All’Opera di Roma La Cenerentola di Rossini: la fiaba di Perrault, il libretto di Ferretti o l’antibuonismo di Emma Dante?
Ippolita Papale ci racconta la Cenerentola di Rossini, opera lirica molto diversa dal balletto e priva di elementi magici presenti nelle versioni coreografiche e di animazione. La versione della regista Emma Dante, in scena all’Opera di Roma fino al 19 febbraio e trasmessa in diretta in 64 cinema italiani il 22 gennaio 2016, si annuncia come una favola in cui prevaricazione e cattiveria sono tratti caratteristici. Emma Dante racconterà l’ossessione per la donna oggetto pronta per essere maritata, con visioni rubate al pop surrealism che mischia linguaggi da cartoon, tatuaggi, graffiti.
È Cenerentola, ma non ci sono la fata, la scarpetta, i topini. Non ci sono cioè gli elementi magici che da Perrault portarono a Walt Disney in quella che è una delle fiabe più conosciute al mondo, con circa 700 versioni nel mondo. Immagino che la versione de La Cenerentola di Gioachino Rossini in scena al Teatro dell’Opera di Roma con la regia di Emma Dante dal 22 gennaio al 19 febbraio 2016, ci regalerà uno sguardo inedito e toccante. Lei stessa, durante la conferenza stampa di presentazione, ha parlato di una favola in cui prevaricazione e cattiveria sono tratti caratteristici. Per questo, pur facendo i conti con un lieto fine scritto nel libretto, la versione di Emma sembrerebbe andare d’accordo con il direttore d’orchestra Alejo Pérez: dietro il ritmo incalzante e la vocalità impressionante si nascondono le malinconie della giovane protagonista, magnificamente realizzate da Rossini.
Aspettiamo dunque di vedere/sentire l’opera. Segnaliamo che non occorre necessariamente venire all’Opera di Roma per assistere a La Cenerentola: il 22 gennaio 2016, potete vederla alle ore 20.00 in diretta in 64 cinema italiani (Ancona, Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Roma), in numerosi cinema europei e, in differita, in Australia, Corea, Giappone e USA. Se avete meno di 26 anni usufruite di un prezzo speciale (15€) per l’anteprima giovani il 21 gennaio 2016 al Teatro dell’Opera.
La Cenerentola – ossia La bontà in trionfo, dramma giocoso in due atti andò in scena per la prima volta al Teatro Valle di Roma nel 1817. In soli 22 giorni fu composto il testo e in 24 la musica, un capolavoro tra le opere buffe di Rossini, assieme a Il Barbiere di Siviglia (1816). Ed è con queste due opere che l’Opera di Roma propone il progetto Rossini a Roma 200 anni, realizzandole entrambe praticamente nello stesso periodo. A Roma vedremo intanto la messa in scena de La Cenerentola di Emma Dante, regista teatrale che esplora le dinamiche familiari e i simbolismi delle fiabe, utilizzando il linguaggio estremo del corpo. Qui racconterà l’ossessione per la donna oggetto pronta per essere maritata, con visioni rubate al pop surrealism che mischia linguaggi da cartoon, tatuaggi, graffiti.
La storia narrata ne La Cenerentola di Rossini è molto diversa da quella raccontata da Petipa nel balletto Centrillon nel 1893. Se non la conoscete potete leggerla QUI. Diversi anche i personaggi. Don Magnifico (basso buffo) è il padre di Cenerentola/Angelina, un nobile decaduto che ne ha dilapidato il patrimonio lasciatole dalla madre. Clorinda (soprano) e Tisbe (mezzosoprano) sono le sorellastre, competitive e arriviste. Don Ramiro (tenore) è il principe che si presenta alla giovane nei panni del suo scudiero Dandini (basso o baritono). Alidoro (basso) prende il posto della fata e in un certo senso manipola i protagonisti per affinchè tutto vada per il meglio.
Le situazioni comiche sono provocate dal confronto tra i personaggi buffi, Don Magnifico e Dandini, le sorellastre Clorinda e Tisbe; ai buoni Don Ramiro e Cenerentola, con il nobile Alidoro, il compito di interagire anche con momenti più lirici.
Rossini voleva attualizzare la favola, levando gli elementi magici e inserendo i tratti contemporanei di una borghesia sciatta, ignorante e petulante. Tutto questo rafforzato dalla musica, con il contrasto fra l’impostazione classica dei brani musicali e un testo che si esprime vocalmente con virtuosismi/colorature. Contrasto che provoca una comicità surreale, grazie a personaggi descritti come caricature e a situazioni al limite del grottesco, senza tralasciare però momenti lirici e malinconici. Rossini dà molta importanza all’incalzare del ritmo e alla purezza della melodia, che lui vuole ideale ed espressiva. AI direttore d’orchestra Alejo Pérez sono affidate queste sfumature nella versione in scena al Teatro dell’Opera.
