Giovanna Velardi e Filippo Luna in CARMEN DUO al Festival di Noto
18 . 09 . 2016
Noto (SR) - Cortile del Collegio dei Gesuiti
La 25° edizione del Festival Internazionale del Balletto di Noto, presenta il 18 settembre 2016 nel Cortile del Collegio dei Gesuiti, CARMEN DUO di Giovanna Velardi anche interprete accanto all’attore Filippo Luna.
Lo spettacolo, con costumi di Dora Argento, luci di Danila Blasi, e costruito su musiche di Bizet, Arvo Part e R. Shoedrin, indaga nella figura di Carmen, che per la Velardi è “icona della seduzione, emblema del dionisiaco, assimilabile solo al Don Giovanni per il rivoluzionario senso di libertà che porta in scena”.
Più che raccontare la storia di Carmen, questo lavoro esplora il rapporto fra i due protagonisti dell’opera, trasforma in energia pura il personaggio femminile, “lo fa emblema di una rivoluzione costante e la rende simbolo di un’umanità vitale e viscerale, di una determinatezza esistenziale”.
Scrive Giovanna Velardi: “L’esigenza della rappresentazione parte dall’indagare la profonda dignità dell’individuo che qui trova in un umanità vitale e viscerale la propria ragione d’essere. Cosa porta gli uomini a intraprendere una discesa senza ritorno, fino agli inferi, fino a perdere completamente la loro umanità? E’ questo l’interrogativo da cui siamo partiti, per raccontare quella violenza che si consuma sotto i nostri occhi quotidianamente e che abbiamo imparato ad accettare con l’indifferenza dell’abitudine. La storia di Carmen con la sua dinamica del rapporto fra i due protagonisti dell’opera, ci ha offerto l’occasione per approfondire questo delicato tema, in una visione contemporanea dell’opera di Merimee/Bizet”.
In scena un attore e una danzatrice, un uomo e una donna, Don Jose e Carmen, portatori di due identità contrapposte: virile, forte e disperata quella di lui, vitale, sensuale e coraggiosa quella di lei. Si corteggiano, si amano, si possiedono, si abbandonano alla competizione dell’ego, della supremazia dell’uno sull’altro, schiavi di un istinto primordiale, che li porta a fronteggiarsi fino a travolgersi, fino alla follia cieca. E’ un percorso ritmico ed emotivo, senza domande ne risposte, fatto esclusivamente di emozioni vissute, esasperate, sbattute in faccia, di cui il corpo diventa il mezzo con cui i due protagonisti vivono la loro folle relazione. Non ci sono parole, se non necessarie e naturali, pochi oggetti evocativi in scena, gli unici punti fermi di una storia che resta in bilico tra la ragione della diversità e la distorsione del sentimento.
Queste due anime che si fronteggiano, sono i fantasmi di un’umanità che non riconosce più il senso del proprio vivere, lui nell’incapacità di comprendere il bisogno di libertà di lei e di accettarla nella sua interezza, lei nell’impossibilità di vivere un amore fino in fondo senza finire incatenata in un ruolo che sa non appartenerle.E nell’inevitabile morte di Carmen continuerà a non esserci perdono ne espiazione.