In Emilia Romagna

La compagnia Kor’sia debutta con Cul de Sac di Mattia Russo e Antonio de Rosa al Teatro Comunale di Modena

16 . 05 . 2017

Modena - Teatro Comunale Luciano Pavarotti, Via del Teatro 8

Il cartellone dell’edizione 2017 della rassegna ModenaDanza si conclude martedì 16 maggio 2017 al Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena con la prima italiana di  Cul de Sac, uno spettacolo di danza contemporanea che indaga i rapporti sociali e personali nella società di oggi della compagnia italo spagnola Kor’sia, fondata da Giuseppe Dagostino, Antonio de Rosa, Diego Tortelli e Mattia Russo.

Cul de Sac firmato dagli italiani Mattia Russo e Antonio de Rosa è un nuovo spettacolo che si basa sull’universo creato dallo scultore Juan Muñoz. L’artista, scomparso nel 2001, è stato uno dei protagonisti della scultura contemporanea degli ultimi due decenni del Novecento e ha reintrodotto la figura umana al centro dello spazio architettonico e scultoreo. Marionette, acrobati, ventriloqui, nani e ballerine sono alcuni dei personaggi che popolano i suoi lavori a fianco di figure anonime la cui presenza rimanda a scenari ambigui e contraddittori.

Scrivono Mattia Russo e Antonio de Rosa a proposito di Cul de Sac:

“Lo spettacolo si basa sull’universo creato dallo scultore Juan Muñoz. Enigma e ironia, sorpresa e dialogo. I personaggi rappresentano l’incapacità di decidere dove andare, ancorati in un labirinto senza uscita. L’aspetto monocromatico, l’atmosfera cupa e impenetrabile, lo spazio fitto e definito, sono elementi che alludono alla vita dei personaggi, i quali esplorano, crescono e si caratterizzano per definire la propria identità. E’ possibile essere i protagonisti di un cambiamento, oppure scegliere di rimanere in uno stato di irrazionalità proiettato verso l’immobilità e la negazione?
Il grigio è quel colore che manca di definizione.
È il colore della solitudine e del vuoto, non così pieno di possibilità, come è concepito il colore bianco per Kandinsky, ma come un vuoto esistenziale.
L’uomo grigio ha delle caratteristiche inespressive, è senza sesso, vestito di grigio e immerso in uno spazio grigio, insignificante e spesso sottomesso…
Un uomo grigio, quasi sempre accompagnato da altri uomini grigi, formando una vera e propria categoria sociale che ricorda i dipendenti degli anni Trenta così vicini alla società di oggi, in contrasto con il mondo multicolore del consumismo e le Finzioni cinematografiche, è sottomessa ad una rigida organizzazione produttiva senza dare spazio alla libertà ne alla creatività. Questi uomini grigi siamo noi.
Tuttavia, l’essere umano non è necessariamente condannato alla fine, l’atmosfera non è quella di un nichilismo occluso. Piuttosto la realtà è dialettica e pertanto è possibile sovvertire le strutture di potere.
L’uomo grigio può sollevare la testa e imporre il suo desiderio di libertà con la speranza che un altro mondo sia possibile”.

La drammaturgia e testi sono di Maria Velasco Gonzáles. Le  scene sono di Monica Borromello, le luci di Luis Francisco Martinez Romero.

www.teatrocomunalemodena.it

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