A Roma

Al Teatro dell’Opera il Ballet de l’Opéra de Lyon apre il Romaeuropa Festival con BIPED di Merce Cunningham e Mycelium di Christos Papadopoulos

Il Ballet de l’Opéra de Lyon apre la 39° edizione del Romaeuropa Festival. In programma BIPED, capolavoro del 1999 di Merce Cunningham e Mycelium di Christos Papadopoulos in prima nazionale. Lo spettacolo è in scena il 4 e 5 settembre al Teatro Costanzi di Roma.

Dal 04 . 09 . 2024 al 05 . 09 . 2024

Roma - Teatro dell'Opera, Piazza Beniamino Gigli

Per la prima volta l’opening del Romaeuropa Festival si terrà al Teatro dell’Opera di Roma. In scena, il 4 e il 5 settembre 2024 al Teatro Costanzi, il Ballet de l’Opéra de Lyon diretto da Cédric Andrieux impegnato in un doppio programma che affianca BIPED del padre della modern dance americana Merce Cunningham sull’omonima composizione di Gavin Bryars (in scena insieme al suo ensemble) a Mycelium del coreografo greco Christos Papadopoulos sul tappeto sonoro di Coti K.

BIPED (1999), certamente tra le più celebri composizioni coreografiche di Merce Cunningham, è entrata a far parte del repertorio del Ballet de L’Opéra de Lyon lo scorso 16 aprile, in occasione dell’anniversario della nascita del coreografo, considerato uno dei più grandi artisti di tutti i tempi.
Alle soglie del nuovo millennio Cunningham trovò nella ricerca tecnologica l’impulso per rinnovare la propria arte. Attraverso il software DanceForms (appositamente creato) e utilizzando un complesso sistema di sensori per il motion capture e telecamere a raggi infrarossi, insieme agli artisti digitali Paul Kaiser e Shelley Eshkar, traspose in immagini digitali settanta frasi coreografiche dando vita a corpi e forme geografiche che, proiettate su un tulle in proscenio, interagiscono con i danzatori in scena. Anticipando le tendenze del ventunesimo secolo, il Maestro diede vita a una fusione di corpi, danza, luci, immagini in movimento e ologrammi, un’immersione corporea e spaziale, luminosa e grafica, un moto continuo tra assoli, duetti, trii e danze d’insieme in grado di catturare lo sguardo dello spettatore e immergerlo in un “universo virtuale” poetico e visionario.

Afferma il direttore Cédric Andrieux che dal 1999 al 2007 ha fatto parte della Merce Cunningham Dance Company: «Con il corpo di ballo, abbiamo avuto un periodo di prove di sette settimane durante le quali due assistenti del Merce Cunningham Trust hanno lavorato intensamente con le danzatrici e i danzatori per trasmettere la coreografia. La pièce richiede molto virtuosismo ed è stata necessaria molta pratica per arrivare al debutto».

Contribuisce all’immersione in questo universo l’omonima composizione musicale di Gavin Bryars, tra i primi musicisti a lavorare con Cunningham dopo la morte, nel 1992, di John Cage, suo principale collaboratore e compagno di vita. Eseguita dal vivo dallo stesso compositore inglese e dal suo ensemble la composizione fonde linee musicali preregistrate e live, dando vita a una trama sonora ipnotica e poetica.

Nella seconda parte della serata, in un ideale passaggio del testimone, l’approccio minimalista al suono e al movimento s’incarna nella prima nazionale di Mycelium, coreografia appositamente commissionata dal Ballet de l’Opéra de Lyon al greco Christos Papadopoulos.

Dopo aver presentato al Romaeuropa Festival Elvedon (2016) Opus (2018), Larsen C (2021) e Mellowing (2023), il coreografo continua il suo percorso al festival approdando per la prima volta al Teatro dell’Opera di Roma e affermando, insieme ai danzatori e alle danzatrici del Balletto, la forza del suo linguaggio votato alla coralità.

Ecco che il mondo virtuale prefigurato da Cunningham diventa, in Mycelium, uno “zoom” sull’esistenza dei micro-organismi e sul loro sistema di movimento e comunicazione. I danzatori danno vita a un’entità multiforme, una proliferazione di corpi ispirata al mondo dei funghi e caratterizzata da micro-variazioni, aggiustamenti istantanei, oscillazioni parcellizzate e una vibrante sintonia. «Un sistema complesso come lo sono i moti migratori di pesci e uccelli, in cui i singoli aderiscono alla collettività in un’improvvisazione istantanea nello spazio, dove c’è collaborazione e libertà di scelta» racconta il coreografo.

A dialogare con questi movimenti è il flusso sonoro di off-beat e loop elettronici composto, parallelamente alla coreografia, dal musicista Coti K., compositore e produttore italo-greco e già collaboratore di artisti come Yorgos Lanthimos e Dimìtris Papaioannou.

