Eleonora Abbagnato nella Carmen di Amedeo Amodio a La Versiliana
18 . 07 . 2015
21.30
Marina di Pietrasanta (LU) - Teatro La Versiliana
Il Festival La Versiliana ospita per la prima volta Eleonora Abbagnato. L’étoile de l’Opéra di Parigi e attualmente anche direttrice del Teatro dell’Opera di Roma, sarà protagonista sabato 18 luglio 2015 al Teatro La Versiliana di Marina di Pietrasanta, di Carmen nella versione coreografica di Amedeo Amodio costruita sulle musiche dell’opera di Georges Bizet e con un adattamento e interventi musicali originali di Giuseppe Calì.
Al fianco dell’Abbagnato, Amilcar Moret Gonzalez nel ruolo di Don José, Alexandre Grasse in quello di Escamillo e un corpo di ballo composto da Silvia Accardo, Giorgia Calenda, Giovanni Castelli, Michaela Colino, Virginia Giovannetti, Giacomo Luci, Gloria Malvaso, Marco Marangio, Valerio Marisca, Flavia Morgante, Nicolò Noto, Giovanni Perugini, Valerio Polverari, Susanna Salvi e Michele Satriano.
La Carmen di Amodio, nata nel 1995 per Aterballetto, è stata riproposta in numerosi teatri nel mondo fra cui la Scala. Ripresa nel 2014 proprio con Eleonora Abbagnato quale protagonista al Teatro Massimo di Palermo, ha nuovamente debuttato con successo lo scorso maggio al Teatro Storchi di Modena in una nuova produzione di Daniele Cipriani Entertainment, la stessa che arriva alla Versiliana.
La versione di Amodio in due atti, inizia laddove l’opera lirica di Bizet finisce. Scrive Amedeo Amodio: “Sulle ultime note dell’opera si chiude il sipario. In palcoscenico inizia lo smontaggio delle scene. A poco a poco o il personale e quanti altri hanno assistito allo spettacolo da dietro le quinte vengono catturati dai fantasmi del dramma appena trascorso e man mano, un gesto, uno sguardo, un oggetto, li spinge ad immedesimarsi in ognuno dei personaggi; per puro caso. È dunque per puro caso che Don José incontra Carmen, che rappresenterà per lui l’unico momento di vita autentica, intensa, ma anche quello della morte. A questo punto tutto è stabilito, meno il percorso o il labirinto dei due destini ormai indissolubilmente legati. Così si potranno creare accostamenti scenici imprevedibili e surreali, ma sempre volti verso un’unica fine. Sarà comunque Carmen, profondamente consapevole dell’ineluttabilità del momento finale, a condurre il gioco trasgressivo ed eversivo, in un impossibile tentativo di sfuggire alla sua sorte. La scena, come la musica, si svuota durante lo svolgimento del racconto, fino a rimanere, nel momento finale, completamente scarna, desolata ad esprimere la “solitudine tragica e selvaggia” di una donna che, sin dall’inizio, cerca di affermare il proprio diritto alla vita e alla libertà”.
Le scene e i costumi sono di Luisa Spinatelli.