La Scuola di ballo dell’Accademia Teatro alla Scala torna al Piccolo Teatro di Milano con Cenerentola di Frédéric Olivieri
Torna sul palcoscenico del Piccolo Teatro di Milano/Teatro d’Europa, dal 13 al 21 dicembre 2018, Cenerentola, balletto ispirato alla nota fiaba di Perrault nella riuscita versione coreografica creata da Frédéric Olivieri su musiche di Sergej Prokof’ev per la Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala. In scena più di 100 allievi della Scuola scaligera diretta da Maurizio Vanadia.
Dal 13 . 12 . 2018 al 21 . 12 . 2018
Milano - Piccolo Teatro Strehler
Dal 13 al 21 dicembre 2018 la Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala torna sul palcoscenico del Piccolo Teatro di Milano/Teatro d’Europa nell’ormai tradizionale appuntamento natalizio che quest’anno vedrà in scena gli allievi diretti da Maurizio Vanadia nella Cenerentola, balletto ispirato alla nota fiaba di Perrault nella riuscita versione coreografica di Frédéric Olivieri su musiche di Sergej Prokof’ev.
In scena, in questa sontuosa e splendida produzione, commissionata nel 2015 dalla Fondazione Bracco che dal 2012 promuove numerose iniziative a sostegno dell’Accademia scaligera, circa 100 allievi della Scuola di ballo e, nei ruoli principali, gli allievi dal sesto all’ottavo corso. Da segnalare, nel ruolo di Cenerentola, Linda Giubelli dell’8° corso, giovane ballerina sicura e dalle punte d’acciaio, e nel ruolo del Principe, Daniele Bonelli, del 7° corso, elegante danzatore dalle belle linee e dal salto sospeso.
Tra le diverse partiture musicali su cui sono state create sin dall’Ottocento numerose versioni di Cinderella, Frédéric Olivieri ha scelto la partitura di Sergej Prokof’ev e il libretto di Nicolai Volkov, datati 1941-1944, mantenendo uno stile fiabesco e romantico, che ben si addice alla giovane età degli interpreti. Questa versione rispetta in particolare le atmosfere suggerite dalla partitura di Prokof’ev: «Ciò che più mi premeva – dichiarò infatti Prokof’ev presentando la composizione – era rendere con la musica di Cenerentola l’amore poetico tra la protagonista e il principe, la nascita e il fiorire del sentimento, gli ostacoli su questa via, la realizzazione di un sogno. Ho cercato di far sì che lo spettatore non rimanesse indifferente alla sventura e alla gioia.»
Rispetto alla prima versione del balletto, firmata da Rostislav Zakharov per il Bolshoi di Mosca nel 1945, la Cenerentola della Scuola di ballo della Scala differisce tuttavia per alcune parti: è in due anziché in tre atti (sette scene e un prologo per il primo atto, undici scene e un prologo per il secondo atto), il Principe compare in due scene già nel primo atto e le danze di carattere durante il suo viaggio alla ricerca di Cenerentola si limiteranno a quella spagnola e a quella araba. La partitura risponde alla tradizione coreutica dell’epoca, che vuole una varietà di danze classiche e popolari, passi a due, variazioni, valzer, mazurche.
Il carattere di ciascun personaggio è tratteggiato attraverso temi musicali che seguono le vicende narrate nella storia: cosi Cenerentola è caratterizzata da tre diversi temi, il primo che sottolinea il senso di oppressione e solitudine, il secondo la speranza in un futuro più roseo e il terzo l’innamoramento e la gioia della serenità raggiunta. Le sorellastre, invece, vengono delineate attraverso toni farseschi e goffi, mentre la matrigna entra in scena accompagnata da modulazioni aspre e minacciose, in netto contrasto con le note melodiose e rassicuranti della Fata.
Nel balletto spiccano nel primo atto la danza delle fate delle quattro stagioni, chiamate dalla Fata Madrina per trasformare il sogno di Cenerentola in realtà e condurla al ballo, un’occasione questa per far emergere quattro splendide soliste. Molto ricco anche il secondo atto, in cui ben sei scene oltre al prologo sono dedicate al ballo a corte, la danza delle tre arance, dono del Principe che le sorellastre si contendono e le variazioni e il passo a due di Cenerentola e del Principe.
Nel complesso la coreografia di Olivieri è un balletto classico all’insegna della grazia e dell’eleganza, che lascia spazio alla manifestazione dei sentimenti e alla dimensione fiabesca. Complesso tecnicamente, il balletto firmato da Frédéric Olivierti mette in luce e valorizza le doti interpretative e tecniche dei giovani interpreti.
Per Diana Bracco, Presidente della Fondazione Bracco che dal 2012 è al fianco dell’Accademia Teatro alla Scala come Socio Fondatore, «favorire la crescita culturale e, al contempo, offrire ai giovani l’opportunità di sviluppare i propri talenti, risponde appieno alla mission della Fondazione che nasce per formare, promuovere e diffondere espressioni della cultura, della scienza e dell’arte anche quali mezzi per il miglioramento della qualità della vita e della coesione sociale».
Il balletto è il frutto di un lavoro corale di allievi e diplomati dell’Accademia, chiamati a misurarsi chi sul palcoscenico, chi nella realizzazione di scenografie, costumi, trucco e acconciatura. Uno spettacolo in cui si traduce in concreto l’impegno di giovani che studiano duramente per diventare quegli artisti e quei professionisti che animeranno il teatro di domani.
In scena oltre 100 allievi della Scuola di Ballo e, dietro le quinte, 60 ragazzi fra scenografi, sarti,
truccatori e parrucchieri, parruccai, fotografi.
Le scene sono firmate da Angelo Sala, i costumi degli interpreti principali sono stati disegnati da Maria Chiara Donato. Le sculture sono state realizzate da Fausta Cerizza, ex allieva del Corso scenografi. I costumi sono realizzati ed elaborati da allievi ed ex allievi del Corso per sarti dello spettacolo, nonché dalla Sartoria Brancato.
Lo spettacolo è in scena giovedì 13 dicembre alle ore 19.30, venerdì 14 dicembre alle ore 20.30, sabato 15 dicembre alle ore 15 e alle 19.30, domenica 16 dicembre alle ore 16, martedì 18 dicembre alle ore 19.30, mercoledì 19 dicembre alle ore 20.30, giovedì 20 dicembre alle ore 19.30 e venerdì 21 dicembre ore 20.30.
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