A Cremona il Malandain Ballet Biarritz omaggia Stravinsky con L’oiseau de feu di Thierry Malandain e Le Sacre du printemps di Martin Harriague
02 . 10 . 2021
20.00
Cremona - Teatro Ponchielli
Il Teatro Ponchielli di Cremona propone sabato 2 ottobre 2021, il Malandain Ballet Biarritz. La blasonata compagnia francese proporrà una serata dedicata a Igor Stravinsky portando in scena due fra sue più grandi opere, L’oiseau de feu e Le Sacre du printemps, coreografate rispettivamente da Thierry Malandain e Martin Harriague, e presentate a Cremona in prima italiana.
Scrive Thierry Malandain a proposito della sua versione de L’uccello di fuoco:
«L’oiseau de feu fu debuttò all’Opéra de Paris, coreografia di Michel Fokine per Les Ballets Russes di Serge Diaghilev.
“Il Principe Ivan Tsarévitch vede un giorno un uccello meraviglioso dal piumaggio rosso oro, lo cattura ed in cambio della libertà riesce ad ottenere una delle sue magiche penne…”, questo è l’inizio del libretto secondo l’omonima fiaba della tradizione russa. Ma non è il ritratto di questo uccello che andremo a mettere in risalto, nemmeno l’integrale del racconto che realizzerà George Balanchine nel 1949 ma piuttosto la Suite nella versione musicale dallo stesso utilizzata nel 1945.
Il nostro approccio intende mettere in risalto ciò che gli uccelli simboleggiano, ciò che li lega al cielo ed alla terra, vedere che la Fenice si decompone per rinascere personifica nella religione cristiana l’immortalità dell’anima e la resurrezione di Cristo.
Nel commentare la partitura il compositore Reynaldo Hahn nel 1910 scrive: “un soffio purissimo, forte e che viene dall’alto”. Da qui la tentazione di fare de L’Uccello di Fuoco un traghettatore di luce che porta al cuore degli uomini la consolazione e la speranza, ricordando San Francesco d’Assisi, il poeta della natura che conversava con i suoi fratelli “uccelli” che fossero essi di grande splendore o semplici passerotti».
Nelle note di intenzione redatte da Nuria López Cortés a proposito de Le Sacre du printemps di Martin Harriague si legge:
«Il rapporto uomo – natura affascina ed al tempo stesso inquieta Martin Harriague.
La rinascita della vita, la sua forza, la lotta per la sopravvivenza: l’opera iconoclasta e geniale di Stravinskij creata per Les Ballets Russes contiene tutto questo e molto altro.
Harrigue si impossessa del mito rispettando l’intenzione originale del compositore, illustrata con un rito pagano: “è la sensazione oscura ed immensa nel momento in cui la natura rinnova le sue forme, è un’onda scura e profonda di pulsione universale“, precisa Stravinskij in un articolo, che Harriague prende come riferimento ( 23 maggio 1913 revue Montjoie).
Il martellante ritmo che dona all’opera una forza selvaggia e minacciosa conviene al linguaggio corporale ed esplosivo di Martin Harriague. Dettato dalla musica, rinuncia ad ogni lirismo gestuale, si concentra sul potere espressivo del movimento primitivo e delle figure frattali nelle quali il gruppo si sviluppa, si avvolge, si dispiega, si contrae come un essere umano che risorge e che si apre un percorso prima di esplodere.
Harriague prende in prestito il calpestamento degli Augure, che marcavano con il loro passo le pulsazioni della primavera, da Nijinski che aveva osato questa rottura trasgressiva con il linguaggio della danza classica. Le citazioni al balletto originale si fermano qui, ma l’intero lavoro testimonia la volontà di farci affidamento per poter mettere in scena la visione di Stravinskij, sull’espressività della musica particolarmente eclatante nella versione diretta dal Maestro Teodor Currentzis.»