A Cagliari

A Cagliari Miniature di danza- vetrina di autori/trici sardi

Dal 30 . 05 . 2014 al 01 . 06 . 2014

21:00

CAGLIARI - SPAZIO TEATRALE T.OFF, VIA NAZARIO SAURO 6

La Rassegna Miniature di danza- vetrina di autori/trici sardi è un focus sulla creatività degli autori che operano in Sardegna e “un auspicio alla resistenza produttiva dell’arte contemporanea in Sardegna, rappresentata da coreografi/e che continuano con forza e determinazione la ricerca e la sperimentazione”.

La rassegna porta in scena venerdì 30 maggio a domenica 1 giugno presso lo spazio teatrale T.off di Cagliari cinque diversi lavori che emblematicamente racchiudono la sintesi della ricerca coreografica di ciascun autore.

Apre Memories in the dark di e con Enrica Spada, una produzione Ars et Inventio di Cagliari, una  miniatura dove la danza si concentra sul piccolo, sul dettaglio, sul respiro, sul quasi impercettibile. Nel buio memorie lontane e presenti, riaffiorano e si rivelano nei  gesti delicati di un corpo in ascolto.

Segue Far Far di Rita Spadola anche interprete assieme a Anna Maria Pes, una produzione Caranas 108 di Cagliari. Scrive l’autrice: “L’universo ha bisogno di due corpi diversi e di due pensieri diversi. Senza, non ha futuro. Due donne. Due schiene. Due corpi. Uno accettato e accettabile, l’altro imperfetto, meraviglioso, altro. L’uno non esisterebbe senza quell’essenza, senza quell’imperfezione che lo completa e che lo accoglie. La diversità restituisce il senso della totalità. Un lavoro che esplora delicatamente la fragilità del corpo, della perfezione e dell’imperfezione”

In programma anche Invisibile di e con Carla Onni, una produzione di Improvvisamente di Cagliari con la consulenza drammaturgica Fabio Marceddu e musiche di Irma Toudjan. Invisibile “è il lavoro sotterraneo delle idee, dei sentimenti, dei semi sotto la terra, della cura e della speranza che hanno bisogno di tempo e pazienza per diventare reali e apparire. Invisibile è una piéce che racconta come bene e male siano sempre mischiati ed è solo il nostro sguardo a decidere chi sarà il vincitore, perché siamo solo noi dare un titolo a ciò che accade”.

In scena anche Assòu + 255 di Simonetta Pusceddu interpretato da Elisa Melis, una produzione di Tersicorea di Cagliari. Il solo, spiega l’autrice, è “un viaggio surreale e malinconico tra le strade del mondo in una valle situata tra la Giara e la collina di Gesturi; la cascata di “Sa caddaia”, circondata dal verde, un tempo era frequentata dalle donne del paese che vi si recavano per lavare i panni. Un borgo dell’Ottocento, sfuggito all’urbanizzazione spesso selvaggia dei giorni nostri. Assòu tesse l’ennesima allegoria poetica sulle grandi questioni aperte della nostra epoca turbolenta. Una giovane vive in un luogo attraversato da un fiume che definisce il suo spazio, la sua casa. Attraversa diverse volte nel suo quotidiano il fiume, come fosse una frontiera, osserva e parla con i suoi fantastici interlocutori, personaggi di un tempo prima della guerra, e cosi dentro un microcosmo che è la sua vita, osserva il suo destino vissuto con grande leggerezza. La città, una città fantasma a distanza, quasi dimenticata alla fine del mondo, ma non sa di essere una profuga dimenticata dal mondo, un mondo che fuori infuria e lentamente muore. Fatica, parla e confabula, diventa donna, giovane sposa e dolce bambina. La rifugiata solitaria, invecchia ma in realtà è scomparsa dal mondo, e il mondo intorno è li a pochi passida Assòu.

Chiude lo spettacolo How to do things with words, performance di Marta Bellu , in collaborazione con Silvia Bellu e Daniele Ledda anche autore delle musiche originali. How to do things with words nasce e si sviluppa dalla sperimentazione di un sistema linguistico utilizzato nella composizione istantanea con gli ensemble musicali, personalizzato e utilizzato come canale altro di conversazione; dalla volontà di ricercare quindi una decodificazione del sistema di comunicazione gesto – suono tra conduttore e ensemble musicale e una sua possibile traduzione dinamica e dialogica dove paradossalmente il “direttore d’orchestra” si ritrova a performare sulla scena. Una danza senza corpo che si fa traduzione di un linguaggio, portatore di un segno grafico che non ricerca il senso, non si fa portavoce ma parla nel suo agire.

Nelle foto:

  1. Far Far di Rita Spadola
  2. Memories in the dark di e con Enrica Spada
  3. Invisibile di e con Carla Onni
  4. Assòu + 255 di Simonetta Pusceddu
  5. How to do things with words di Marta Bellu

 

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