BAU#2 di Barbara Berti e Fire of unknown origin di Monica Gentile e Marcela Giesche al Danae Festival
30 . 10 . 2018
20.30
Milano - DiDstudio, via Procaccini 4
Danae Festival propone martedì 30 ottobre 2018 al DiDstudio di Milano, BAU#2 di Barbara Berti prodotto da TIR Danza e, a seguire, Fire of unknown origin di Monica Gentile e Marcela Giesche.
La serie BAU – Coreografia del pensare si basa su una ricerca che dialoga sia con la parte più istintiva dell’uomo, con il suo subconscio, sia con la percezione cosciente della realtà. Tale ricerca, iniziata da Barbara Berti nel 2013, ha dato vita a un metodo di lavoro applicato alla danza e alle arti performative, centrato sull’esplorazione delle connessioni invisibili tra corpo e mente, attivate in tempo reale dal performer e dagli spettatori in una sorta di interazione dialogica tra i rispettivi spazi interiori. Una pratica trasformatasi nel tempo in una precisa cifra stilistica, che pone al centro dell’indagine il pubblico come necessaria e imprescindibile polarità dell’atto performativo. La domanda, per certi versi laicamente mistica, è: cosa significa essere contemporaneamente nella materia e nella non-materia? È possibile trovare un modo e uno spazio per percepire l’unità tra queste due condizioni?
BAU#2 prosegue la ricerca, studiando più in profondità e in termini performativi i processi che intercorrono tra pensiero e percezione quando accadono in uno spazio condiviso e come questi possono tramutarsi in un’esposizione fisica, sia in chi li agisce sia in chi li osserva. In particolare, BAU#2 vuole essere il terreno di verifica di uno stato mentale che permetta al corpo di muoversi in una specifica frequenza, al confine fra razionalità e inconscio, trovando il ritmo e la condizione che consenta al performer di attivare e incorporare un possibile equilibrio tra pensiero e percezione. Il processo creativo si basa sullo sviluppo di pratiche che tendono a espandere la “Coscienza del corpo” e la “Coscienza della mente”, muovendosi dal rituale al performativo. Tali pratiche – “Meditazione del pensare”, “Meditazione del corpo”, “Meditazione della voce” – generano specifici stati che creano una presenza performativa e uno specifico linguaggio coreografico. Contemporaneamente il processo si alimenta delle connessioni con alcune teorie sui processi mentali e fisici trattati in bioenergetica (Lowen).
La creazione prende forma e si modifica nell’incontro con il pubblico. Gli elementi parola, voce, corpo e luci creano un codice coreografico finalizzato a una creazione tra il visibile e l’invisibile, il materiale e l’immateriale.
Il tema della creazione è il fulcro tematico di Fire of unknown origin performance nata dall’incontro tra Monica Gentile e Marcela Giesche.
Marcela Giesche è fondatrice del Lake Studios Berlin, uno spazio multifunzionale di residenza artistica ed ex falegnameria, dove ha incontrato Monica Gentile quattro anni fa. In questo spazio gli aspetti pratici e la dimensione artistica si incontrano quotidianamente, gettando le basi per un costante scambio d’ispirazione tra la vita e i processi creativi. Marcela e Monica hanno passato molto tempo a condividere visioni artistiche, pratiche di movimento, training di danza e curando eventi/spettacoli. Nel tempo il desiderio di collaborare artisticamente è nato da due interessi e affinità contrastanti. Marcela ha uno spiccato senso pratico nella vita, ama costruire, aggiustare, trovare soluzioni nell’immediatezza mentre Monica trova piacere nella distruzione, nella desintegrazione, nel fare a pezzi. Entrambi sono processi di trasformazione, parte della stessa creazione. Qui è dove hanno trovato un punto d’incontro. Lavorano per confondere la linea di demarcazione tra costruzione e distruzione rendendosi conto che il caos e il disordine sono necessari per riorganizzare lo spazio e permettere una nuova crescita. Distruzione come atto di creazione, creazione come atto di distruzione.
Foto: 1.-3. Fire of unknown origin di Monica Gentile e Marcela Giesche; 4.-5. BAU#2 di Barbara Berti.