Ventisei danzatori e cinque musicisti sono impegnati in scena nell’esecuzione delle due coreografie proposte nella serata per costruire un ponte tra linguaggi e discipline. «Il Ballet de l’Opéra de Lyon è sempre stato, nel suo stesso DNA, un ponte tra l’eredità dei grandi nomi della storia della danza e le nuove voci della coreografia contemporanea» racconta Cédric Andrieux, direttore del prestigioso Balletto. «I danzatori che si uniscono al Ballet cercano una radice classica nell’approccio al movimento e allo stesso tempo la possibilità di scoprire i nuovi talenti coreografici».

Nella conferenza stampa di presentazione dello spettacolo il Sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma Francesco Giambrone ha affermato: «Esprimo grande soddisfazione per questa collaborazione con il Romaeuropa Festival, che allarga la nostra rete di partnership istituzionali e arricchisce il progetto artistico della nostra Fondazione. L’inaugurazione del Romaeuropa Festival con BIPED e Mycelium al Teatro Costanzi, e successivamente la collaborazione per la prima mondiale al Teatro Nazionale della nuova opera di Silvia Colasanti L’ultimo viaggio di Sindbad, rafforza un percorso che intendiamo proseguire anche in futuro. La sinergia artistica tra noi e il Romaeuropa Festival, che si basa sull’attenzione condivisa ai linguaggi della danza, delle arti performative e della musica di oggi, ci permette di fondere visioni progettuali importanti per i nostri pubblici, contribuendo a offrire alla città di Roma proposte di grande qualità ed eccellenza e delineando una scena artistica dinamica e attenta al contemporaneo».

«È per noi un onore poter inaugurare la trentanovesima edizione del nostro Festival con il Teatro dell’Opera di Roma e speriamo questa collaborazione possa continuare in futuro.  – ha sostenuto Direttore Generale e Artistico della Fondazione Romaeuropa Fabrizio Grifasi – Si tratta di un dialogo per noi importante che contribuisce a rafforzare la rete di collaborazioni all’interno della città di Roma e a sottolineare la ricchezza della storia della creazione contemporanea e le sue connessioni con il panorama artistico del presente».

www.romaeuropa.net

BIO

Il Ballet de l’Opéra de Lyon sotto la direzione di Françoise Adret, Yorgos Loukos, Julie Guibert e ora Cédric Andrieux, è stato un vero e proprio precursore delle tendenze in ambito coreutico e continua ancora oggi a esplorare la scrittura coreografica contemporanea. La formazione promuove il dialogo tra repertorio e forme sperimentali e innovative, presentandosi come la casa dei grandi artisti di ieri, oggi e domani. Saldamente radicato nel proprio territorio, ma al contempo profondamente internazionale, il Balletto s’impegna con passione a tramandare la storia della danza e a contribuire alla scrittura delle sue nuove pagine, in costante risonanza con le domande del nostro presente.

Merce Cunningham (1919-2009) è considerato uno dei coreografi più importanti di tutti i tempi. Il suo approccio alla danza è stato innovativo tanto per la semplicità delle idee quanto per il grado di complessità richiesto al corpo e al movimento. Per Cunningham la danza è «accurata e impermanente come il respiro» e tutto risiede nel movimento e nel suo svolgimento sulla scena.
È alla Cornish School, dove si forma, che il coreografo conosce Martha Grahm – divenendo solista della sua compagnia per sei anni – e John Cage, l’artista che più di tutti influenzerà il suo pensiero e la sua pratica, diventandone il più stretto collaboratore oltre che compagno di vita.
La passione di Cunningham per l’innovazione lo ha reso un leader nell’applicazione delle nuove tecnologie alle arti. La vita e la visione artistica di Cunningham sono state oggetto di diversi libri e di numerose mostre; le sue coreografie sono state eseguite da compagnie come il Balletto dell’Opéra di Parigi, il New York City Ballet, American Ballet Theatre, il White Oak Dance Project, il Balletto dell’Opera di Lione, il Ballett am Rhein e il Rambert di Londra, per citarne alcune.
Cunningham è morto nella sua casa di New York il 26 luglio 2009. Sempre lungimirante, ha curato lo sviluppo di un piano di eredità per guidare la sua compagnia dopo la sua morte e garantire la conservazione della sua eredità artistica. Attraverso il Merce Cunningham Trust la sua visione continua a rigenerarsi di volta in volta in nuovi corpi e nuove menti. Diverse le coreografie di Merce Cunningham sono state presentate al Romaeuropa Festival tra cuiInlets 2” con il Balletto de l’Opéra de Paris nel 1987 e “Pond Way; Pictures; Fluid Canvas” nel 2003.

