A Milano

Emox Balletto in Eros e Thanatos di Beatrice Paoleschi

20 . 01 . 2015

Milano - Teatro Manzoni, Via Manzoni 42

Emox Balletto, giovane compagnia fondata da Beatrice Paoleschi, presenta il 20 gennaio 2015 al Teatro Manzoni di Milano Eros e Thanatos spettacolo liberamente ispirato al dramma Pentesilea di Heinrich Von Kleist e incentrato nella vicenda epica dell’amore tra il pelide Achille e l’amazzone Pentesilea.

Lo spettacolo, firmato nella coreografia e regia da Beatrice Paoleschi, con testi di Giulia Lino e inserti poetici di Ilaria Cipriani si muove in una scenografia essenziale, basata sulla struttura reticolare di una testa di cavallo, simbolo di gabbia e solitudine psicologica in cui si dibatte il personaggio di Pentesilea. La regina guerriera, interpretata dalla stessa Beatrice Paoleschi, si sdoppia da danzatrice in attrice e ancora in danzatrice, in un’espressione affidata ora alla parola ora all’intensità e tensione del gesto. Il cast si avvale della presenza di Francesco Mariottini nel ruolo di Achille, ormai primo ballerino stabile di EmoX, già danzatore professionista della trasmissione televisiva “Amici”.

Articolata la trama del balletto che racconta della folle attrazione tra Achille e Pentesilea.

Sinossi

Pentesilea, figlia di Ares,  Dio della guerra e di Otrera,  riassume in sé la forza e la femminilità, l’amore e la guerra. Come tutte le Amazzoni porta scolpita nel corpo la propria identità: forte ed aggressiva, armata di arco, per questo si è privata del seno destro, è anche femminile e sensuale come Afrodite. Il suo corpo, terribile arma nell’arte della guerra, può anche dare origine al desiderio più travolgente e funesto. Alla guida del suo esercito di guerriere, Pentesilea è alla ricerca di prigionieri da condurre nel suo regno per festeggiare la Festa delle Rose. Festa in cui le vergini prescelte potranno accoppiarsi con i prigionieri greci e permettere così la continuità del loro regno di sole donne. Le amazzoni si intromettono così  nella guerra tra troiani e ateniesi, cercando tra quest’ultimi le loro prede. L’uomo destinato a Pentesilea è proprio il più grande guerriero greco, Achille. L’amore e la guerra s’intrecciano e Achille e Pentesilea sono colpiti dalla stessa e folle attrazione, ma  Achille e Pentesilea sono anche  condottieri  vincitori che non accettano la vittoria dell’altro. Protoe, la fedele compagna della regina delle Amazzoni, cerca di trattenerla, prevedendo che questa folle passione possa condurla ad una fine funesta. Anche Ulisse prova a  persuadere Achille a frenare la sua passione smodata per la Regina delle Amazzoni ma senza successo. Dimenticando di essere una spietata guerriera, Pentesilea sogna un tenero incontro di amore con Achille. Il risveglio la riporta alla sua condizione di prigioniera di se stessa, che non riesce ad uscire dalla gabbia psicologica, rappresentata dalla grande testa di cavallo,  che il suo ruolo di Regina guerriera le impone e che alla fine l’ucciderà. I sentimenti, le paure, gli entusiasmi di Pentesilea  vibrano e trasudano dai corpi delle sue Amazzoni, uno sconvolgente gruppo di guerriere che l’accompagna dall’inizio fino alla dolorosa fine: è proprio questa schiera di guerriere, con i loro canti, le loro danze, la loro inquietante carnalità ad imprimere allo spettacolo una straordinaria forza emotiva. La realtà purtroppo è crudele: tra fatalità, vittorie e sconfitte si giunge fino al tragico, impressionante epilogo. Pentesilea uccide Achille  e ne sbrana, come una cagna infuriata il corpo, quasi per farlo suo per sempre. La tragedia trova la sua pacificazione con il suicidio dell’eroina, quando la consapevolezza subentra alla follia ed il coraggio alla disperazione.Il folle amore di Pentesilea, la sua passione allucinata ed allucinante sono pulsioni incontrollabili ed incomprensibili agli altri. Solo la sempre fedele compagna Protoe sembra comprendere che la furia di Pentesilea non è che la più pura espressione dell’amore umano.

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