A Roma

Focus Young Arab Choreographers e istallazione performativa di Salvo Lombardo per Teatri di Vetro

Dal 21 . 09 . 2017 al 23 . 09 . 2017

Roma - Fondazione Volume! Via di San Francesco di Sales 86; Carrozzerie n.o.t Via Panfilo Castaldi 28/a

Festival Teatri di Vetro, rassegna di arti sceniche contemporanee diretta da Roberta Nicolai, propone a Roma a settembre un focus sulla danza araba alle Carrozzerie not e l’istallazione performativa B-SIDE di Salvo Lombardo e Isabella Gaffè, compagnia Chiasma, visibile dal 21 al 23 settembre 2017, dalle 19.00 alle 21.00, presso la Fondazione Volume! di Roma.

L’istallazione B-SIDE espone un ciclo di documenti visivi e sonori che ripercorre parte di un processo di archiviazione di gesti “non straordinari” di passanti occasionali nello spazio pubblico. Il lavoro si è sviluppato in parallelo alla creazione della performance Casual Bystanders di Salvo Lombardo (in  programma il 5 ottobre 2017 presso il Centrale Preneste sempre nell’ambito di Teatri di Vetro) e suggerisce una possibilità di estensione relazionale e di sviluppo ulteriore degli stessi atti che l’hanno generata. Interpreti della performance Lucia Cammalleri, Daria Greco e Salvo Lombardo. Realizzazione video di Isabella Gaffè. Elaborazione grafica di Carolina Farina. Elaborazione sonora di Fabrizio Alviti.

Il Focus Young Arab Choreographers, un’iniziativa nata con l’obiettivo di favorire la mobilità degli artisti, il dialogo interculturale e lo scambio di pratiche performative, porta in scena a Roma il 22 settembre 2017 alle Carrozzerie not (ore 21.00) in un’unica serata, i lavori di tre giovani coreografi arabi in tournée in Italia:  Mounir Saeed, Bassam Abou Diab e Hamdi Lakhdher Dridi.

Mounir Saeed (Egitto) presenta l’assolo da lui stesso interpretato What about Dante, un lavoro ispirato all’Inferno della Divina Commedia e miscelato con lo spiritualismo del sufismo in un singolare intreccio di inni cristiani e canti orientali. “Dante creò il suo personale inferno cercando di descrivere un percorso di approfondimento, Dante ricreò le sue proprie paure e la loro cura, si pose sul limite tra il paradiso e l’inferno. Ognuno di noi, come Dante, ha il proprio inferno e, ponendo sul petto ampio e rosso la Croce o i nostri principi, noi tutti siamo Dante, io sono Dante” scrive  Mounir Saeed.

Bassam Abou Diab (Libano) propone Under the flesh, un duo interpretato dallo stesso autore in coppia con il musicista Samah Tarabay sulla relazione tra le culture, ma anche sul corpo e sulla morte, nato dall’aver vissuto la guerra e dall’essere stato costretto, nello sfinimento fisico e spirituale, ad utilizzare un enorme numero di strategie di sopravvivenza.

Scrive Bassam Abou Diab: “Nel 1996 la guerra tornò ed era molto tempo che non incontravo i miei amici, i bombardamenti. Questa volta erano molto più sofisticati e forti delle volte precedenti. Presi nota del cambiamento ed elaborai la strategia della caduta cercando di non morire e una seconda strategia che consiste nel lasciare che il tuo corpo vada fino alla fine si avvantaggi del momento per andare verso il suo confine estremo ed evitare il pericolo. Durante l’anno 2000 sono cambiato. Avevo nuove idee in mente riguardo la relazione tra le culture, il corpo, la morte e i rituali. La mia nuova strategia è stata di mettere insieme tradizioni e identità per creare un particolare gusto e un significato del tutto nuovo per l’esistenza. Nel 2006 le cose si sono fatte più difficili. Fui obbligato a utilizzare un enorme numero di strategie per sopravvivere. Dolore e morte erano solo musica per me”.

Il tunisino Hamdi Lakhdher Dridi danza la memoria nel solo Tu Meur(s) de terre: un’intensa danza dedicata al padre in cui l’esattezza dei gesti restituisce la potenza di un legame. Sensibile alla musicalità della voce parlata, il testo ha un posto speciale nella sua ricerca coreografica. La parola, parlata e cantata, si presenta in forma di ricordo, con prossimità sonore diverse divenendo impulso fisico e poetico per il corpo.

Scrive Hamdi Dridi:
Io danzo mio padre, un imbianchino.
Danzare i miei ultimi ricordi, ricostruendo la sua presenza fisica nel suo luogo di lavoro ricoperto di cartoni.
A te che mi guardi, mio padre racconta la storia della sua vita attraverso le mie braccia. Danzo con calma il dolore trasformando un tumore in una poesia. Tra Dio e un essere umano, un padre e suo figlio, il cielo e la terra, il suono e il movimento, lui mi sta guardando, ora. Il nostro duetto mi rende capace di accettare che è andato via e che sicuramente ci incontreremo di nuovo un altro giorno.

I coreografi arabi terranno anche delle masterclass all’Accademia nazionale di danza che  si chiuderanno con un incontro che si terrà il 23 settembre 2017 in Accademia dalle ore 14.00 alle 18.00.

www.teatridivetro.it

Foto: 1.-3. B-Side di Salvo Lombardo e Isabella Gaffè, ph. Carolina Farina; 4. Mounir Saeed in What about Dante; 5. Bassam Abou Diab in Under the flesh; 6. Hamdi Lakhdher Dridi in Tu Meur(s) de terre.

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