Danza Prospettiva a Padova

Compagnie Käfig in Yo Gee Ti di Mourad Merzouki

18 . 05 . 2014

20.45

Padova - Teatro Comunale Giuseppe Verdi, Via dei Livello 32

Domenica 18 maggio 2014 al Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Padova la rassegna  Creative body – Prospettiva Danza Teatro 2014 propone Yo Gee Ti, creazione di Mourad Merzouki per la sua Compagnia Käfig.

Acclamato in Francia come coreografo di eccellenza nell’hip- hop, Mourad Merzouki, dà con questo suo lavoro un’impronta asiatica alla danza contemporanea, integrando alcuni ballerini di Taiwan nella sua Compagnie Käfig e affidando la realizzazione dei costumi allo stilista Johan Ku. La sua opera Yo Gee Ti, che in cinese significa “materia organica”, è una fiaba fantastica creata dalla fusione dell’arte dei tessuti con i corpi che fluiscono in modo organico, infinitamente duttili ma estremamente centrati. La materia organica che dà il titolo allo spettacolo si riferisce al materiale col quale sono stati realizzati i costumi scolpiti nella lana e indossati dai danzatori taiwanesi e francesi che sono in scena.

Quando era ballerino, spiega Mourad Merzouki, era un mix tra Baryshnikov, Storm e Charlie Chaplin. Anche in veste di coreografo non si lascia ispirare da un’unica corrente stilistica, ma dalla fusione di diverse discipline e dallo scambio tra le varie culture della danza. Yo Gee Ti ha riscosso un grande successo sia a Taiwan che in Francia.

 

Scrive lo stesso Mourad Merzouki: “Risale a un primo viaggio a Taiwan, nel corso della tournée di Recital, il progetto di collaborazione con il National Chiang Kai-Shek Cultural Center. Fui sedotto dall’energia dei danzatori locali che quel giorno dividevano con noi il palcoscenico. Decisi quindi di aprirmi a quella che per me era una nuova cultura, ricchissima di tradizioni ancestrali ma allo stesso tempo ancorata ad una modernità estrema. L’incontro con “l’Altro” è per me sempre fonte d’ispirazione. Il rapporto con “l’Estraneo” è necessariamente e intrinsecamente differente – la barriera linguistica ci costringe a pensare diversamente, il linguaggio del corpo prevale su ogni altra forma di comunicazione. Il pudore e il riserbo che si provano nei confronti dell’altro finalmente trascendono in un nuovo linguaggio formato dalla gestualità dei corpi abituati e plasmati di culture che vanno così ad arricchirsi e miscelarsi. Cambia quindi il mio rapporto con i danzatori, la musica, lo spazio. Questo trinceramento che cerco di provocare in me, anima il mio processo creativo: sono curioso di poter trovare il perno tra la le caratteristiche della mia danza e la danza taiwanese, inevitabilmente così differente dalla mia per corporeità, influenze, formazione. Lo spettacolo coinvolge in modo equilibrato danzatori taiwanesi e francesi. Nel corso della creazione, pur appoggiandomi ad alcuni storici collaboratori, ho lavorato per la prima volta con un giovane designer incontrato a Taiwan, restai fortemente affascinato dalla genialità delle sue creazioni, costumi scolpiti nella lana, opere veramente incredibili. Lo sforzo che il danzatore compie nel costume che indossa, mi ha spinto alla ricerca del ritmo ad un altro livello. Partendo da questo concetto, sogno d’avviare un rapporto nuovo rispetto al movimento, inscrivendo così la danza in un altro spazio”.

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