Romaeuropa Festival

La Carmen di Bizet nella versione di Dada Masilo

Dal 29 . 10 . 2014 al 02 . 11 . 2014

Roma - Teatro Brancaccio, Via Merulana 244

Nell’ambito del Romaeuropa Festival debutta in prima nazionale al Teatro Brancaccio di Roma la Carmen che la danzatrice e coreografa africana Dada Masilo ha creato partendo dall’opera di Bizet. Figura di punta della scena coreografica del Sudafrica, acclamata alle passate edizioni di Romaeuropa per la sua versione del Lago dei cigni, Masilo non è nuova alla reinterpretazioni dei classici, perché come spiega lei stessa “con la danza mi piace raccontare delle storie, che abbiano un rapporto con il presente della nostra vita: i classici danno questa opportunità”.

Dada Masilo è nota per l’energia e la vitalità che riesce a trasmettere fondendo la danza contemporanea, quella tradizionale africana e il balletto classico. A tutto ciò per Carmen ha aggiunto la malia del flamenco. La materia è ribollente, poche partiture infatti hanno ispirato registi teatrali, cinematografici, musicisti, pittori e scultori quanto Carmen, che debuttò a Parigi con un sonoro con un fiasco nel 1875 per trionfare pochi mesi dopo a Vienne e diventare un blockbuster operistico: “L’idea iniziale –racconta Masilo – era svelare Carmen, cercando la donna che si nasconde nelle pieghe del balletto e dell’opera, per trovarne le debolezze dietro la superficie fredda e impenetrabile”.

Lo spettacolo, in scena dal 29 ottobre al 2 novembre, è costruito sulla suite per il balletto che Rodion Šedrin ha realizzato sui temi e le musiche dell’originale di Bizet, con in aggiunta la Habanera nella interpretazione di Maria Callas e due estratti del Lamentate di Arvo Pärt.

Segnaliamo che il 29 ottobre alle ore 19.30 nel Foyer del Teatro Brancaccio la giornalista Rossella Battisti conduce un incontro nell’ambito del ciclo Choreographers Today, progetto pensato dalla Fondazione Romaeuropa per il grande pubblico al quale si offre la possibilità di conoscere meglio i coreografi protagonisti del Festival 2014.

Foto di John Hogg.

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