Gavin Bryars (1943) ha studiato filosofia all’Università di Sheffield ed è diventato un bassista jazz professionista e un pioniere della libera improvvisazione, collaborando in particolare con Derek Bailey e Tony Oxley, prima di incontrare John Cage e di iniziare un nuovo capitolo del suo percorso artistico vicino alla composizione e al minimalismo. Proprio Cage ha avuto un’influenza evidente sulle sue prime composizioni come “The Sinking of the Titanic” del 1969 o l’iconica “Jesus’ Blood Never Failed Me Yet” del 1971.
Dal 1969 al 1978 Bryars ha insegnato nei dipartimenti di Belle Arti del Portsmouth College of Art e del Leicester Polytechnic, dove ha fondato il dipartimento di musica. Ha collaborato spesso con artisti visivi come Bruce McLean, Tim Head, James Hugonin, Bill Woodrow, Will Alsop e Juan Muñoz, con cui ha scritto “A Man in a Room, Gambling” (1992), e ha realizzato installazioni e performance per la Tate Liverpool, la Tate St. Ives, Chateau d’Oiron e altre gallerie. Il suo catalogo comprende un ampio corpus di composizione per la danza e di collaborazioni con coreografi come Lucinda Childs, Laurie Booth, William Forsythe, David Dawson, Carolyn Carson o formazioni come il Cullberg Ballet, il Ballet Vlaanderes etc. Nel 1999 ha scritto “BIPED” con Merce Cunningham.  Le sue composizioni sono state registrate da etichette come ECM, Hyperion, Point, Philips, Argo, Touch, Mode e la sua GB Records.

Christos Papadopoulos (1982) nasce a Nemea, un piccolo villaggio del Peloponneso. Allontanandosi dall’attività di famiglia, si iscrive a Scienze Politiche presso l’Università Panteion di Atene. Proprio durante la sua carriera universitaria entra in contatto con il teatro, disciplina che lo appassiona così tanto da decidere di abbandonare gli studi per iscriversi alla Scuola del Teatro Nazionale Greco. Ancora una volta, la sua attenzione si sposta sulle discipline coreutiche e il suo percorso di formazione dirotta verso la School for New Dance Development di Amsterdam dove sceglie di diplomarsi. Torna in Grecia nel 2004 e si unisce alla compagnia di Dimìtris Papaioannou, con cui lavora a stretto contatto per 12 anni. Nel 2016 crea la sua prima opera, “Elvedon”, ispirata a “Le onde” di Virginia Woolf e in particolare al modo in cui il romanzo descrive il tempo e il suo fluire. La pièce ottiene un immediato riconoscimento internazionale. Da allora con il suo lavoro cerca di avvicinarsi all’infinita ricchezza dei movimenti della natura, di cui è attento osservatore sin da bambino. Lontano dal romanticismo, il coreografo mette in scena entità organiche, guidate da leggi fisiche. Individualità e comunità dialogano nelle sue coreografie minimali e complesse, caratterizzate da movimenti e gesti impercettibili quanto voluttuosi. Sulle note ipnotiche di Coti K., la sua scrittura gioca sulla semplicità del gesto, sulla ripetizione, e mette in tensione vincoli e pulsioni di vita invitando il pubblico in esperienze contemplative, sensoriali, emotive.
Il percorso di Christos Papadopoulos al Romaeuropa Festival inizia proprio con il suo debutto sulle scene internazionali e cresce nel corso degli anni incontrando di volta in volta pubblici più numerosi e attenti. Nel 2016 la sua prima presenza nella sezione Dancing Days (dedicata alla nuova danza europea) con “Elvedon”, nel 2018 il suo ritorno con “Opus” fino alla presentazione nel 2021 del suo “Larsen C” nella Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica, dove nel 2023 torna con “Mellowing”.

Coti K. (da pronunciarsi Kóti Káppa) è lo pseudonimo di Costantino Luca Rolando Kyriakos, compositore e produttore italo-greco. Ha scritto musiche per il cinema, il teatro e per alcune pubblicità televisive e ha pubblicato diversi album da solista. Ha collaborato con molti artisti, tra cui Yorgos Lanthimos, Dimitris Papaioannu, Christos Papadopoulos, Tuxedomoon, Ilio, Dennis Iliadis e molti altri. Dal 2014, pubblica canzoni da solista sotto il nome “The Man From Managra”. È stato premiato nel 2019 al Beijing International Film Festival Tiantan e all’Hellenic Film Academy.

Foto: 1-4. Mycelium di Christos Papadopoulos, ph. Agathe Poupeney, Opéra de Lyon; 5. Christos Papadopoulos, ph. Elina Giounanli; 6.-9. BIPED di Merce Cunningham, ph. Agathe Poupeney, Opera de Lyon.

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