A Milano

Jewels di George Balanchine torna al Teatro alla Scala

Jewels, capolavoro firmato da George Balanchine, torna in scena al Teatro alla Scala da venerdì 11 a giovedì 24 marzo 2022 dopo otto anni di assenza. Sul palco del Piermarini il Corpo di ballo scaligero diretto da Manuel Legris porta lo splendore di Smeraldi, Rubini e Diamanti balanchiniani.

Dal 11 . 03 . 2022 al 24 . 03 . 2022

Milano - Teatro alla Scala

La stagione di balletto del Teatro alla Scala propone da venerdì 11 a giovedì 24 marzo 2022 gli Smeraldi, i Rubini e i Diamanti di Jewels, capolavoro firmato da George Balanchine, uno spettacolo già portato in scena dal balletto scaligero con enorme successo di critica e di pubblico nel 2011, nel 2014 e in diverse tournée.

Jewels, andato in scena la prima volta nel 1967 a New York, è un balletto di pura danza e si suddivide in tre parti, ognuna dedicata ad una pietra preziosa che, dal punto di vista dello stile coreutico, corrispondono alle tre grandi scuole della danza classica che hanno maggiormente influenzato il percorso di Balanchine. La prima parte è Smeraldi (Emeralds), un omaggio poetico alla scuola romantica francese su musica di Gabriel Fauré (da Pelléas et Mélisande e da Shyloch). La seconda Rubini (Rubies), su musica di Stravinsky (il Capriccio per pianoforte e orchestra), è un omaggio alla collaborazione con il compositore e, allo stesso tempo, è un omaggio alla tradizione americana dei musical di Broadway. L’ultima, Diamanti (Diamonds) su musica di Ciaikovsky (estratti dalla Sinfonia n.3 in re maggiore op.29) è un omaggio all’ordine e alla grandeur della Russia Imperiale e del Teatro Mariinsky, dove Balanchine si formò artisticamente.

Ogni sezione di Jewels è differente per musica, colore e atmosfera, e permette di riconoscere alcune linee fondamentali del percorso creativo di Balanchine, il suo rapporto con la musica e i suoi compositori d’elezione, nonché le scuole e gli stili della danza. La rappresentazione nel suo complesso, risulta essere uno straordinario divertissement all’insegna dei colori delle gemme preziose.

La leggenda, desunta anche da qualche rivelazione dello stesso Balanchine, vuole che furono le affascinanti vetrine di gioielli della Fifth Avenue di New York e l’arte del disegnatore di gioielli Claude Arpels gli spunti di ispirazione per la realizzazione di questo balletto che è elogio della bellezza della danza e della preziosità delle gemme.

La stessa compagnia del New York City Ballet racconta che nel 1939 la violinista Nathan Milstein presentò Balanchine al gioielliere Claude Arpels. L’ispirazione per il balletto arrivò però solo al loro secondo incontro, nel 1966, presso la Fifth Avenue Salons di Van Cleef & Arpels. A questo proposito Lincoln Kirstein scrisse: “Balanchine fu così impressionato dalla bellezza dei gioielli che vide lì, che decise di provare a catturarla”.

Per catturare la bellezza dei gioielli Balanchine è partito da colore. Aveva già lavorato su questa idea per le coreografie de Le Palais de Cristal, prima produzione di Symphony in C, eseguita all’Opéra di Parigi nel 1947, con i ballerini in costumi colorati disegnati dall’artista surrealista Leonor Fini: rosso, verde, blu e bianco. Con queste sfumature in mente, il secondo incontro di Balanchine con Arpels gli fece maturare l’idea di sposare esplicitamente i colori con i gioielli. “Mi piace il colore delle gemme, la bellezza delle pietre, ed è stato meraviglioso vedere come il nostro laboratorio di costumi, sotto la direzione di Karinska, si è avvicinato così tanto alla qualità delle pietre vere (che erano ovviamente troppo pesanti per essere indossate dai ballerini)” affermò Balanchine.

Dal colore, Balanchine ha spostato la sua attenzione alla musica, impostando ogni sezione su un compositore diverso. Ha abbinato Gabriel Fauré agli Smeraldi, Igor Stravinsky ai Rubini e Ciaikovsky ai Diamanti. Per un certo periodo, Balanchine ha persino pensato di coreografare un quarto movimento su musica di Schoenberg e di abbinarlo agli zaffiri, ma alla fine ha deciso di non realizzarlo.

