Cie Twain physical dance theatre debutta con Era mio Padre di Loredana Parrella
Dal 25 . 04 . 2014 al 27 . 04 . 2014
Roma - Teatro dell'Orologio
Cie Twain physical dance theatre debutta in prima nazionale al Teatro dell’Orologio di Roma con Era mio Padre, lavoro firmato nella coreografia, regia e drammaturgia da Loredana Parrella. Lo spettacolo, in scena dal 25 al 27 aprile 2014, vede in scena Yoris Petrillo e Giulia Cenni. Le musiche sono di Alessandro D’Alessio. Il disegno luci di Cesare Lavezzoli e Gianluca Cappelletti.
Scrive Loredana Parrella:
“Era mio Padre, secondo capitolo di Elettra_Trilogia di un’Attesa, prende spunto da una figura di donna contemporanea: Benedetta Tobagi, figlia di Walter Tobagi, giornalista del Corriere della Sera, assassinato, sotto casa, nel 1980.
Un’ Elettra che cerca di oltrepassare la figura pubblica del padre per ritrovarne la privata. Ho sentito l’esigenza di darle un corpo concreto, contemporaneo immaginandolo in uno spazio essenziale dove un tavolino, alcuni utensili da cucina, un cavallo a dondolo ci riconducono ad un ambiente familiare. Elettra appare intenta in un’azione domestica, la ripetitività dei movimenti e il ritmo incessante del coltello per sottolineare il passare inesorabile del tempo, un tempo in cui attende suo fratello, un’attesa nella quale cerca di ricordare il battito del cuore di suo padre. Il taglio delle cipolle rosse per esprimere la sofferenza per quelle vite spezzate dalla violenza e dalla brutalità del potere. Improvvisamente l’azione viene interrotta e lascia spazio a un incontro, quello con suo fratello che la riporterà in una dimensione umana dove la vendetta non ha spazio e dove il ricordo dei giorni felici diviene il motore della vita e della crescita personale. Elettra e Oreste si ritrovano nelle figure di Benedetta e suo fratello Luca un incontro che li porterà a ritrovare l’infanzia negata e l’amore perduto. Attraverso i loro corpi e nel proprio riconoscimento tentano la risalita della vita sfidando ogni forza di gravità, una corsa contro il tempo per tornare all’eccitazione ludica dell’ infanzia negata. Due corpi che alternano momenti di fretta gioiosa ed eccitata a momenti di forte aggressività, si separano per cercarsi nuovamente, si rincorrono per afferrarsi, si guardano come per perdersi in un mare in tempesta e in questa instancabile alternanza due anime irrequiete si ritrovano. Insieme cercano di ricostruire la figura privata del proprio padre, attraverso i pochi ricordi fatti di parole scritte, gesti e sguardi.
Questa “visione” di Elettra marca il punto di partenza per una riflessione sul desiderio, da quello più devastante della vendetta fino a quello più profondo dell’amore”.