In Puglia

A Bari, per Dab 2016, Aterballetto con SENTieri di Philippe Kratz e con e-ink e Upper – East Side di Michele Di Stefano.

02 . 03 . 2016

Bari - Nuovo Teatro Abeliano

Dab Danza a Bari, la stagione di danza contemporanea del Comune di Bari curata dal Teatro Pubblico Pugliese, presenta mercoledì 2 marzo 2016 al Nuovo Teatro Abeliano di Bari, Aterballetto – Fondazione Nazionale Della Danza con un trittico di coreografie: SENTieri di Philippe Kratz; e-ink (1999-2015), spettacolo di mk riallestito da Aterballetto nell’ambito del progetto RIC.CI; Upper – East Side coreografia Michele Di Stefano.

SENTieri (unione di “sentire” e “ieri”) di Philippe Kratz è strettamente collegato al suo protagonista maschile e al racconto delle sue emozioni passate. Ma i ricordi che gli tornano in mente non sono sempre chiari, si mostrano annebbiati; si susseguono con fluidità e si intrecciano in modo giocoso. In questo senso li rivive come un mero flusso di coscienza: le situazioni sono effimere, niente può essere afferrato. È come se stesse sognando ad occhi aperti. Qualunque sentimento stia provando adesso, gli restituisce un ricordo dal passato e lo riporta a un momento in cui ha già vissuto quell’emozione. Inconsciamente fa i conti con l’amore, la perdita, la disperazione e alla fine con la speranza.

SENTieri (nel senso di ‘percorsi’) è una danza astratta per otto individui. Sebbene ciascuno di loro si trovi solo, tutti saranno connessi come un’improbabile famiglia. Alcuni continueranno sulla loro strada insieme, altri prenderanno direzioni differenti e si separeranno. SENTieri è un racconto intimo sul diventare adulti in cui passato, presente e un possibile futuro si mescolano e diventano un immediato, sfocato scivolare nei ricordi. Ma i partecipanti non raccontano azioni, loro raccontano emozioni.

e-ink affonda le sue radici negli esordi di mk, quando nel 1999 Michele Di Stefano propose questo duetto danzandolo assieme a Biagio Caravano al Teatro Franco Parenti di Milano. Un lavoro fortunato (più di 70 le repliche in Italia e all’estero, evento raro per i nostri esordienti), cesellato meticolosamente, prendendo spunto dalle modalità di trasmissione dei messaggi oracolari e divinatori che, pur essendo formalmente precisi, sono il prodotto di una destabilizzazione. Esatti e ambigui a un tempo, soggetti a un’interpretazione modulabile e malleabile –  gli oracoli si avvicinano così alle potenzialità mutanti degli inchiostri elettronici – recando in sé il seme del fraintendimento.

La coreografia è stata ripresa e rimontata nell’ambito del progetto RIC.CI. (Reconstruction Italian Contemporary Choreography), progetto ideato e diretto da Marinella Guatterini, che si occupa di ricostruire il repertorio italiano degli anni Ottanta e Novanta. “Mentre ricostruivamo il lavoro per Aterballetto, a distanza di più di 15 anni, – racconta Di Stefano –  è stato soprattutto il corpo a ritrovare l’esattezza di quella scrittura, a rimettere in connessione tutti i particolari scollegati tra di loro per farli ridiventare organici nella loro misteriosa iconografia. Quel che abbiamo chiesto ai due nuovi interpreti (Damiano Artale e Philippe Kratz) è stato soprattutto una fiducia incondizionata nei confronti di questo sistema irriconoscibile” in modo da riprodurre un ritmo autonomo, non necessariamente identico all’originale, ma dotato di una sua forte arbitrarietà”.

Alla creatività recente di Michele Di Stefano appartiene Upper-East-Side un lavoro del 2014 creato per Aterballetto.  La matematica della “frase” coreografica, la  sua collocazione all’interno di un sistema, la sua riproducibilità nel tempo e le conseguenze che essa  produce sono il punto di partenza di questo lavoro. Dalla grammatica alla geografia, l’informazione viaggia per creare  un impatto linguistico nello spazio, in un continuo desiderio di scambio, per far vivere la danza come una condizione ambientale, esplorativa e creare nuovi paesaggi coreografici.

 

Segnaliamo che giovedì 3 marzo  2016, all’Università degli Studi di Bari, si svolgerà un incontro con Marinella Guatterini sull’importanza  del recupero del repertorio di danza contemporanea italiana. In questa occasione la giornalista presenterà al pubblico pugliese i libretti dedicati alle ricostruzioni degli spettacoli più significativi della coreografia italiana degli anni ’80 e ’90, un’iniziativa editoriale inerente il progetto RIC.CI, reconstruction italian contemporary choreography anni ’80-’90, di cui e-ink è parte.

Foto: 1. Aterballetto, SENTieri di Philippe Kratz, ph. Alfredo Anceschi;  2.-3. Aterballetto, e-ink di Michele Di Stefano, ph. Nadir Bonazzi; 4. 6. Aterballetto, Upper East Side di Michele Di Stefano, ph. Alfredo Anceschi.

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