La Versiliana

Miguel Angel Berna con Bailando mi tierra… Mudéjar

05 . 08 . 2014

21.30

Marina di Pietrasanta (LU) - Teatro La Versiliana

Dopo la lunga tournèe di debutto in Italia della primavera 2012 e dopo il successo la scorsa estate al Teatro Romano di Verona, arriva il 5 agosto 2014 al festival della Versiliana l’acclamato Miguel Angel Berna con il suo Bailando mi tierra… Mudejar.

Coreografo e direttore della Compagnia Stabile di Saragozza, virtuoso delle  nacchere,  Berna non porta in scena il flamenco, ma una danza più antica, la jota, viva da oltre mille anni in Aragona ma rimasta in ombra rispetto ad altre danze folkloriche. Berna la balla da quando aveva otto anni e da oltre trenta ne è un appassionato studioso: per portarla a teatro ha compiuto un dettagliato e difficile lavoro di ricostruzione.
“Della jota – spiega – non esistono filmati, tutt’al più qualche foto, la memoria degli anziani che l’hanno ballata in gioventù. Ho dovuto studiare a lungo per riportarla alla luce e diversamente dal flamenco non ha avuto una elaborazione teatrale. Il mio è un primo tentativo. Nei villaggi più sperduti vedevo gli anziani danzare senza mai sfiorarsi… Ci è voluto molto tempo per penetrare il senso di una danza nata dal dramma di procurarsi un tozzo di pane e rielaborarla stilisticamente, alla maniera di un poeta con i versi”.

Con Bailando mi tierra… Mudejar la jota diviene uno spettacolo coinvolgente e sensuale, drammatico e carnale che Berna ha portato a trionfare nel mondo assieme alla sua compagnia e a un gruppo di musicisti rigorosamente dal vivo.

La parola “Mudéjar”, fin dal titolo ci rivela l’atmosfera artistica e culturale a cui il coreografo si è ispirato: “Si fa riferimento alle tre culture – afferma Berna – cristiana, ebraica e musulmana della Spagna medievale. Mudéjar vuol dire ‘reso domestico’ attraverso il pagamento di un tributo e si riferisce a quegli arabi che restavano in territorio spagnolo acquistando col denaro il diritto all’autonomia religiosa. L’Aragona fu questo crocevia di culture che coesistevano in pace prima della definitiva Riconquista spagnola”. E la jota possiede la perfezione, la ricchezza, la stratificazione di simbolismi ed espressioni tipica di quest’incrocio di influenze, fedi, saperi. Virtuosisticamente ritmica, questa danza s’ispira alla vigorosa e nobile andatura del cavallo: i piedi del danzatore sfiorano il terreno, le nacchere restituiscono cadenze veloci e variate con incredibile perfezione tecnica, i salti si ripetono, le braccia si librano alte nell’aria.

 

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