La DaCru Dance Company in zerocentimetri di Marisa Ragazzo e Omid Ighani. Prova aperta in Fonderia
05 . 04 . 2019
18.00
Reggio Emilia - Fonderia, della Costituzione 39
La DaCru Dance Company ritorna alla Fonderia di Reggio Emilia con il suo innovativo di hip hop theater, che fonde il gesto tecnico con quello dell’house, della danza contemporanea, del jazz rock e del breaking più innovativo.
In programma, venerdì 5 aprile 2019, una prova aperta della nuova creazione zerocentimetri che debutterà a settembre 2019, nuovo spettacolo ideato da Marisa Ragazzo anche autrice delle coreografie assieme a Omid Ighani.
Scrive la compagnia: «zerocentimetri è il nostro nuovo progetto performativo. Nasce in uno spazio emotivo che misura da 0 a quarantacinque cm. La zona intima, quel pezzetto di mondo che appartiene alla zona intima, lì dove si sconfina nel contatto fisico, dove si sente l’odore, dove si avvertono le emozioni degli altri, dove il tono della voce si fa basso così come il volume.
Il fulcro del lavoro è la prossemica. zerocentimetri si riferisce alla dimensione nascosta di Edward Hall, illuminato antropologo che definisce la disciplina “lo studio di come l’uomo struttura inconsciamente i microspazi, le distanze tra sè e gli alti esseri viventi e le strutture”. Di fatto la prossemica è la disciplina semiologica che studia i gesti, il comportamento, lo spazio e le distanze all’interno di una comunicazione, sia verbale sia non verbale».
Ancora una volta la compagnia affronta il tema della comunicazione, la amplifica, la scardina, la spezza in più parti fino ad arrivare al punto più profondo, il primo da dove tutto parte: il disagio dell’ incomprensione, le aspettative tradite, quello stato di nichilismo assoluto che assale il corpo lasciandolo immobile.
«Questo nuovo progetto si estende in più direzioni oltre lo stato puramente danzato: il 90% della nostra comunicazione giornaliera è non verbale.
Uno spazio potentissimo, a metà tra ciò che si è e ciò che si sa: il contatto visivo, la cinesica, le micro espressioni facciali che non possiamo gestire, quelle volontarie, la postura, la gestualità. Esplora anche ciò che appartiene a quella che sembra una bassa percentuale, così importante e cara a chi si riferisce alle parole ed al parlare, come ad uno stato di altissimo esercizio di umanità».
In scena 6 danzatori (Samar Khorwash, Alessandro Findus Marconcini, Alessandra Ruggeri, Serena Stefani, Claudia Taloni, Tiziano Vecchi), stereotipi virtuosi e descrittivi, contenuti in uni spazio liquido ed estremamente evocativo.