La Scuola di ballo del Teatro alla Scala sul palco del Piermarini con Les Sylphides di Fokine e Who cares? di Balanchine
La Scuola di ballo diretta da Frédéric Olivieri porta in scena al Teatro alla Scala il 25 e il 26 marzo 2015 un trittico. Apre una presentazione su musica di Bach firmata da Olivieri che vede in scena tutti gli allievi della Scuola, dai piccoli del primo corso ai diplomandi dell’ultimo anno. Segue Le Sylphides, capolavoro di Fokine. Chiude con brio Who cares? di George Balanchine. Da non perdere.
Dal 25 . 03 . 2015 al 26 . 03 . 2015
Milano - Teatro alla Scala
La Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala, diretta da Frédéric Olivieri, torna sul palcoscenico scaligero il 25 e il 26 marzo alle 20 per uno spettacolo che vede gli allievi interpretare note coreografie di Fokine e Balanchine, oltre che dello stesso Olivieri. Ad accompagnare i giovani ballerini l’orchestra dell’Accademia, affidata alla direzione di David Coleman.
Lo spettacolo si apre con una presentazione della Scuola sul Concerto per due violini in re minore di Johann Sebastian Bach, ideata dal Direttore Olivieri per mettere in luce i diversi livelli accademici. In scena tutti gli allievi della Scuola scaligera, dal 1° all’8° anno di corso.
Segue un pezzo di altissimo spessore interpretativo, mai concesso prima ad una scuola di danza. La Luna di Maurice Béjart, assolo del balletto Heliogabale costruito su misura per Luciana Savignano nel 1976, diventato nel tempo un titolo a sé grazie alla sua compiutezza compositiva. L’assolo è stato interpretato anche da Sylvie Guillem che con questo titolo, diciottenne, vinse l’International Ballet Competition di Varna. Oggi è una giovane allieva a raccogliere la sfida, sulle note dell’Adagio dal Concerto per violino in mi maggiore di Johann Sebastian Bach.
E’ poi la volta de Les Sylphides, coreografia di Michail Fokine su musiche di Fryderyk Chopin nell’orchestrazione di Roy Douglas. Il balletto nasce da una suite intitolata Chopiniana, una serie di pezzi di Chopin orchestrati da Alexandr Glazunov e Maurice Keller, eseguita per la prima volta al Teatro Marinskij nel 1907. La suite venne poi trasformata da Fokine in “ballet blanc” e ribattezzata Les Sylphides, con un’orchestrazione affidata ad un giovanissimo Igor Stravinskij con Sergej Taneev, Anatole Ljadov, Nikolaj Čerepnin e uno stile completamente nuovo, ispirato alla Silfide di Maria Taglioni (da qui il titolo). Venne presentato al Théâtre du Chatelet nel 1909 con i Ballets Russes di Sergej Diaghilev. Un rêverie romantique, in cui le danze delle bianche ed eteree silfidi, accompagnate da un danzatore nelle vesti di poeta sognatore in pantaloni bianchi e abito nero, non sono un puro espediente per ostentare virtuosismo atletico e tecnico, ma espressione di un’azione drammatica in cui danza, musica e scenografia dialogano armonicamente fra loro. Il balletto si caratterizza per essere il primo balletto “concertante” del Ventesimo secolo.
Il programma si chiude con Who cares?, un capolavoro di George Balanchine, padre del balletto neoclassico del Novecento. La coreografia è fra le più vivaci e spumeggianti della sua produzione, ideata nel 1970 per il New York City Ballet, su musiche di Gershwin.
Balanchine e Gershwin si erano incontrati alla fine degli anni Trenta poiché il compositore americano desiderava che Balanchine firmasse le coreografie per un film, Goldwin Follies, che poi non venne mai realizzato. Nel corso del loro incontro, Gershwin regalò a Balanchine le partiture di diversi pezzi scritti fra il 1924 e il 1931 e il coreografo russo, dopo molti anni, ispirato dall’energia delle musiche, creò il balletto Who cares?, che racconta la dinamica vita di Manhattan con briosa energia, pur nel rigore tecnico del tessuto classico-accademico. Per la ripresa della coreografia è stata chiamata ancora una volta Patricia Neary, che ha più volte collaborato con la Scuola di Ballo per la ripresa degli allestimenti di Balanchine, di cui ha raccolto l’eredità riproponendone nel mondo gli allestimenti dopo aver militato a lungo come solista del New York City Ballet.
Segnaliamo che lo spettacolo 26 marzo è inserito nel cartellone scaligero mentre lo spettacolo del 25 marzo si configura come Serata di solidarietà e cultura promossa dalla Fondazione EY Italia Onlus a favore dei progetti di Associazione Amici di Cometa Onlus e Comunità Nuova Onlus, un’iniziativa con la quale la Fondazione EY Italia Onlus prosegue il cammino dei “giovani che aiutano i giovani” per sostenere progetti rivolti a ragazzi in situazioni di disagio.
Da due anni la Fondazione EY Italia Onlus sostiene progetti concreti volti ad arginare il disagio adolescenziale e attivi nei territori in cui opera – afferma Donato Iacovone, Amministratore Delegato di EY in Italia – Ed è proprio con questo spirito che siamo orgogliosi di dare nuovamente vita a questa serata di solidarietà e cultura che ci consente di supportare due realtà importanti per i giovani di Como e Milano: Cometa e Comunità Nuova”. I fondi raccolti in occasione dell’evento del 25 marzo saranno devoluti a favore di due progetti: “Una casa per crescere” di Associazione Amici di Cometa Onlus che aiuta le famiglie, anche in situazione di difficoltà, ad affrontare i temi della quotidianità e della crescita educativa dei loro figli; “Sport in movimento”, iniziativa ideata da Comunità Nuova Onlus, presieduta da don Gino Rigoldi, finalizzata alla prevenzione del disagio giovanile e rivolta ai bambini e ai giovani della periferia e della provincia Milanese.
Nella foto: la Scuola ballo Accademia Teatro alla Scala in Who cares? di Balanchine, ph. Sonia Santagostino.