraldi (Emeralds), un omaggio poetico alla scuola romantica francese su musica di Gabriel Fauré (da Pelléas et Mélisande e da Shyloch). La seconda Rubini (Rubies), su musica di Stravinsky (il Capriccio per pianoforte e orchestra), è un omaggio alla collaborazione con il compositore e, allo stesso tempo, è un omaggio alla tradizione americana dei musical di Broadway. L’ultima, Diamanti (Diamonds) su musica di Ciaikovsky (estratti dalla Sinfonia n.3 in re maggiore op.29) è un omaggio all’ordine e alla grandeur della Russia Imperiale e del Teatro Mariinsky, dove Balanchine crebbe artisticamente.
Ogni sezione di Jewels è differente per musica, colore e atmosfera, e permette di riconoscere alcune linee fondamentali del percorso creativo di Balanchine, il suo rapporto con la musica e i suoi compositori d’elezione, nonché le scuole e gli stili della danza. La rappresentazione nel suo complesso, risulta essere uno straordinario divertissement all’insegna dei colori delle gemme preziose.
La leggenda, desunta anche da qualche rivelazione dello stesso Balanchine, vuole che furono le affascinanti vetrine di gioielli della Fifth Avenue di New York e l’arte del disegnatore di gioielli Claude Arpels gli spunti di ispirazione per la realizzazione di questo balletto che è elogio della bellezza della danza e della preziosità delle gemme.
La stessa compagnia racconta che nel 1939 la violinista Nathan Milstein presentò Balanchine al gioielliere Claude Arpels. L’ispirazione per il balletto arrivò però solo al loro secondo incontro, nel 1966, presso la Fifth Avenue Salons di Van Cleef & Arpels. A questo proposito Lincoln Kirstein scrisse: “Balanchine fu così impressionato dalla bellezza dei gioielli che vide lì, che decise di provare a catturarla”.
Per catturare la bellezza dei gioielli Balanchine è partito da colore. Aveva già lavorato su questa idea per le coreografie de Le Palais de Cristal, prima produzione di Symphony in C, eseguita all’Opéra di Parigi nel 1947, con i ballerini in costumi colorati disegnati dall’artista surrealista Leonor Fini: rosso , verde, blu e bianco. Con queste sfumature in mente, il secondo incontro di Balanchine con Arpels gli fece maturare l’idea di sposare esplicitamente i colori con i gioielli. “Mi piace il colore delle gemme, la bellezza delle pietre, ed è stato meraviglioso vedere come il nostro laboratorio di costumi, sotto la direzione di Karinska, si è avvicinato così tanto alla qualità delle pietre vere (che erano ovviamente troppo pesanti per essere indossate dai ballerini)” affermò Balanchine.
Dal colore, Balanchine ha spostato la sua attenzione sulla musica, impostando ogni sezione su un compositore diverso. Ha abbinato Fauré a Smeraldi, Stravinsky a Rubini e Ciaikovsky a Diamanti. Per un certo periodo, Balanchine ha persino pensato di coreografare un quarto movimento su musica di Schoenberg e di abbinarlo a zaffiri, ma alla fine ha deciso di non realizzarlo.
Dopo il debutto di Jewels, critici e ballettomani hanno interpretato allo stesso modo la prima sezione come “un’evocazione della Francia”, la seconda come “rappresentativa dell’America” e la terza come un cenno alla Russia imperiale. Balanchine ha accettato questa chiave di lettura, ma ha ribadito la natura senza trama del balletto. “Cercare di descrivere le danze potrebbe essere noioso, perché non hanno alcun contenuto narrativo”.
Nonostante il titolo, Balanchine ha insistito, “Il balletto non ha nulla a che fare con i gioielli, i ballerini sono semplicemente vestiti come gioielli”. Il tema dei gioielli è iniziato con i costumi, ma Balanchine – consapevolmente o meno – vi ha fatto riferimento nella sua coreografia e messa in scena. In tutte e tre le sezioni, i disegni coreografici e geometrici dei ballerini nello spazio rappresentano modelli di collana.
Come i gioielli, ogni sezione del balletto si distingue dall’altra e può essere eseguita anche singolarmente al di fuori del contesto dell’intero balletto. Come ha spiegato Balanchine, “la musica delle tre parti è molto diversa, così come le coreografie”. Eseguito in pezzi singoli o come balletto completo, Jewels è un tesoro del repertorio del New York City Ballet.
Per comprendere il diverso carattere dei tre quadri di Jewels vi proponiamo l’analisi coreografica di tre prime ballerine del New York City Ballet. Iniziamo con Abi Stafford che ci parla del quadro degli Smeraldi.
Di seguito l’analisi coreografica del passo a due di Rubies della Prima ballerina Sterling Hyltin:
Chiudiamo con l’analisi coreografica del passo a due dei Diamanti di Teresa Reichlen.
Già annunciati i prossimi appuntamenti della stagione online della compagnia.
Venerdì 8 maggio il New York City Ballet propone Concerto DSCH di Alexei Ratmansky. Il balletto, filmato il 5 ottobre 2018 è interpretato da Sara Mearns, Tyler Angle, Ashley Bouder, Gonzalo Garcia e Joaquin De Luz. Introduce la coreografia lo stesso coreografo, Alexei Ratmansky.
Martedì 12 maggio 2020 la compagnia propone due coreografie di Jerome Robbins e due di George Balanchine:
Il quadro Spring dal balletto The Four Seasons di Jerome Robbins. Il balletto, filmato il 3 maggio 2018 è interpretato da Sara Mearns e Tyler Angle.
Tema e Variazioni di George Balanchine. Il balletto, filmato il 22 settembre 2016, è interpretato da Lauren King, Sterling Hyltin, Ana Sophia Scheller, Abi Stafford, Tiler Peck (al suo debutto nel ruolo), Andrew Veyette, Daniel Applebaum, and Andrew Scordato (al suo debutto nel ruolo).
Afternoon of a Faun nella versione coreografica di Jerome Robbins. Il balletto, filmato l’11 ottobre 2018 è interpretato da Sterling Hyltin e Joseph Gordon (al suo debutto nel ruolo).
Rondo dal balletto Western Symphony di George Balanchine. Il balletto, filmato il 9 maggio 2019, è interpretato da Teresa Reichlen e Roman Mejia (al suo debutto nel ruolo), con Lauren King, Taylor Stanley, Megan Fairchild e Jared Angle.
Introduce questo ricco programma Sterling Hyltin, Principal Dancer della compagnia
Venerdì 15 maggio 2020 sarà online Pulcinella Variations di Justin Peck, coreografo residente e Artistic Advisor del New York city Ballet. La coreografia, filmata il 5 ottobre 2018, è interpretata Sterling Hyltin, Miriam Miller, Tiler Peck, Emilie Gerrity, Indiana Woodward, Russell Janzen, Andrew Scordato, Gonzalo Garcia, Anthony Huxley. Introduce la coreografia lo stesso coreografo Justin Peck.
Francesca Bernabini
06/05/2020.