A MilanOltre focus su Michele di Stefano e sulla compagnia MK
Dal 05 . 10 . 2015 al 07 . 10 . 2015
Milano - Teatro Elfo Puccini, Corso Buenos Aires 33
L’edizione 2015 di MilanOltre Festival dedica il suo focus italiano a Michele Di Stefano, Leone d’Argento per la danza della Biennale di Venezia nel 2014, e alla compagnia MK, fondata nel 1999 a Roma da Di Stefano insieme a Biagio Caravano, una formazione indipendente che indaga il mondo attraverso performance, coreografia e ricerca sonora, cercando di mettere sempre in crisi ciò che è consolidato.
Tre i programmi presentati da MK dal 5 al 7 ottobre 2015 al Teatro Elfo Puccini di Milano.
Il 5 ottobre MK presentain Sala Fassbinder SUB IV, coreografia e interpretazione di Roberta Mosca, insieme ad HEY, creazione in prima assoluta, prodotta da MK in collaborazione con MilanOltre.
S U B. IV è un progetto in progress, costruito attraverso un dialogo a distanza. Roberta Mosca, a lungo performer nella William Forsythe Company, è ideatrice e interprete di questa danza solitaria e sferica nata sulle istruzioni e informazioni coreografiche ricevute via e-mail da Michele di Stefano e sulla musica di Lorenzo Bianchi Hoesch.
HEY è un lavoro corale di MK in collaborazione con MilanOltre. Inaugura una serie di brani creati per offrire un paesaggio di pura serenità matematica, attraversato da posture che rifuggono dalla definizione di confine dando così ai luoghi un senso di arrotondamento che sembra riferirsi unicamente alla curvatura della terra. “Abitiamo su un globo, ma non dentro di esso. È necessario spostarsi in continuazione”.
Il 6 ottobre, sempre in Sala Fassbinder, MK propone una nuova versione di Giuda, coreografia Michele Di Stefano. Nello spettacolo performer e spettatore sono uniti nella visione e isolati nell’ascolto. Il pubblico, dotato di cuffie audio, fruisce individualmente un paesaggio sonoro composto da Lorenzo Bianchi Hoesch che sembra anticipare, sottolineare o irridere le azioni del performer, che agisce in realtà nel silenzio più assoluto. “Il protagonista si trova immerso in una lotta contro il tempo che lo condanna alla ripetizione. Aggrappato al momento che precede ogni azione, egli è come un portiere che, nello spogliatoio prima della partita, prefigura ciò che il suo corpo dovrà sforzarsi di compiere. Vittima e carnefice del meccanismo entro il quale è coinvolto suo malgrado, il suo problema è semmai la gestione della cronologia, la creazione di ciò che è stato già deciso, nell’anticipo e nel ritardo. Cosiì la ripetizione può essere una possibilità nel dramma della performance”.
Commissionato nel 2010 da Antonio Latella per il Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, riallestito all’ICI Berlin Institute for Cultural Inquiry, Giuda è proposto a MilanOltre in una versione inedita che vede in scena Biagio Caravano e Giovanni Franzoni.
Chiude il focus, il 7 ottobre in sala Shakespeare, Robinson, lavoro di Michele Di Stefano ispirato a Venerdì o il limbo del Pacifico, la riscrittura di Michel Tournier del Robinson Crusoe di Defoe, uno spettacolo che rappresenta un Robinson aperto alla propria rigenerazione attraverso l’incontro con l’altro e il diverso che lo spinge ad una totale reinvenzione di se stesso. Nella pièce l’isola diventa il luogo della metamorfosi. Immerso nel set di Luca Trevisani e nei suoni di Lorenzo Bianchi Hoesch che sottolineano la sospensione, lo spazio abitato da Robinson è lo spazio che nasce quando si decide di uscire da se stessi per abitare il mondo.
Scrive Michele Di Stefano: “Robinson parte all’avventura come turista definitivo e archetipo dell’occidente colonizzatore, ma è soprattutto la sua inquietudine che lo fa naufragare in un paesaggio senza umani.
La sua strategia di sopravvivenza si predispone allo sgretolamento dei propri limiti e progetti, causato dalla mancanza di quel termine di paragone che fonda e giustifica ogni figura: un’altra figura, chiunque, un non-io. La sua vera reinvenzione avviene attraverso l’incontro con l’altro da sé. Essere corpo solo in quanto vicino, di fronte, accanto ad un altro corpo. Il nostro Robinson scavalca dunque la progettualità amministratrice conferitagli da Defoe ed entra contraddittoriamente nella zona di metamorfosi dell’individuo di fronte alla possibilità dell’innocenza originaria, come accade nel romanzo di Michel Tournier, Venerdì o il limbo del Pacifico, punto di partenza testuale di questa indagine”.
In scena Philippe Barbut, Biagio Caravano, Francesco Saverio Cavaliere, Marta Ciappina, Andrea Dionisi, Laura Scarpini.
Foto: 1. e 3. MK, Robinson di Michele Di Stefano, ph. Andrea Macchia; 2. MK, Robinson di Michele Di Stefano, ph. Luca Trevisani; 4. MK, Giuda di Michele Di Stefano.