La Compagnie de Soi con Au Temps Où Les Arabes Dansaient… di Radhouane El Meddeb al Napoli Teatro Festival Italia
27 . 06 . 2018
21.00
Napoli - Teatro Trianon Viviani, piazza Vincenzo Calenda 9
Il Napoli Teatro Festival Italia propone il 27 giugno 2018 al Teatro Trianon Viviani, Au Temps Où Les Arabes Dansaient…, spettacolo creato nel 2014 dal coreografo franco tunisino Radhouane El Meddeb. In scena quattro interpreti maschili della sua Compagnie de Soi: Youness Aboulakoul, Philippe Lebhar, Rémi Leblanc-Messager e Arthur Perole.
Lo spettacolo, già presentato al Festival MolanOltre nel 2015, racconta l’Arabia degli anni d’oro, quella del cinema degli anni Quaranta ai Settanta, con la sua atmosfera sgargiante e illusoria. Gli attori cantano, ballano e si amano sugli schermi delle sale cinematografiche e su quelli delle televisioni nel salotto di famiglia. Poi arriva la danza del ventre e il centro dell’attenzione si sposta sulle sinuose movenze del corpo. Au temps où les Arabes dansaient… è un’eco lontana di quelle canzoni e di quei balli. La violenza del nostro mondo decreta la fine di quell’età dell’oro, oggi epicentro di scosse a venire e fa vibrare l’ombelico sull’orlo del precipizio, amoreggiando col caos.
«Questo lavoro – scrive Radhouane El Meddeb – era in origine un progetto di cabaret, ma nel corso delle prove e degli eventi politici, si è evoluto in qualcosa di più radicale. Ho capito che non potevo utilizzare la forma del cabaret per celebrare un mondo scomparso. Gli Arabi hanno a lungo vissuto ritmi magici, quelli dei film degli anni 40, 50, 60 e 70… con la loro magia, i loro fondali di cartapesta e le atmosfere finte e pacchiane. Gli attori cantavano incessantemente, danzavano, si amavano sui grandi schermi del cinema, e poi su quelli piccoli dei televisori nei salotti di famiglia. Senza condanna e senza censura, noi vogliamo contemplare il mondo brillante, laccato e truccato di questi semi-dei della commedia, seguire i loro drammi e le loro emozioni, canticchiando i canti che loro intonavano. A quell’epoca, la danza del ventre era al centro di tutto: entrava in scena nel bel mezzo del film o dello spettacolo e diventava la protagonista assoluta. I nostri sguardi affascinati convergevano nel ventre e nell’ombelico. Oggi che anche la nostalgia sembra lontana, mentre ripensiamo a questa età d’oro, a questi anni di gloria e di grandi abbagli, è evidente che la danza araba appaia come epicentro delle future scosse, l’ombelico sembra vibrare e torcersi sul bordo del precipizio, flirtando con il caos. La violenza del nostro mondo ha penetrato la cartapesta dei fondali, li ha capovolti per decretarne la fine, la fine di un tempo che è solo illusione, un’illusione dolce, zuccherata, rotonda. Au temps où les Arabes dansaient… è l’eco lontana di questi canti e queste danze, colti nella tenerezza della speranza e del ricordo, nel fervore dei cuori e dei corpi. È anche una delle facce di un presente crudele, noioso e colpito dallo stupore».
Foto: Compagnie de Soi, Au Temps Où Les Arabes Dansaient… di Radhouane El Meddeb, ph. Agathe Poupeney Photoscene.