Daniele Ninarello a Cango con Blink of liberation e Still_Studio
16 . 12 . 2016
21.00
Firenze - CANGO, via Santa Maria 25
Nell’ambito del Festival La democrazia del corpo venerdì 16 dicembre 2016 Daniele Ninarello presenta a a Firenze a CANGO_Centro di produzione sui linguaggi del corpo e della danza, due sue produzioni: Blink of liberation e Still_Studio.
Scrive Daniele Ninarello a proposito di Blink of liberation:
Sondare la pratica coreografica riflettendo sulla negoziazione tra corpo sedentario e corpo nomade, sulle possibili orchestrazioni intorno al desiderio di evadere e l’attitudine a crearsi una “tana”.
Il percorso del laboratorio rifletterà sul tentativo di orientarsi all’interno di questo moto continuo che ci identifica, sul continuo bisogno di aprire un dialogo con la “parte mancante”, su quel luogo in cui “siamo stretti” tra un desiderio e l’altro in cui nasce il movimento che ci sposta. Si pone al centro l’idea di corpo come agente intuitivo, come strumento per interrogarsi sul senso di disorientamento ed orientamento, attraverso le pratiche compositive proposte. L’intuito è inteso come sapere dei sensi, che si manifesta per lampi improvvisi, come un battito degli occhi, “blink”.
Scrive Daniele Ninarello a proposito di Still_Studio:
Il tema dell’identità, come cambia e si trasforma nel tempo, del corpo come testimone di tracce e segni che inducono a ri-conoscerci indaffarati nell’atto del risalire/resistere. In questa indagine sulla figura umana nel suo eterno tentativo di resistere alla minaccia della caduta è di grande ispirazione l’opera di Alberto Giacometti. I corpi vacillano ricercando il proprio centro, inseguendo un “fuori” che si muove incerto, indagando il passo e il suo senso più profondo in un sistema privo di orientamento spaziale/temporale. L’identità è precario bilanciamento tra pieno-vuoto, equilibrio-disequilibrio, guerra–quiete. L’uomo è un archivio di memorie che il corpo trasmette all’essere, ricostruendolo ed elevandolo, strato dopo strato, per ritrovare il proprio asse. Ad oggi la performance è pensata come un studio per tre corpi che condividono un obiettivo: ricercare un ordine interno attraverso la continuità, il ritmo. La ripetizione in un processo fisico individuale di trasformazione di materia. Tale processo permette di incontrarsi in un “campo unificato”, luogo della ricomposizione, dove l’identità possa svelarsi, dove il performer scompaia nella danza e diventi tempo, “un luogo dove esistere”.