Dopo il debutto di Jewels, critici e ballettomani hanno interpretato allo stesso modo la prima sezione come “un’evocazione della Francia”, la seconda come “rappresentativa dell’America” ​​e la terza come un cenno alla Russia imperiale. Balanchine ha accettato questa chiave di lettura, ma ha ribadito la natura senza trama del balletto. “Cercare di descrivere le danze potrebbe essere noioso, perché non hanno alcun contenuto narrativo”.

Nonostante il titolo, Balanchine ha insistito, “Il balletto non ha nulla a che fare con i gioielli, i ballerini sono semplicemente vestiti come gioielli”. Il tema dei gioielli è iniziato con i costumi, ma Balanchine – consapevolmente o meno – vi ha fatto riferimento nella sua coreografia e nella messa in scena. In tutte e tre le sezioni, i disegni coreografici e geometrici dei ballerini nello spazio rappresentano modelli di collana.

Come i gioielli, ogni sezione del balletto si distingue dall’altra e può essere eseguita anche singolarmente al di fuori del contesto dell’intero balletto. Come ha spiegato Balanchine, “la musica delle tre parti è molto diversa, così come le coreografie”. Eseguito in pezzi singoli o come balletto completo, Jewels è un tesoro del repertorio del New York City Ballet.

Per queste nuove recite scaligere il balletto è stato ripreso da due ripetitori d’eccezione: Ben Huys per gli Smeraldi e i Diamanti, e da Patricia Neary per i Rubini.

Lo spettacolo è in scena venerdì 11 marzo 2022 ore 20.00, giovedì 17 marzo 2022 ore 20.00, venerdì 18 marzo 2022 ore 20.00, domenica 20 marzo 2022 ore 14.30, martedì 22 marzo 2022 ore 20.00, mercoledì 23 marzo 2022 ore 20.00 (invito alla scala per giovani e anziani) e giovedì 24 marzo 2022 ore 20.00 (ballettounder30).

Segnaliamo che giovedì 3 marzo 2022, alle ore 18.00, nel Ridotto dei Palchi Arturo Toscanini, per il ciclo Prima delle Prime Balletto, organizzato dall’Associazione Amici della Scala, si terrà l’incontro Tra chorus line e nostalgie imperiali. Il supremo omaggio di Balanchine all’arte del balletto. condotto da Silvia Poletti. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.

Francesca Bernabini

24/02/2022

www.teatroallascala.org

Foto: 1. Jewels, Diamonds, coreografia George Balanchine © The Balanchine Trust, Nicoletta Manni, ph. Brescia e Amisano Teatro alla Scala; 2. 2 Jewels, Diamonds, coreografia George Balanchine © The Balanchine Trust, V. Toppi M. Agostino ph Brescia e Amisano Teatro alla Scala; 3. -4. Jewels, Diamonds, coreografia George Balanchine © The Balanchine Trust, ph. Marco Brescia & Rudy Amisano ©Teatro alla Scala; 5. Jewels, Esmerald, coreografia George Balanchine © The Balanchine Trust, Virna Toppi e Mick Zeni, ph Brescia e Amisano Teatro alla Scala; 6. Jewels, Esmerald, coreografia George Balanchine © The Balanchine Trust,Claudio Coviello ph Brescia e Amisano Teatro alla Scala; 7. -9. Jewels, Esmerald, coreografia George Balanchine © The Balanchine Trust, ph Brescia-Amisano Teatro alla Scala; 10. Jewels, Rubies, coreografia George Balanchine © The Balanchine Trust, Nicoletta Manni ph Brescia e Amisano Teatro alla Scala; 11. Jewels, Rubies, coreografia George Balanchine © The Balanchine Trust, Vittoria Valerio, Antonino Sutera ph Brescia e Amisano Teatro alla Scala; 12. Jewels, Rubies, coreografia George Balanchine © The Balanchine Trust, al centro Virna Toppi, foto Brescia Amisano Teatro alla Scala; 13. Jewels, Rubies, coreografia George Balanchine © The Balanchine Trust, ph. Marco Brescia & Rudy Amisano ©Teatro alla Scala; 14. George Balanchine ph Erio Piccagliani; 15. George Balanchine negli uffici del Teatro alla Scala, ph. Erio Piccagliani.

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