In Toscana

“INRI” del duo Stefano Mazzotta e Emanuele Sciannamea, ovvero C.ie Zerogrammi

10 . 04 . 2015

21.00

Lastra a Signa (FI) - Teatro Delle Arti, Via Matteotti 8

La programmazione di Resi_Dance a cura della Compagnia Simona Bucci, presenta venerdì 10 aprile 2015 al Teatro delle Arti di Lastra a Signa la  compagnia di teatrodanza C.ie Zerogrammi, costituita nel 2006 dai coreografi/danzatori Stefano Mazzotta e Emanuele Sciannamea, entrambi diplomati presso la Civica Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano. In scena INRI, uno dei loro lavori più apprezzati dove, attraverso la danza contemporanea e di ricerca, sorprendono il pubblico nel raccontare l’aspetto grottesco e paradossale della quotidianità.

In questo caso la quotidianità delle celebrazioni religiose, traducendo in danza i gesti, le abitudini e tutto ciò che ruota attorno ai riti della liturgia della religione: i cerimoniali, i modi, i segni che si ripetono, i canti di preghiere imparate a memoria.

Una coreografia di passi giocata nella parodia di un bigottismo religioso e quotidiano che appartiene alla nostra cultura. INRI, infatti, è il racconto di due fedeli, devote, addolorate, goffe, anziane signore, timorate di Dio, interpretate, en travesti, dal duo Mazzotta Sciannamea. Si muovono sulla scena attingendo alla inesauribile fonte di ispirazione coreografica e gestuale che è il rapporto del fedele con la religione, con particolare riferimento al contesto “meridionale”, dove facilmente si mescola il sacro al profano. Si racconta quindi di una religione che profuma di mandarini sui presepi, di mandorle e zucchero, noci e castagne secche, che risuona di bolero nelle piazze dopo le sacre processioni, una religione di docili vecchiette rosario-munite ancora bardate in nero, il cui Dio le raggiunge anche tra le cose domestiche. La liturgia, nei modi, nei segni che si ripetono, nelle intonazioni, diventa danza di mani giunte e ginocchia gonfie, fruibile nelle più goffe reinterpretazioni e i suoni del rito rimangono detti a metà, per il timore di sbagliare, di peccare.

 

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