In Sardegna

Asmed/Balletto di Sardegna apre a Sassari la rassegna Le Piazze che Danzano con Come lame di luce di Matteo Corso

20 . 08 . 2015

21.00

Sassari - Piazza Duomo

Si apre la nuova edizione 2015 della rassegna Le Piazze che Danzano – Corpi in Movimento. Ad inaugurare la stagione della danza a Sassari cinque spettacoli, da agosto a settembre, che vedranno esibirsi sul palco nelle piazze cittadine  compagnie sarde e nazionali.

Ad aprire la kermesse il 20 agosto 2015 in piazza Duomo a Sassari, sarà l’Asmed/Compagnia Balletto di Sardegna con lo spettacolo Come lame di luce, per la coreografia di Matteo Corso e la direzione artistica di Massimiliano Leoni. Lo spettacolo trae spunto da Il Combattimento di Tancredi e Clorinda di Monteverdi su versi della Gerusalemme Liberata del Tasso.

Scrive Senio G.B. Dattena nella presentazione del balletto: Monteverdi prende uno dei frammenti più emozionanti e potenti dell’opera del Tasso e compie un’operazione di straordinaria importanza nel campo del teatro musicale. Tancredi e Clorinda: lui cristiano, lei musulmana, lui innamorato di lei, lei assolutamente dedita alla causa dei suoi, lui uomo, lei donna. Entrambi fortissimi, entrambi esseri umani, nascosti dall’armatura e dall’elmo. E qui c’è tutta la genialità del Tasso: i due si combattono perché non si riconoscono. L’armatura è strumento di difesa ma anche di chiusura e occultamento. Come sentimento ed emozione lo spettacolo parte da questo duello per crearne un altro. La messa in scena è una lente di ingrandimento sul combattimento in quanto tale, sull’impossibilità dell’uomo di andare oltre l’annullamento dell’altro e di se stesso.

In un teatro, forse girone infernale degli artisti, un gruppo di marionettisti è costretto a mettere in scena sempre lo stesso spettacolo Il combattimento di Tancredi e Clorinda, la straordinaria opera di Monteverdi.  Ma se lo spettacolo è sempre lo stesso, sono i ruoli che di volta in volta cambiano. È questa l’unica variante che, se in apparenza sembra dare un minimo di respiro ai condannati alternandone le pene, in realtà è solo un’ulteriore perfidia e aggiunge dolore al dolore. Infatti, il combattimento delle marionette, come una peste, un contagio, si propaga agli stessi marionettisti in una totale confusione dei ruoli.  Il combattimento non è quindi solo tra le marionette di Tancredi e Clorinda, ma tra tutti i condannati allo stesso modo. Un tutti contro tutti con momenti di stasi inutilmente riflessiva. Un tutti contro tutti violentissimo che porterà ad una conclusione estrema.  Un inferno molto simile al nostro quotidiano che ci riporta alle parole conclusive di Calvino nelle sue città invisibili: “l’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme …”.

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