La Cenerentola contiene tutti gli elementi dello stile rossiniano. Il Crescendo impazza alla sua maniera: non è solo aumento dell’intensità dei suoni, ma anche accumulazione timbrica con l’aggiunta inesorabile e puntuale di strumenti musicali. Usato nelle Strette finali e nei brani dove gli scioglilingua sono presenti, il Crescendo è anche il regno del ritmo rossiniano, con le simmetrie della struttura e la ripetizione costante di elementi melodici. Altro effetto teatrale rossiniano è la sensazione di un’immagine a rallentatore ottenuta sillabando un testo (Parlar, pensar vorrei) o l’effetto comico dei non-sense (Questo è un nodo avviluppato) dove le parole deformate quasi sottolineano l’assurdità delle chiacchiere convenzionali e la musica gioca sulla ripetizione di sillabe e di suoni basati su GRR, PPA, PA-TO. Bellezza, purezza, sofferenza si trovano in alcune espressioni di Cenerentola (Una volta c’era un re o lo struggente inserto nel Quintetto del primo atto Ah! Sempre fra la cenere, sempre dovrò restar?).
Per chi non frequenta l’opera, questo congegno drammatico/musicale può sembrare incongruente e anacronistico. Siamo abituati alla preponderanza dell’effetto “visivo”, alla velocità delle immagini, allo stupore degli effetti realizzati con uso di tecnologie. Sembrerebbe dunque che solo cinema, fiction, videoclip possano appagare il nostro bisogno di racconto.
Perché dunque scegliere di andare a vedere l’opera lirica?
Primo, perché è un Made in Italy, come cibo/design/moda/arte, e provate pure a vedere i cartelloni dei teatri stranieri per essere orgogliosi del nostro contributo alla bellezza musicale.
Secondo, per fare uno sforzo di immaginazione: come si divertiva il pubblico dell’epoca e come posso divertirmi io che sto su Facebook, mi destreggio tra vari gruppi su whatsapp e prenoto il mio treno su una App?
Terzo: è divertente, purchè le produzioni siano coerenti, tra rispetto della partitura con esecuzioni musicali di valore e con registi che rendono più attuale la cosa: perché “traducendo” le situazioni teatrali ai giorni nostri possiamo capire meglio i meccanismi universali del teatro musicale. Emma Dante vuole interpretare il testo facendo i conti con una donna maltrattata e vessata, protagonista di violenza domestica da cui si riscatta: non è un tema contemporaneo questo?
Ippolita Papale
21/01/2016
Se siete curiosi e intendete scoprire qualcosa di più sulla regista Emma Dante guardate i video caricati su una playlist cliccando Qui.
Interpreti de La Cenerentola di Rossini in scena al Teatro dell’Opera di Roma dal 22 gennaio al 19 febbraio 2016:
- Don Ramiro: Juan Francisco Gatell 22, 24, 26, 28 gennaio / Pavel Kolgatin 23, 27, 29 gennaio / Giorgio Misseri 12, 19 febbraio
- Dandini: Vito Priante 22, 24, 27, 28 gennaio / Giorgio Caoduro 23, 26, 29 gennaio / Filippo Fontana 12 e 19 febbraio
- Don Magnifico: Alessandro Corbelli / Carlo Lepore 23, 27, 29 gennaio
- Clorinda: Damiana Mizzi,
- Tisbe: Annunziata Vestri;
- Angelina/Cenerentola: Serena Malfi / Josè Maria Lo Monaco 23, 27, 29 gennaio, 19 febbraio
- Alidoro: Marko Mimica / Ugo Guagliardo 23, 27 gennaio, 12 e 19 febbraio.
Il Coro del Teatro dell’Opera di Roma è diretto dal Maestro Roberto Gabbiani. Le scene sono firmate da Carmine Maringola, i costumi da Vanessa Sannino e le luci da Cristian Zucaro. Movimenti coreografici di Manuela Lo Sicco.
Foto: 1. Cenerentola di Rossini, regia Emma Dante. Al centro Alessandro Corbelli (Don Magnifico), ph.Yasuko Kageyama, Opera Roma; 2. Cenerentola di Rossini, regia Emma Dante. da sinistra Mizzi (Clorinda), Malfi (Angelina), Vestri (Tisbe), ph. Yasuko Kageyama, Opera Roma; 3. Cenerentola di Rossini, regia Emma Dante. Da sinistra Prinate, Gatell, Guagliardo, Corbelli, Malfi, ph. Yasuko Kageyama, Opera Roma; 4. Cenerentola di Rossini, regia Emma Dante, Alessandro Corbelli (Don Magnifico), ph.Yasuko Kageyama, Opera Roma; 5. Cenerentola di Rossini, regia Emma Dante. Mizzi (Clorinda), Vestri (Tisbe), Corbelli (Don Magnifico), ph. Yasuko Kageyama, Opera Roma; 6.-14. Cenerentola di Rossini, regia Emma Dante, ph.Yasuko Kageyama, Opera Roma